Il narcisista covert: quando il narcisismo si nasconde dietro da una maschera di sensibilità

uomo-che-piange-300x225Il narciso che non ti aspetti: il narcisista “covert”
Intelligente,introverso, sensibile, talvolta depresso e vulnerabile, si presenta così il narcista ” nascosto” o covert.  Ma dietro la maschera del raffinato intellettuale, dell’artista anticonformista o del bravo ragazzo dai nobili principi si nasconde una personalità narcisistica, incline a stabilire rapporti con gli altri di tipo utilitaristico e di sfruttamento.
Ansiosi e insicuri, mancano della spinta verso la realizzazione personale che caratterizza invece il narcisista overt. Idealisti e apparentemente disinteressati al successo, coltivano fantasie segrete di gloria e fama.
Nella relazione presentano le stesse dinamiche e le stesse ambivalenze del narciso “doc”, ed è per questa ragione che una relazione con loro può rivelarsi altrettanto distruttiva, se non di più.

LE CARATTERISTICHE DEL NARCISISTA COVERT

Si presenta come una vittima

Sin dai primi incontri con il “narcisista covert” si crea un clima di vicinanza emotiva e di intimità. Al contrario della maggioranza degli uomini, questo tipo di narciso apparentemente sembra non avere nessuna difficoltà ad aprirsi con una donna appena conosciuta.
Anzi, non è infrequente che sin dall’inizio (qualche volta persino al primo appuntamento) il narciso accenni ad un episodio particolarmente doloroso del suo passato che ha avuto un impatto sconvolgente su tutta la sua vita.
Non avrà remore a raccontare quanto ha sofferto per il divorzio dei genitori, per un problema di salute nell’infanzia , per un lutto in famiglia o per qualche  altro trauma infantile.
Altre volte semplicemente parlerà di un grande amore, finito ormai da decenni il cui ricordo gli impedisce di innamorarsi di nuovo.
Non importa quale sia il contenuto del triste racconto, il narcisista tenderà a presentarsi come una persona sfortunata e sofferente con una vita e un passato travagliato.
Spesso  infatti questo tipo di narciso si descrive come traumatizzato dal ricordo di una relazione finita male con un ex compagna molto problematica per colpa della quale a  distanza di anni non riesce ad impegnarsi in una nuova relazione. Si descriverà come una persona romantica, sensibile, forse troppo buona che ha avuto la sfortuna di incappare in compagne tremende.
Il vittimismo è la nota dominante di  questi racconti: il fallimento della relazione viene attribuita interamente alla ex  che viene descritta come instabile e pazza o come una meschina e opportunista e di facili costumi.

La grandiosità narcisistica è mascherata da una facciata dimessa e vulnerabile 

Molte donne si inteneriscono quando un uomo al primo o al secondo appuntamento parla della sua vita difficile, di un lutto importante o confida i dettagli più dolorosi del suo divorzio.
Tuttavia, non è mai un buon segno quando il dolore viene esibito.
Le persone che hanno alle spalle delle storie terribili di solito necessitano di tempo e di accoglienza per aprirsi e inizialmente preferiscono omettere i particolari più umilianti perché si vergognano.
Invece i narcisisti covert (caratteristica che condividono con altre strutture di personalità) ci tengono a presentarsi come delle persone molto sofferenti, identificandosi con la loro triste storia che è  il loro biglietto da visita con tutti quelli con cui entrano in contatto.
Questo di tipo di narcisista si ritiene  infatti particolarmente sfortunato o “intrinsecamente difettoso”   ed è segretamente convinto che per lui sia tutto più difficile e che gli altri abbiano vite più fortunate e felici della sua.
La grandiosità narcisistica è presente ma è mascherata da una facciata dimessa o vulnerabile: il narcisista si crede sempre “speciale ” stavolta  per la sua sfortuna o per certi suoi  difetti, a causa dei quali ritiene di avere diritto ad un trattamento di favore da parte degli altri più fortunati e felici.
La consapevolezza delle sue carenze rende il narcisista covert rabbioso e invidioso anche se questi aspetti non si esprimono mai apertamente. 

 Può essere consapevole dei suoi aspetti narcisistici

Più introspettivo rispetto al narcisista overt, il narcisista covert può essere consapevole delle sue difficoltà relazionali e persino  può parlarne liberamente con la partner, analizzandole lucidamente.
Lei, soprattutto se ha l’indole della ” crocerossina(“ovvero una donna che cerca di curare le proprie ferite emotive occupandosi di quelle altrui) sarà lusingata da queste confidenze che la fanno sentire speciale e penserà che dal momento che lui è consapevole delle sue problematiche, ci siano dei margini per un cambiamento.
Purtroppo la consapevolezza delle proprie ferite  emotive non implica necessariamente la volontà di un cambiamento. Anzi, spesso questi discorsi sulla paura di amare e sulla difficoltà di stare in una relazione stabile vanno intesi come un avvertimento ( traduco: ” sono fatto così e ci sono molte cose che non posso/ voglio darti, se stai con me devi capirlo e accettarlo senza rimostranze”) .

