Libro: Fobie. Conoscerle e sconfiggerle per ritrovare la liberta' perduta

Non riuscire a chiudere occhio tutta la notte pensando al ragno che potrebbe essere entrato nella stanza; dover limitare i propri viaggi o la propria carriera perché salire su un aeroplano è come smettere di respirare; essere costretti a rinunciare a concerti, shopping e cinema a causa dei disturbi creati dalla folla.
Sono solo alcuni esempi di come le fobie possano paralizzare e ingabbiare la nostra vita e quella dei nostri cari.
Agorafobia, fobia sociale, fobia delle malattie, fobia del sangue, fobia del cibo, fobia degli animali: le paure irrazionali che colpiscono, a oggi, oltre 10 milioni di Italiani sono le più disparate.
Ma come nascono?
Il libro, uno dei migliori che abbia letto su questo argomento, è diviso in due parti: una prima parte più descrittiva in cui l’autore presenta diversi casi clinici, analizzando le varie tipologie di fobia e individuandone le possibili cause e una seconda parte che contiene consigli e indicazioni per sconfiggere queste paure irrazionali.

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Come superare la paura di impegnarsi in amore

Gli uomini che hanno paura di impegnarsi sono spesso romantici ed idealisti e convinti che quando troveranno la donna giusta che sa dare loro gli stimoli giusti avranno voglia di fare sul serio, cambiare vita e formarsi una famiglia.
Questi uomini desiderano innamorarsi follemente, avere un rapporto fatto di risate, complicità, passione ed emozioni forti e non sono disposti ad accontentarsi di niente di meno.
Sono stati innamorati in passato e sanno bene cosa significhi : si aspettano da ogni  rapporto di riprovare quella stessa magia, il batticuore, le ginocchia che tremano..purtroppo per quanto desiderino innamorarsi riescono soltanto a provare dei sentimenti tiepidi per la donna con cui stanno. (altro…)

By | 2011-06-16T15:56:55+00:00 16 Giugno 2011|Amore e disamore|82 Comments

I sintomi della depressione dall'infanzia alla vecchiaia

La depressione è una condizione psicologica che può esprimersi con sintomi diversi da persona a persona e in diverse fasi della vita.
Per questo motivo molte forme di depressione, soprattutto nei bambini e negli anziani, non vengono diagnosticate e trattate adeguatamente ma vengono confuse con   altre problematiche : così capita che la depressione nel bambino venga scambiata dai genitori per iperattività, nel adolescente per  inquietudine e nell’anziano per demenza senile.
Nell’adulto invece la depressione viene spesso mascherata dall’insonnia e dalla stanchezza cronica.
Questo articolo si propone di far luce brevemente sui sintomi della depressione anche quelli meno conosciuti dai non addetti ai lavori. (altro…)

By | 2011-06-14T18:31:40+00:00 14 Giugno 2011|Depressione e Disagio Psicologico|4 Comments

Come superare la depressione post separazione

Premessa
Il divorzio è una delle esperienze più dolorose e laceranti che una persona possa sperimentare nel corso della propria esistenza.
Accettare la fine di un amore è un processo psicologico complesso che ha molte affinità con quello che avviene alla morte di una persona cara. Questo articolo, dedicato a chi è stato lasciato, spiega il percorso emotivo necessario per ritrovare la serenità dopo una separazione. (altro…)

