Libro: La rabbia delle mamme

 

Il rapporto mamma e bambino : non solo amore ..

Questo libro scritto da Alba Marcoli, una psicoterapeuta con un esperienza quarantennale nella terapia mamma bambino, è un viaggio nella dimensione più oscura della maternità, quella di cui non si parla, quella legata all’ambivalenza dell’ essere madri.
La maternità non è fatta solo di amore incondizionato, gioia e soddisfazione, è fatta anche di pesantezza e fatica, solitudine e anche rabbia e fastidio verso il proprio figlio che pure si adora.
L’ambivalenza affettiva fa parte della normalità di tutte la relazioni e non esula neppure dal rapporto madre bambino che la nostra società vorrebbe solo fatto di dolcezza.
Al  contrario, la maternità è la relazione umana più intima e complessa dell’esistenza e in quanto tale la più esposta alle turbolenze dei legami affettivi.
Sembra molto difficile accettare questa complessità, riconoscendo la profonda differenza fra i pensieri e le emozioni da una parte e le azioni dall’ altra. Diverso  è poter pensare: ” Questo bimbo mi toglie tutta la libertà..non ce la faccio più..perchè è nato?” dal fatto di abbandonare un bimbo nei rifiuti. 
Invece quando una mamma comincia a sentire degli impulsi ostili verso il  suo bimbo (“adesso lo butto dalla finestra)” oppure  comincia  a nutrire delle fantasie aggressive nei suoi confronti ( ” sarebbe stato meglio se lui non fosse nato”), si spaventa moltissimo e si sente un mostro, una mamma degenere e cattiva.
Questi pensieri non devono terrorizzare ma vanno considerati come il frutto della fatica  e dell’ansia che accompagna il passagio alla nuova condizione di madre .
Non solo un pensiero aggressivo non ha mai buttato un bambino dalla finestra ma concedersi un pensiero del genere aiuta a non tradurlo in realtà e a scongiurare il rischio di far ricadere sul bambino, in modi molto più sottili, un aggressività mentalmente negata a se stessi ma perfettamente percepita dal piccolo.

Perchè una mamma picchia il suo bambino?
Le mamme che provano impulsi aggressivi verso i loro figli o che fanno loro del male si trovano in una condizione di angoscia, impotenza e solitudine estrema.
Le mamme arrabbiate si sentono spesso impotenti nei confronti di alcuni comportamenti dei loro bambini, anzi nei momenti di crisi riconoscono di sentirsi loro stesse  come bambine spaventate che reagiscono aggredendo nei momenti di maggiore frustrazione e conflitto.
“L’ho picchiato con rabbia per fargli sentire lo stesso dolore che provavo io!”  si sente spesso dire nella descrizione di questi conflitti con i figli come se il picchiare fosse un disperato tentativo di comunicare qualcosa che non è pensabile nè comunicabile in altri modi. 
Le mamme che perdono il controllo con i loro figli sono spesso donne sole e poco appoggiate dal marito e dai familiari, i quali sono pronti a dare consigli anche non richiesti ma poco disponibili a dare un aiuto pratico o  un ascolto empatico.
Invece la presenza di un adulto supportivo ( meglio se è il papà) che sappia prendersi cura della coppia mamma bambino e stare vicino alla mamma nei periodi di maggior crisi ha una funzione protettiva contro il maltrattamento del bambino.
Quando una mamma in crisi si sente capita, ascoltata e supportata può imparare a contenere la rabbia e a relazionarsi al proprio piccolo in modo più sereno.  