E’ molto sensibile ma solo verso se stesso
Le donne che hanno avuto relazioni con narcisisti covert riferiscono che all’inizio della relazione credevano di aver conosciuto un uomo” speciale” perché fuori dagli schemi, intelligente, profondo e con una sensibilità fuori del comune.” Finalmente un uomo con cui si può parlare !”pensa lei.
Sebbene il narcisista covert si presenti come una persona sensibile (a volte vulnerabile) e sia capace, soprattutto all’inizio , di “carinerie” che farebbero presupporre un profondo interesse verso la partner, nei fatti sono incapaci di supporto emotivo e di empatia.
Centrato sui suoi bisogni e ancora di più sui  suoi tanti problemi, fa sentire la partner in colpa per richieste anche minime come quella di una telefonata o di un messaggio, elencando tutte le complicazioni e gli obblighi della giornata  incolpandola di aggiungere pesantezza ad una vita già provata e difficile di suo.
Aggiungo che questo tipo di narciso ha un funzionamento peggiore rispetto alla tipologia overt (che significa  nella vita se la cava molto peggio): pur essendo in molti casi intelligente e colto non riesce a fare carriera o a costruirsi una stabilità professionale ed economica. La mancanza di autostima e i bassi livelli d’energia rendono ogni giornata un campo di battaglia che lo vede arrivare a sera esausto.
Nei casi più gravi il narcisista covert  trova delle difficoltà persino nella gestione della quotidianità: molti sono trasandati, in sovrappeso, estremamente disordinati e non si curano della loro salute.
Di fronte alle richieste della compagna, lui mette un muro: “Con tutti i problemi che ho in questo periodo, ci mancavi pure tu !” è la risposta tipica che sottende il concetto ” la mia vita è già uno stress e  se adesso cominci a stressarmi anche tu, ti lascio”.
Spesso lei si mortifica, pensando di essere troppo esigente e mancante di sensibilità, in fondo tra i problemi di salute del padre anziano, il brutto carattere del capoufficio e un ex moglie vipera non ci si può arrabbiare se lui non risponde ai messaggi o lo fa con giorni di ritardo o se disdice gli appuntamenti all’ultimo o non c’è quando ci sarebbe bisogno di lui.
Molte donne finiscono così per accettare un rapporto  sbilanciato e privo di reciprocità con un uomo che chiede molto ma che dà ben poco.

Instaura rapporti di convenienza e di calcolo
A mio parere questo tipo di narciso instaura rapporti amicali e di coppia sulla base di criteri opportunistici in misura ancora maggiore del narcisista overt, spesso generoso dal punto di vista economico.
Ipercritico verso se stesso e verso gli altri, non riesce ad amare la sua partner che svaluta dentro si sé ma di cui ha un profondo bisogno. Come compagne tende a privilegiare donne accudenti e servizievoli che si dedichino a lui ma la cui devozione viene data per scontata.
Nella relazione tende a prendere più che a dare, a fare un minuzioso bilancio di vantaggi e svantaggi e calcola tutto ( il prezzo della benzina per venirla a trovare persino se è una piccola tratta, i 10 minuti di sonno in meno al mattino per dormire da lei, la fatica di chiamarla ogni giorno per mantenere la coppia).
Le donne in una relazione con un narcisista covert si lamentano spesso della sua avarizia che rispecchia anche un’ avarizia di sentimenti.
Un altra partner privilegiata  è una  compagna in carriera da cui può trarre vantaggi almeno dal punto di vista dell’immagine e con buone disponibilità economiche.
Questa tipologia di narciso può essere incline a farsi prestare soldi che poi non restituisce o a farsi mantenere.
Paradossalmente più riceve dalla relazione in termini d’affetto, attenzione, economici, più si sente ” bisognoso” e in ” debito” ( sentimenti intollerabili per un narciso) maggiore è la necessità di ristabilire l’equilibrio svalutando la compagna e prendendo le distanze da  una relazione che è diventata lo specchio delle proprie manchevolezze personali.

E’ poco interessato al sesso
Questo tipo di narciso presenta spesso nei problemi nella sfera sessuale. Problematiche di eiaculazione precoce, difficoltà nel mantenere l’erezione ma soprattutto assenza di desiderio sono molto comuni. Le compagne del narciso lamentano che lui non le ha mai desiderate neppure all’inizio della relazione, obbligandole a lunghi periodi di astinenza. A molti narcisi covert il sesso sembra non interessare e si concedono alla partner come se le facessero un favore (“pensi sempre a quelle cose li”). Poco in contatto con il loro aspetto pulsionale, vivono come pericolosa la perdita di controllo che c’è nell’atto sessuale, che comporta un abbandonarsi all’altro.
Per loro lasciarsi andare nell’intimità fisica significa a livello inconscio essere in balia del potere della loro donna ed è questa la motivazione per cui molti narcisi preferiscono una sessualità solitaria.