By | 2012-10-11T13:12:55+00:00 12 Giugno 2011|Amore e disamore|27 Comments

Come aiutare una persona depressa

Come aiutare una persona depressa

La depressione è un disagio psicologico che interferisce significativamente sulle relazioni interpersonali della persona depressa: chi è depresso si sente solo e non amato anche quando è circondato da una rete di amici e familiari affettuosi . D’altra parte, poche cose possono incidere negativamente su un rapporto come una prolungata depressione.
Il depresso desidera ardentemente l’affetto degli altri ma stesso tempo tende a respingerli chiudendosi in se stesso oppure svalutando quello che gli altri
fanno per lui.
Spesso i familiari della persona depressa hanno la sensazione che più fanno meno il loro aiuto venga riconosciuto e apprezzato, anzi, il depresso, lungi dall’essere grato per le premure di cui è oggetto, sprofonda sempre di più nel suo stato depressivo.
In altri casi, il depresso può irritarsi verso la persona che cerca di aiutarlo sentendo che l’affetto che gli viene manifestato è troppo poco, troppo tardi e non serve a farlo guarire dal suo disagio.
Per tale ragione può succedere che le persone che vivono con un depresso, soprattutto se si tratta di una prolungata depressione, comincino a nutrire dei suoi confronti dei forti sentimenti negativi come rabbia, fastidio, impotenza esenso di colpa.
E’ bene non colpevolizzarsi per questi vissuti spiacevoli sapendo che sono assolutamente normali e che provano quanto sia importante la relazione con la persona depressa (di solito le persone con cui ci arrabbiamo di più sono quelle a cui vogliamo più bene).
Se invece  questi sentimenti non vengono riconosciuti apertamente e non vengono accettati si rischia di “agirli” diventando indifferenti e insensibili verso la persona che sta male.

Quali sentimenti attiva la relazione con il depresso?

Estraneità

Le persone depresse sembrano sperimentare un improvviso cambiamento di personalità: diventano negative, apatiche, indifferenti a tutto e a tutti,irritabili e sempre di cattivo umore.
I familiari del depresso sono spesso sconcertati da questo cambiamento e hanno l’impressione di non riconoscere più l’individuo distruttivo che ha preso il posto del loro caro.
E’ bene sapere che questo cambiamento è solo temporaneo e che una volta superato l’episodio depressivo il vostro caro ritornerà la persona che conoscete e amate.

Senso di colpa.

Il senso di colpa è un vissuto molto comune nella relazione con la persona depressa e più il legame è stretto (in particolar modo se si tratta di una relazione genitore –figlio) più il senso di colpa può essere intenso e
difficile da gestire.
Noi tutti tendiamo a sentirci responsabili del benessere delle persone che amiamo e, di conseguenza, ci sentiamo parzialmente responsabili della loro infelicità.
Questa convinzione si traduce nella sensazione di non fare abbastanza per aiutare e rendere felice la persona che sta male.
Purtroppo non è in nostro potere ridare alla persona che sta soffrendo la gioia di vivere e la fiducia nella vita, soprattutto se il depresso è un genitore.
La depressione è un disagio che dipende da un’interazione di cause psicologiche,biologiche e sociali e da eventi scatenanti (un lutto, la menopausa, un licenziamento, condizioni di vita sfavorevoli, ecc.).
Detto in altri termini: persona depressa sta male per una serie di motivi che hanno poco a che fare con noi e molto a che fare con il suo assetto psicologico e biologico.
Quello che si può fare è stare vicini alla persona che soffre, ma senza attribuirsi la responsabilità del suo malessere (a meno che il depresso sia stato gravemente danneggiato da un nostro comportamento).

Un vissuto di rifiuto

La depressione comporta un ripiegamento su se stessi e sui propri problemi, per questo motivo il depresso può ferire i sentimenti delle persone che gli stanno accanto senza nemmeno accorgersene.
Inoltre, la depressione è caratterizzata dalla diminuzione della capacità di provare amore e gioia: chi è depresso in modo grave non sente più niente verso le persone che un tempo gli erano care, ma l’amore viene sostituito da una profonda indifferenza verso tutto e tutti.
A volte il depresso si mostra irritabile e di cattivo umore e può far capire che la presenza di amici e parenti, lungi dall’essergli d’aiuto, gli da solo fastidio.
Per tutte queste ragioni, relazionarsi con una persona depressa può essere estremamente doloroso: il partner o i familiari del depresso si sentono respinti ingiustamente, non amati ed esclusi dalla sua vita.
Altre volte, invece, il depresso cerca continuamente l’affetto e l’attenzione di amici e parenti, chiamandoli a tutte le ore e sommergendoli con i suoi problemi senza alcun riguardo per le loro esigenze salvo poi svalutare
sistematicamente tutto l’aiuto che riceve.