Mamme imperfette e felici
 Nella nostra società la maternità viene idealizzata : una mamma in attesa immagina che il bambino crescerà senza particolari problemi e sarà buono, bello, sano, dormirà e cosi via. Ci sarà si qualche inconveniente ma sarà gestibile. L’idealizzazione non riguarda solo il bambino ma anche se stesse ( mamme belle, felici e ed efficenti) altri aspetti della vita come il rapporto di coppia, la ripresa del peso forma, il ritorno al lavoro ecc..
Invece il bambino nasce e niente va come si era aspettato: dal rapporto di coppia che spesso attraversa una crisi con la nascita del primo figlio al rapporto con il piccolo.
Il bimbo piange in modo inconsolabile, non dorme e comincia l’ esperienza faticossima del sentirsi stanchi, impotenti, impreparati a questi imprevisti.
Alle emozioni belle che ci si aspettava se ne aggiungono altre del tutto impreviste: frustrazione, rifiuto, ostilità, emozioni che sono normalmente difficili da gestire  ma  che possono diventare intollerabili se confrontate all’idealizzazione iniziale della maternità ( soprattutto l’aggressività che è un vero e proprio tabù sociale nei confronti dei bambini piccoli).
Rinunciare al mito della mamma perfetta concedendosi di poter provare anche delle emozioni negative nei confronti del proprio figlio è un vero toccasana per il benessere psicologico della neomamma e per la sua relazione con  il piccolo.
Infatti confrontarsi con un modello di perfezione immaginaria fa crescere a dismisura rabbia e sensi di inadeguatezza.  

Diventare mamme: il lutto del bambino perfetto 
Diventare mamme significa rinunciare gradualmente al bambino immaginato durante la gravidanza per far accogliere il figlio com’è nella realtà. 
L’orgine di tante rabbie materne è nelle aspettative eccessive che si nutrono verso ai figli ai quali viene chiesto inconsciamente di riparare le ferite della vita della madre. 
 Aspettative del tipo”mio figlio/a sarà forte e sicuro di sè, avrà successo negli studi e nella vita, non mi lascerà più sola, con lui/lei potrò avere una relazione speciale come non ho mai avuto con mia madre, ecc..”.
Più queste aspettative sono elevate più queste mamme finiscono per svalutare il figlio reale di cui si vedono solo i lati negativi e su cui si finiscono per proiettare tutte le loro paure e le fragilità.
I limiti del figlio non vengono tollerati ma suscitano molta rabbia nei suoi confronti perchè è  lui è diverso da come lo si vorrebbe. 
Rinunciare a questa immagine cosi idealizzata del bambino ha in generale la contropartita di liberare il figlio reale da buona parte di queste proiezioni cosi mortificanti per lui. Egli si sente accettato cosi com’è e non come dovrebbe esseree questo lo aiuta ad accettarsi di più e sfruttare meglio le sue risorse personali. 
    

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By | 2011-11-10T16:24:16+00:00 10 Novembre 2011|Libri di Psicologia, Infanzia e Adolescenza, Vari|3 Comments

3 Comments

  1. mammantonella 17 Ottobre 2014 at 09:19 - Reply

    proprio così …”il ruolo di mamma è fatto anche di pesantezza e fatica”…un libro da leggre!!!

  2. Lisa 8 Ottobre 2016 at 20:54 - Reply

    Mi permetto di dire che alcune mamme (Lei le definisce sole, poco appoggiate dal marito) hanno un matrimonio da schifo e non volendo divorziare (vuoi per orgoglio o per convenienza), fanno ricadere il loro disagio sulla prole, che ignara di ciò cresce pensando di essere uno schifo in tutto e persino quando riceve complimenti non ci crede e cresce immergendosi sempre nelle situazioni più tristi e quindi portandosi avanti un senso di inferiorità. Ma questo si collega ad un altro articolo che Lei ha scritto.
    Comunque complimenti, Lei mi sembra l’unica psicologa che consiglia di leggere libri.

  3. Daniela 6 Agosto 2019 at 12:31 - Reply

    …figuriamoci quando il figlio idealizzato ha dei problemi, ha una disabilità e allora davvero il senso di inadeguatezza arriva alle stelle, così come il senso di colpa per non saper gestire le crisi e l’incomprensione che si crea. Complimenti per l’articolo. Hu

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