Tende a svalutare la compagna
La svalutazione della compagna è sempre presente qualora il narcisista si senta troppo dipendente e bisognoso della partner e rappresenta un tentativo di ristabilire il “potere” nella coppia.
Questo tipo di narciso, avendo una scarsa autostima, tende a scegliere una compagna che avverte come migliore di lui e che gli consenta di fare bella figura agli occhi degli altri, brillando di luce riflessa. Paradossalmente questo tipo di relazione accentua nel narciso la consapevolezza delle sue carenze e gli stimola l’invidia nei confronti della partner che percepisce come più dotata o più sana.
Invidia che si esprime con una svalutazione, qualche volta molto sottile e apparentemente scherzosa, diretta proprio ai quei settori in cui la partner eccelle e il narcisista si sente invece in svantaggio.
Il narcisista bruttino e trascurato fidanzato ad una donna bella e piacente criticherà il suo aspetto facendola sentire brutta e ordinaria e la renderà insicura e gelosa come si sente lui.
Invece il narciso che non riesce sul lavoro attaccherà la compagna che ha una buona situazione professionale, non mostrando alcuna partecipazione nei confronti dei suoi successi lavorativi e insinuando che forse non è così brava e che la sua carriera è frutto di circostanze fortuite.

Stare con lui drena le tue energie

L’indizio migliore che si sta vivendo una relazione con una persona che ha delle caratteristiche di questo tipo è che una relazione che drena ,poco a poco, le energie vitali. E’ difficile non rimanere contagiate dal cattivo umore, dal pessimismo cosmico e dagli attacchi di invidia (qualche volta ben mascherati) del narciso.
Senza accorgersene, le donne coinvolte in una relazione con un uomo con questa struttura caratteriale finiscono per “spegnersi”, ingrassano, trascurano il loro benessere e smettono di fare progetti personali per occuparsi affannosamente di lui.

Il presente articolo ha una valenza di carattere informativo.

Purtroppo, a causa dell'elevato numero di commenti e di lettere che ricevo tutti i giorni, non riesco a rispondere a tutti (come vorrei) e a farlo in tempi brevi. Inoltre le risposte ai commenti sono molto sintetiche, considerata anche la natura pubblica del sito web.

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By | 2020-05-01T10:14:43+00:00 28 Ottobre 2017|Narcisismo|89 Comments

89 Comments

  1. Sophie 29 Ottobre 2017 at 01:35 - Reply

    Gentile dottoressa, vorrei porle una domanda se possibile. Qualche anno fa ho conosciuto un uomo più grande di me, con il quale c’è stata subito una grande sintonia. Nacque una bella amicizia, ma sentivo la sua gelosia ogni qualvolta io parlassi con qualcuno di diverso da lui, nonostante lui fosse già impegnato (in un rapporto che non va), e nonostante io non gli abbia mai chiesto nulla. La nostra amicizia era più che sufficiente. Nel corso del tempo ho notato cambiamenti improvvisi nel suo comportamento, molto lunatici direi. Ha avuto (a suo dire) un passato e un presente molto tormentati da storie “sbagliate”, tutte misteriosamente finite/fallite con abbandoni da parte sua o di altri. Un giorno, dopo avermi raccontato di aver rotto con tutte le persone che riteneva significative mi ha detto “quindi preparati”. Ci rimasi molto male, non capivo il perché di tutto il discorso. Dopo qualche tempo, ha iniziato a dirmi che il nostro rapporto non andava più bene (come volevasi dimostrare), facendomi sentire inadeguata e accusandomi di cose che non avrei mai neppure immaginato. Così, all’improvviso. Una delle ultime volte mi ha anche proposto di farmi aiutare da qualcuno (“ha studiato psicologia, quindi lui sa”). Il tutto condito da un “per il tuo bene”.
    A me piace vivere le relazioni con tranquillità, non amo l’ambivalenza. Cerco sempre di trovare il lato positivo del rapporto, e lui alterna momenti in cui sembra volermi bene a momenti in cui ha una rabbia devastante nei miei confronti. Quando percepisco l’ambivalenza mi pongo sempre il dubbio sull’autenticità del rapporto, e me ne allontano. Non so come comportarmi. Adesso non ci vediamo da un pò, ma purtroppo ci rivedremo a breve. Spesso ricevo notizie da parte di altri, che dopo aver parlato con lui (di me) mi guardano con “compassione”. Io sono stanca sinceramente, penso di aver sopportato abbastanza, e penso che questo accanimento verso di me sia un abuso. Ho provato ad allontanare questa persona, ma non se ne va, non si schioda dalla mia esistenza. Dice che per me “ci sarà sempre” ma non gliel’ho chiesto… e mi sembra più una minaccia che una promessa. Ribadisco che ha studiato psicologia, faceva il terapeuta ma poi (stranamente) ha cambiato lavoro. Penso che sappia bene come comportarsi e come funzioni la mente delle persone, legge molto i blog di psicologia, seduzione ecc., e forse sono prevedibile per lui… Dottoressa, cosa posso fare per uscirne?