Rabbia

La rabbia nei confronti di una persona cara che sta male è forse il sentimento più difficile da gestire.
Eppure i familiari di un depresso finiscono per provare molta rabbia ed arrivare quasi ad odiare il malato. La rabbia nasce dalla sensazione che il depresso si pianga addosso, facendo tragedie per piccolezze e che faccia poco oniente per stare meglio.
Bisogna capire che la persona depressa è in una condizione di grave sofferenza psicologica da cui non può uscire con la sola forza di volontà: la depressione paralizza la volontà e la capacità di agire.
La riluttanza a farsi curare è un altro aspetto della depressione.
Il depresso sente che il suo è un caso troppo grave, che nessuno può capirlo e aiutarlo e che qualsiasi tipo di cura
con lui non funzionerà.
Spesso il rifiuto delle cure, comune a molti depressi, può nascondere forti sensi di colpa che causano un bisogno di punizione.
Depressione e impotenza
Recenti ricerche psicologiche hanno evidenziato la tristezza tende ad estendersi alle persone che entrano in contatto con la persona depressa. In un certo senso la depressione è “contagiosa”: la relazione con una persona
depressa può risvegliare in cui la circonda delle tendenze depressive latenti peggiorando il loro umore. L’impotenza è un’altra sensazione che si prova nella relazione con un depresso: non si sa cosa fare, come aiutare qualcuno che sta male ma che allo stesso tempo respinge il nostro aiuto.

Che cosa fare e che cosa non fare con una persona depressa.

Non sdrammatizzare.

Evita le rassicurazioni facili del tipo: “Vedrai che ogni cosa andrà per il meglio”, evita anche di minimizzare o di sdrammatizzare. Anche se le intenzionisono buone, il depresso si sentirà non capito e si chiuderà ancora di più in se stesso.

Evita le prediche.

Meglio evitare anche le esortazioni all’ottimismo, o il classico consiglio di “tirarsi su”. Questi atteggiamenti, non sono solo controproducenti perché contribuiscono a colpevolizzare una persona che si colpevolizza già abbastanza di suo, ma sono anche perfettamente inutili. Dire ad un depresso di “tirarsi su” è come dire ad una persona con una gamba rotta di alzarsi e di camminare.
Non si ricorderà mai abbastanza che la depressione è disagio psicologico che annulla la capacità di volere e di prendere delle iniziative.

Cerca di essere empatico.

Un atteggiamento di ascolto, rispetto ed empatia è la soluzione che funziona meglio. Solo quando il depresso si sente ascoltato e capito, può cominciare a vedere la situazione in modo più obiettivo.

Informazioni e appoggio concreto servono più dei consigli

Le prediche e i consigli servono a poco, meglio invece informarsi su centri, terapie e specialisti per la depressione. Dal momento che la persona depressa è incapace di attivarsi da sola, noi possiamo giocare un ruolo importante nel suo processo di guarigione. Questo può voler dire dare un aiuto concreto: per
esempio, telefonare e accompagnare il depresso alla visita, ecc

Impara a dare dei limiti.

Stare vicini ad una persona depressa è difficile e frustrante. Alcuni depressi chiedono costantemente amore e attenzioni: ti trattengono ore al telefono, telefonano a tutte le ore del giorno e della notte, pretendono che tu sia
sempre a disposizione.
Nei casi più gravi, alcune persone depresse possono giocare inconsciamente la carta del ricatto emotivo: ti fanno capire che soltanto tu puoi salvarli dal suicidio e che basta un tuo gesto sbagliato per peggiorare le loro condizioni psicologiche e far loro commettere un atto irreparabile.
E’ importante non assecondare questi comportamenti della persona depressa ma imparare a porle dei limiti che l’aiuteranno a gestire meglio la sua condizione.
Di solito, una persona in uno stato depressivo tende ad affidare agli altri la responsabilità della sua vita e della sua felicità e in questo modo non attiva le sue risorse psicologiche.
Il messaggio che si deve trasmettere al depresso è anche se può contare sull’appoggio degli altri, la sua guarigione dipende da lui ed è lui in prima persona che deve attivarsi per stare meglio.

Proponi al depresso delle attività piacevoli e divertenti.