    • Anna Zanon 5 Novembre 2017 at 17:36 - Reply

      Cara Sophie, il problema non è mai l’ altro ma cercare di capire quali meccanismi psicologici ci tengono legate ad una storia malata e che ci fa soffrire.
      Storie di questo tipo sono possibili solo perché vanno a toccarci in certi nostri punti fragili.
      Il mio consiglio è quello di intraprendere un percorso terapeutico per cercare di rafforzarsi e poter avere la forza per di ” uscirne”.
      p.s: il mio italiano stasera non è il massimo ma spero che si capisca lo stesso quello che intendo

      • Natura 7 Agosto 2020 at 16:20 - Reply

        In iVi dico due cose. Volete fare male a un narcisista? Chiunque esso sia? Non cado nello scontato ma spiego più avanti. E la risposta è: Stare bene. Cioè. Questi individui abbiamo capito nascano naturalmente e in secondo luogo per aver subito, privi di amor proprio. Il perno è sempre uno. Le situazioni ci cambiano solo in base al terreno di partenza. Non hanno quello sano interiore. L’insicurezza patologica ovvero quella intrinseca e non passeggera, è una delle armi più pericolose. Semplicemente perché è il benessere e la casa di ognuno di noi. Laddove tutto parte. La testa. E le azioni esterne. Ciò comporta a una frustrazione di impossibilità che diventa cattiveria da sfruttare su coloro che considerano deboli. In realtà i veri forti. Perché coscienti e “vedenti”. Le vere vittime in questione spesso vengono scoccate in momenti fragili e persi. Poiché gli altri sono vampiri emotivi, finché voi sarete deboli, per osmosi inversa loro saranno forti. Non hanno luce propria. E non si parla di giusti stimoli umani per carburare. Ma di godere nel far soffrire per impotenza sentendosi forte. O nell’usare anche in modo sottile e indiretto, per sentirsi importanti. Esempio il vittimismo. Chi ha vere qualità o veri dolori, non li ostenterà mai. Ma lascerà i fatti parlare. Un po’ come l’uomo dal pene piccolo, che ama per mancanza d’altro o odia per mancanza d’altro. Questa mancanza può essere fisica come mentale sociale. Tutto dipende dalla foce. Appunto la vera identità la vedi quando non si ha nulla. In un modo ci nasci. È organico come il colore degli occhi o la forma del viso. Il cervello non è magia. E smettiamola anche di etichettare la qualsiasi con patologie cliniche riduttive falsate. A volte si è soltanto stupidi, infantili, insensibili. Non intellettuali emotivamente. È genetico o casuale. Capisco il dolore del voler giustificare o dare per forza un nome a qualcosa di indefinito che ci priverebbe di senso e speranza. Come un credo religioso. Ma la nuda realtà rende liberi. E se avete a che fare con un idiota, può essere “semplicemente” questo. È vero che siamo un mix di fatti complessi e imprevedibili. Ci può essere commorbilità. Ma la prevalenza rimane una. Io non tollero la polvere sotto il tappeto e la giustificazione. È più facile sapere chi hai davanti, un effimero balsamo per l’anima. Un solo coglione invece, ci destabilizza. Mentire a voi stessi aiuta sul momento, ma nel futuro? Fate vobis. È giusto lo stesso mettere in un contenitore e prenderne spunto. Per quello ne parlo, la reazione può essere giusta in qualsiasi caso marcio. Comunque se automaticamente voi trovaste la forza, quel giusto ego di trattarvi bene e reagire. E sì, è difficile per i salubri reagire, poiché fatti di amore e realmente demoralizzati quando il male ce l’hanno attorno. Ma con l’intelligenza è possibile quasi tutto. Ed ecco lì succederebbero due cose. O il carnefice perde del tutto il suo potere, diventando quasi depresso e ovviamente più rabbioso. O solo quest’ultimo aumentando però maggiormente, come fosse una gara, il suo pseudo benessere. Che in entrambi i casi come tutte le esagerazioni, porterà una bomba a scoppiare. Oggi si vede bene su instagram. Tutta questa competizione ostentazione nasconde grande inferiorità. Vuoi dimostrare chi sei? Lo devi solo a te. Gli umani sono riempitori compensatori giustamente anche la competizione è vitale per stimolo, ma, voglio dire, l’acqua è vita, se non ne bevi affatto muori, così se ne bevi troppa. Noi siamo il loro equilibrio. Essendo vuoti non sanno stare soli con sé, hanno bisogno di un porta spilli. Noi facciamo il contrario sacrificandoci per sentimenti e non pretendendo nulla in cambio. Che è ovviamente diverso accettare di essere umiliati. Nel paradosso coerente voi vi sentirete in colpa esclusivamente per aver reagito e non esservi fatti uccidere. E la risposta è proprio qui. La logica. Tendiamo a smarrirci cercando lontano quando abbiamo la verità davanti. Solo a leggerla e se la provate, capite che l’unica colpa che meritate di perdonarvi è con voi stessi per non averlo fatto prima, ma avere imparato una lezione. Accettazione di aver investito creduto a vuoto. Presa di coscienza e miglioramento personale con aiuto per altri. Il lavaggio del cervello che fanno è forte lo so. Per quello ora siete fortificati dalla vostra identità interiore. Poteva andare peggio e forse ne avevate bisogno. Non serve a nulla vedere il lato negativo. Siete masochisti per dolore subito? Siamo abitudinari, cambiate nutrimento saltando il ponte. Provate. E il bene per natura, sarà la vostra unica oasi. Il tempo non ha prezzo. Usatelo. Basta anche alle tattiche di qualsiasi genere. Se siete degni, sapete che per conoscere realmente, bisogna mostrarsi in verità. Vincere barando è perdere.
        Infine un appunto fondamentale sul covert. Si è vero è peggio del overt. Perché si piace ancora meno. Fateci caso. Di solito sono di aspetto non fortunato, mentre i classici, si trovano attraenti e fanno di tutto per esserlo e in qualche modo questo li gratifica, tiene impegnati. I subdoli hanno meno controllo, si subiscono e odiano interiorizzano, quindi di più. Non parlo solo di fisicità. Ma anche psiche. Non ci sanno fare, o sono ignoranti. Uno sfigato buono, vuole imparare, non invidia, non fa soffrire, è grato, e se soffre lo fa in silenzio. Uno sfigato cattivo, l’opposto. Come spesso accade le sfumature fanno le differenze. Uno che vuole sempre aiutare, deve puzzarci. Nemmeno chi ha la sindrome da crocerossina lo fa con chiunque, ma sceglie solo chi ama. Dare a pozzi senza fondo sarà uno sprecare continuò senza ricevere nulla in cambio se non schifo. Concludo per esperienza personale, che tranne rari casi, il covert e l’overt insieme, vanno molto d’accordo, i simili no, non si sopportano, rubandosi la scena a vicenda. Mentre la coppia di contrari crea un rapporto di motivazione vicendevole. Una setta vortice, che con una sniffata si riconoscono tra simili e disturbati arrivando a fare anche l’uno la scala dell’altro. Come due calamite a poli apposti sospese, non si attaccano ma si spingono a vicenda. Il covert si galvanizza con la finta vitalità del overt, l’overt fa sentire importante il covert con stucchevoli importanze complimenti compatimenti senza coinvolgersene. Il covert è più masochista è incline all’attrazione di chi non può avere. Allo stesso tempo non si sbilancerà mai se non otterrà prima. Quando avrà ottenuto come tutti i vigliacchi se ne approfitterà delle vostre debolezze. L’overt è per così dire più orgoglioso pieno di sé. Ha tattiche più esplicite, chi mi ama mi segua, è sfrontato. Il covert può quasi umiliarsi e proprio perché il lupo travestito da pecora fa più paura essendo inaspettato, voi vi fiderete prima e vi maledirete poi per averlo fatto. Capitevi perché le vostre intenzioni erano buone. Non sono d’accordo non possano essere entrambi sportivi. Ho conosciuto atleti. A maggior ragione viziati, superficiali, frustrati. Possono amare il sesso ma nella pratica aver bisogno di continue estreme rassicurazioni. Dipende il livello e tipo ancora. Sono puttanieri nati e per niente selettivi tranne della convenienza. Vogliono il top ma accettano chiunque li caghi. Svalorizzando sdiminuendo bruciando tutto. Hanno praticamente solo una ex storica. Ovvio chi li tollera. Rimane il loro jolly. E devono pulirsi il coltello addosso a te sporco del tuo stesso sangue. Il covert cerca eccome. Finché ci sei. E in parte passa per l’equilibrato dignitoso. Quando tu sai benissimo tutto il resto. Se torni loro ci sono. Se no avanti la prossima. A meno che non la trovino o non gli basti. Non sono “puri” e mai lo saranno. Prendono non danno e tirano ancora calci. Ognuno ha i suoi limiti finché questi non sono deleteri per il prossimo coscienti o meno, possono essere accettati. Riescono anche ad ammettere le lore colpe, scuse, difetti, allo stesso tempo menefreghisti, e non agire nel cambiamento. Dato che la zebra può rendersi conto di avere le strisce, ma non si sente sbagliata davvero per questo, né potrebbe mai togliersele. Sono molto attraenti per noi. Sanno come addolcirci. E dopo. Si raccoglie solo fiele. Il paradosso dell’esistenta. I cattivi sono forti per ignoranza e maggioranza. Chi nasce come noi è maledetto benedetto. Ma ricordatevi che la facciata rimane tale, e l’interno, intendo le gioie e felicità vere, le può provare solo chi sta bene. È il prezzo da pagare. Loro sono condannati all’infelicità. Per questo vogliono condannare gli altri. In qualunque modo possiate. Compatite mettendovi in salvo.
        Deficit insicurezza e basta può sussistere senza specificazioni. Tutti gli Onnipotenti che si credono tali e fanno lavori sociali a me puzzano. E “sei tu che glielo permetti”. Se sei una stronza. Si zerbina. Al contrario codardo no. Si capisce il valore di una Persona nel come tratta i più deboli. E le sfumature sono troppe per metterle nello stesso calderone. Esempio della rana bollita. Quando sei già in una pentola, scappa.