Un depresso non è di buona compagnia, o tace perso in tetri pensieri o ti affligge con interminabili monologhi sui suoi problemi. Per salvaguardare la tua e la sua salute mentale, non assecondarlo nelle sue elucubrazioni ma organizza attività ricreative e divertenti. Vai con il depresso a far shopping, a teatro,al cinema, in discoteca, in palestra, a fare una passeggiata, ecc.… Anche senon puoi aspettarti che il depresso partecipi con entusiasmo, il solo fatto di fare qualcosa di diverso dalla solita routine contribuirà a migliorare il suo umore.

Trova il tempo per ricaricarti

Star vicini ad una persona depressa può essere difficile e frustrante: più il legame è importante, più la relazione con il depresso può attivare dei vissuti intensi e dolorosi.
Pertanto è necessario imparare a “tutelarsi”, senza farsi assorbire totalmente dai problemi dell’altro e rispettando i propri limiti psicologici.
E’ importante prendersi degli spazi per sé per ricaricarsi, trovarsi delle valvole di sfogo, frequentare delle persone positive.
In questo modo si avranno le energie per aiutare la persona depressa

Usa la tecnica del paradosso.

Il depresso si lamenta? Non cercare di tirarlo su, mostrati invece più negativo di lui, parlando con toni di esagerato pessimismo della vita e dei rapportiumani. Alcuni psicologi di origine sistemica hanno utilizzato questa tecnicacon depressi non gravi, ottenendo dei risultati significativi. Quando lopsicologo si mostrava più depresso del paziente, in terapia si verificava un’inversione dei ruoli: il paziente cercava di consolare lo psicologo, e così facendo, il suo modo di vedere la vita cambiava radicalmente e il suo umore migliorava

 

By | 2012-10-11T11:35:34+00:00 8 Giugno 2011|Depressione e Disagio Psicologico|95 Comments

Libro: E poi venne la pioggia

C’era  una volta una bambina che sognava di diventare mamma. Desiderava un figlio sopra ogni cosa e sapeva che il suo sogno prima o poi si sarebbe avverato… E poi, un bel giorno, restò incinta. Ebbe una gravidanza meravigliosa e partorì una bambina perfetta. Ma invece di essere felice non faceva altro che piangere. Questo libro autobiografico è un coraggioso resoconto della depressione post partum.
Quando l’attrice americana Brooke Schields riesce finalmente a restare incinta dopo essersi sottoposta a una serie di estenuanti trattamenti contro la sterilità, si accorge che diventare mamma non le ha portato la felicità che aveva sempre sognato, anzi…
Il libro narra con sincerità e delicatezza la sua esperienza: il parto traumatico, l’ingresso nel tunnel oscuro della depressione post parto e la lenta guarigione.

Perché leggerlo: questo libro, molto piacevole da leggere e commuovente, è un viaggio all’interno della depressione post partum. Leggendolo si capisce, come una mamma, in un estremo momento di crisi, possa pensare di uccidere la sua creatura. Ma è anche la testimonianza come, grazie alle giuste cure e all’appoggio di familiari e amici, sia possibile sconfiggere la depressione post partum.

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C’era  una volta una bambina che sognava di diventare mamma. Desiderava un figlio sopra ogni cosa e sapeva che il suo sogno prima o poi si sarebbe avverato… E poi, un bel giorno, restò incinta. Ebbe una gravidanza meravigliosa e partorì una bambina perfetta. Ma invece di essere felice non faceva altro che piangere.”Questo libro autobiografico è un coraggioso resoconto della depressione post partum.
Quando l’attrice americana Brooke Schields riesce finalmente a restare incinta dopo essersi sottoposta a una serie di estenuanti trattamenti contro la sterilità, si accorge che diventare mamma non le ha portato la felicità che aveva sempre sognato, anzi..I
l libro narra con sincerità e delicatezza la sua esperienza: il parto traumatico,l’ ingresso nel tunnel oscuro della depressione post parto e la lenta guarigione.

Perché leggerlo: questo libro, molto piacevole da leggere e commuovente, è un viaggio all’interno della depressione post partum. Leggendolo si capisce, come una mamma, in un estremo momento di crisi, possa pensare di uccidere la sua creatura. Ma è anche la testimonianza come, grazie alle giuste cure e all’appoggio di familiari e amici, sia possibile sconfiggere la depressione post partum.