    • Francesca 10 Dicembre 2020 at 06:27 - Reply

      Buongiorno sono una persona che cerca di informarsi sempre in modo tale da comunque avere possibilità di capire! Leggevo il suo articolo sul narcisista mi sono riscontrata su tutto ho letto la mia storia! Ovviamente ci sono piccole differenze dove la persona che io mi sono imbattuta è estramente igienico ed ha sempre un aspetto curato, il suo finto ordine fatto di disordine, ovviamente ha un cassetto con indumenti messi perfetti con buste di biscotti, caramelle altre leccornie! Va molto spesso in bagno ad espelare i suoi bisogni ha un controllo anche sul suo stomaco! Mi ha usata fino ad oggi che fortunatamente andrà via dopo aver subito in 20 mesi violenze psicologiche, maltrattamenti fisici, umiliazioni mi ha spremuta l ho lasciato io la 1 volta a Maggio dove già aveva un contatto con una nuova vittima dove non l ha gratificato ahimè tornato indietro! Io non ero ancora cosciente del tutto poiché lui ha continuato a pagarmi il fitto di casa, pensavo che ero io sbagliata verso di lui assumendomi colpe. Adesso a fine ottobre ha trovato un altra vittima che credo avessero solamente rapporti epistolari e telefonici ovviamente stava sondando il terreno! Purtroppo la chiusura della zona rossa ha creato lui la costruzione di non portare a termine il suo compimento ed è stato un inferno questo ultimo mese dove lui si è arreso al mio rispetto imposto poiché non sono stata di mezze misure, fino a quanto ieri ha fatto tutte le sue buste con i suoi panni inutili poiché indossa sempre gli stessi indumenti conserva panni infiniti che non usa, dopo il litigio mi ha abbracciata ha pianto ho cercato di fargli capire che aveva bisogno di aiuta ma so che inutilmente era vano il mio discorso! Mi ha detto che lui ha un blocco con l ex moglie figlio che deve realizzare la sua vita da solo! Mi scuso per la lettera lunga ma volevo dire che molte donne sono affettivamente coinvolte dove questi individui le portano all esasperazione, mi auguro di non diventare come lui poiché ho letto molti articoli che molto spesso la parte lesa si rispecchia dopo come anche lei con la sindrome narcisista, mi potrà accadere? Premetto che a breve inizierò un percorso di psicologia proprio per disintossicarmi, la ringrazio Francesca.

      • Anna Zanon 16 Dicembre 2020 at 10:56 - Reply

        Buongiorno, anzitutto si deve congratulare con se stessa per aver avuto la forza di riconoscere che era una relazione tossica e di interromperla, poi credo che il percorso terapeutico l’aiuterà meglio a trovare le risposte che sta cercando e a rinforzarsi.

  2. Stella 16 Dicembre 2017 at 23:52 - Reply

    Gentile dottoressa Zanon,
    Questo articolo racconta perfettamente la mia esperienza, sembra scritto su misura per me. L’unico commento che mi sento di fare riguarda la strana sensazione che mi porto dentro, ora che è tutto finito, di profonda incredulità. Non riesco a capacitarmi che quell’uomo così colto, brillante, intelligente, in realtà non fosse semplicemente “bizzarro”, “emotivamente freddo e distaccato”, “afflitto da vuoti interiori dovuti alle sue vicende familiari”, ma una persona malata nella psiche e nell’animo che mi stava distruggendo e, pur essendone consapevole, non mi mollava. Mi ha distrutto l’autostima al punto di non credere, io stessa, a quello che il mio vissuto dimostrava in maniera indiscutibilmente oggettiva, mi ostinavo a sentirmi colpevole e non all’altezza, quando lui mi parlava delle ex, quando lui faceva osservazioni sul mio aspetto fisico. Avrei dovuto invece capire, lucidamente, il gioco perverso che aveva messo in piedi per rendermi insicura, gelosa, ossessiva, per farmi sentire sempre sminuita. Non so come spiegarle, una sorta di black-out del cervello, che entra in un tale stato di confusione ed immobilità, da rimescolare in continuazione le carte (rimettendomi sempre in discussione), per cercare di vederci più chiaro. Ecco vorrei capire se sono l’unica ad avere addosso questo senso di incredulità, di stupore nel pensare: accidenti, lui era una persona malata e non me ne sono accorta.
    Grazie ed un abbraccio a chi, come me, ha vissuto questo incubo e tenacemente ne sta uscendo

    • Barbara 26 Gennaio 2018 at 20:52 - Reply

      Stella Vorrei parlarti ..
      Barbara.3334974687

    • Roberto 12 Febbraio 2020 at 08:43 - Reply

      Ciao Stella, so’ esattamente come ti senti perché, a distanza di ben due anni, succede ancora anche a me. Io mi Chiamo Roberto e ho vissuto la stezsa tua situazione ma dalla parte maschile con una donna Narc-Covert che ha xevastato la vita non solo a mr ma anche alle mie due figlie. Se vuoi puoi scrivermi su WhaysApp….3713830729. Spero di poterti aiutare….ciao.

  3. Marco 2 Gennaio 2018 at 00:31 - Reply

    Gentile dottoressa, ho letto il suo articolo con grande interesse e l’ho trovato molto puntuale nella descrizione.
    Il motivo che mi ha portato al suo articolo è il seguente: sono venuto a conoscenza della categoria del narcisista covert un po’ di tempo fa e ho riconosciuto in essa molti miei tratti personali, dunque mi sono voluto informare in maniera più dettagliata.
    Venendo al suo articolo, mi permetto di fare una considerazione. Come si evince dal suo scritto, non è facile avere una relazione con un narcisista covert, per tutte le qualità negative (in cui, in parte, mi riconosco) che ha elencato. Tuttavia, ho l’impressione che dalla sua descrizione emerga un ritratto troppo sbilanciato sul nero in un’immaginaria scala cromatica. Voglio dire, un narcisista può sì essere una figura tossica nella vita di un’altra persona, ma quello che secondo me non emerge dal suo articolo è che il narcisista covert (il discorso potrebbe valere anche per gli overt), avendo delle modalità relazionali disturbate è esso stesso una persona disturbata. E non solo nei confronti degli altri, ma anche di sè stesso: d’altronde l’ha detto anche lei che il funzionamento di questo soggetto non è dei migliori. Dunque quello che intendo è: pur essendoci, all’interno della gamma dei disturbi di personalità, disturbi che stanno “meno simpatici” di altri, come questo, quale atteggiamento deve assumere un terapeuta nei confronti di un narcisista covert? Non merita forse il narcisista lo stesso atteggiamento empatico e “compassionevole” di altre figure? So che suona come una critica (o come vittimismo!), ma in tutti gli altri articoli che ho letto a riguardo ho trovato lo stesso atteggiamento, che mi è suonato leggermente demonizzante.
    La ringrazio in anticipo.

    • Anna Zanon 3 Gennaio 2018 at 11:15 - Reply

      Gentile Marco, la ringrazio per le sue garbate osservazioni che condivido. Come dice giustamente lei, il narcisista non si comporta così per libera scelta ma perché non ha le risorse per fare altro ( e aggiungo che i narcisisti covert soffrono molto di più rispetto ai narcisisti overt).
      L’intento del mio articolo non era quello di descrivere una persona reale con tutte le sue sfumature e peculiarità ma un disturbo complesso in poche righe senza avere la pretesa di essere esaustivo.