Libro: Amori altamente pericolosi

Amore e sofferenza sono troppo spesso considerati binomi inscindibili.
Un rapporto di coppia comporta per sua natura rinunce e compromessi, ma quando vengono messi in discussione la nostra serenità e la nostra dignità stiamo vivendo qualcosa che con non ha nulla a che fare con quello che dovrebbe essere l’amore.
Siamo vittime di personalità patologiche, di ” stili affettivi disfunzionali” , di modi profondamente sbagliati di vivere il rapporto di coppia.
Walter Riso, psicologo clinico di fama mondiale, analizza otto diverse forme di affettività patologica che mettono a dura prova i malcapitati (o malaccorti) partner. (altro…)

Libro: Ho sposato un narciso

“Ho sposato un narciso” – Manuale di sopravvivenza per donne innamorate
di Umberta Telfener

Il lettore non si lasci fuorviare dal titolo “ Ho sposato un narciso” non è un manuale di auto aiuto per donne sposate ma per donne che vivono rapporti sentimentali con uomini sfuggenti, uomini che hanno paura di coinvolgersi e di impegnarsi seriamente in un rapporto.
Poche persone sanno che l’incapacità di amare è uno dei sintomi più importanti di una patologia psicologica vera e propria che è il narcisismo.
Inafferrabili, centrati su stessi e incapaci di empatia gli uomini narcisisti fanno soffrire tantissimo le loro compagne.
L’autrice, una psicoterapeuta con una valida esperienza nella terapia del narcisismo, analizza magistralmente la psicologia dell’uomo narcisista e le dinamiche che si vengono a creare quando si sta in coppia con un narcisista.
L’autrice si rivolge in modo particolare a tutte quelle donne che hanno una relazione con uomo sfuggente, un uomo che le fa soffrire ma che non riescono a lasciare.
La soluzione a questo dilemma?
Imparare a vivere il rapporto di coppia in modo più giocoso, coltivando la propria autonomia solo in questo modo è possibile restare nella relazione senza farsi troppo male.
A questo proposito, l’autrice suggerire alle donne innamorate di un narciso una serie di consigli psicologici e pratici per vivere al meglio la relazione con un uomo narcisista, relazione che (è bene sapere) sarà sempre precaria e instabile.

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By | 2014-07-12T14:03:16+00:00 26 Maggio 2011|Amore e disamore, Affettività e sessualità|3 Comments

Psicologia dell’uomo che ha paura di impegnarsi

Quando lui sparisce
Dopo un incontro memorabile , lui “sparisce” per giorni o settimane (non si fa sentire, non risponde ai vostri sms o risponde molto freddamente restando sul vago sulla data di un prossimo incontro)..per poi ricomparire all’improvviso, come se niente fosse, proprio quando eravate sul punto di cancellarlo dalla vostra rubrica del cellulare e dalla vostra vita.

E quando lui si degna di chiamarvi dopo un lungo silenzio, la rabbia che avete accumulato in questa fase di “silenzio stampa” si scioglie come neve al sole e finite per “ricaderci” contro ogni logica e buon proposito. (altro…)

By | 2019-05-05T15:58:37+00:00 16 Maggio 2011|Amore e disamore, Narcisismo|444 Comments

Libro: Aiutare i bambini a superare lutti e perdite

Margot Sunderland
Centro Studi Erikson


Attività psicoeducative con il supporto di una favola

Ci sono dei bambini che, quando subiscono il dramma di un lutto o di una perdita, non riescono a reagire: questa favola è nata per aiutarli a superare questi momenti difficili e a riacquistare fiducia nel futuro. La guida psicologica alla favola e alle attività educative aiuterà i genitori o gli insegnanti a capire come stare loro vicini e come imparare ad accettare e superare anche le tragedie più grandi.

L’autrice: Margot Sunderland
È direttrice dell’Institute for Arts in Therapy and Education di Londra. Insegnante e psicoterapeuta, lavora come operatrice e consulente nel campo dello sviluppo personale e dell’educazione affettiva.

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