  4. Marco 8 Gennaio 2018 at 01:47 - Reply

    Gentile Dottoressa, ho letto con molta attenzione il suo articolo, e ho sentito i brividi lungo la schiena, perché purtroppo è tutto drammaticamente vero. Sono un narcisista covert, ho 32 anni, e sono cosciente dei danni che ho fatto, e anche dei tantissimi danni che MI sono fatto. Ho investito molto tempo e denaro approcciando diverse discipline e correnti di pensiero per accrescere la mia autostima, ormai sono 12 anni che ci lavoro, ma continuo a sentire una voragine immensa dentro di me, non sento di avere una mia “personalità”, non mi piaccio, ho vergogna di me stesso e della mia vita, ho autosabotato il mio percorso professionale più volte, e ho rinunciato da tempo alla compagnia di una donna, dopo aver visto sfiorire una splendida persona che ha trascorso 2 anni della sua vita con me. Gli anni passano, ho raggiunto qualche piccolo traguardo, mi viene riconosciuta una spiccata intelligenza, ma le tante “fantasie” che mi tenevano in piedi pro futuro – fantasie di status, di ricchezza, di potere, di realizzazione – sembrano sempre più sbiadite ed evanescenti, ho perso credibilità nei miei stessi confronti. E’ terribile una vita così. Non ho trovato molto materiale in merito a terapie per questa forma di narcisismo, e questo mi preoccupa molto. Avevo provato con la Scheme Therapy ma poi avevo dovuto interrompere per questioni economiche, e anche perché non stavo cavando ragni dal buco. Sto buttando via la mia vita, soffrendo ogni giorno. In passato mi sono imbattuto in piccole oasi di pace quando qualcosa filava per il verso giusto – ma col passare degli anni ho complicato tutto, ho deluso molte persone, ho sprecato tutti i miei capitali di credibilità e affidabilità. Dottoressa le sono riconoscente per aver posto all’attenzione dei lettori e delle lettrici questo tema.
    Un’ultima cosa: in amore possiamo essere estremamente subdoli, sminuire, lanciare frecciatine di pessimo gusto, è capitato anche a me, e una volta “riavutomi” da quella reazione – il che poteva accadere pochi secondi dopo – mi chiedevo come fosse possibile che sentissi quell’impulso irrefrenabile a sminuire una persona verso la quale provavo sentimenti genuini, ma verso la quale mi sentivo così inadeguato.

    • Anna Zanon 9 Gennaio 2018 at 18:03 - Reply

      Gentile Marco, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza e per le sue considerazioni che potranno aiutare i lettori del blog.
      Lei mi sembra molto consapevole di tanti meccanismi psicologici e questo è un ottimo punto di partenza per modificarli. Non si scoraggi! Non vedrei male per lei un percorso analitico. Provi a chiamare il CIPA ( CENTRO italiano psicologia analitica) : 02 5513817. Credo che potranno darle delle dritte, tenuto anche conto della sua situazione economica

      • Paola 4 Novembre 2018 at 16:02 - Reply

        Si può definire una malattia Dottoressa? Vivo una storia con un uomo che ha esattamente questi comportamenti e mi sta spegnendo. Ho letto di tutto per capire come aiutarlo ma non ne esce e così io. Io non credo lui abbia la forza di uscirne ma è consapevole di questi comportamenti sbagliati. In pochi momenti di onestà intellettuale lo ha ammesso. Che si può fare?

        • Anna Zanon 5 Dicembre 2018 at 10:19 - Reply

          Bella domanda! Se lui, come sempre capita, non ha la motivazione per cambiare, a farlo deve essere lei. Le consiglierei di documentarsi sulla patologia, sapendo più cose possibili e poi, se intende restare nella relazione, cercare di prendere le distanze da certi comportamenti ( sapendo che dipendono da difficoltà del suo compagno che su certe cose è come se avesse una specie di ” handicap” ) senza però subirli.
          Se poi vuole spiegarci un po’ meglio quali comportamenti la turbano di più, posso cercare di darle un consiglio in merito.

    • Laura 2 Febbraio 2018 at 14:28 - Reply

      Le tue parole colpiscono. Se hai preso coscenza di questa situazione e credi di amare realmente la tua ragazza o ex ragazza hai modo di curarti e probabilmente nonostante tutto lei ti perdonera e potrete intraprendere insieme un nuovo viaggio dentro di voi se lo volete. Mi piacerebbe parlarti di persona se sei di milano.

    • Agny 8 Novembre 2018 at 15:42 - Reply

      Ciao Marco,
      Sono una 25enne che sta con un presunto narcisista covert.Volevo farti una domanda. Hai mai tradito le tue ragazze oltre ad avere l’ impulso irrefrenabile di sminuirle?

    • Ally 3 Giugno 2019 at 12:25 - Reply

      Ciao Marco,
      Ho 26 anni e vorrei ricavare delle informazioni sul tuo modo di sentirti, percepire il mondo e vedere le tue partner perché, tristemente, ho riscontrato questa personalità nel mio partner che, spesso, mi riserva mutismo e involontà di comunicare. Non voglio giudicarti, voglio solo provare a capire come ci si sente ad avere questa brutta bestia. La tua consapevolezza è un importante punto di partenza per imparare a correggere le tue disfunzioni, le tue credenze, i tuoi schemi, i tuoi pattern. Sono una persona molto empatica ma, non per questo non ho dei tratti narcisistici. Le partner di un narcisista sono persone opposte e, al contempo, complementari che hanno soppresso il proprio narcisismo malsano ed enfatizzato un’ empatia disfunzionale. Ecco, tu hai reagito ad eventuali traumi emotivi o a possibili svalutazioni reiterate durante la tua infanzia nel modo opposto: hai soppresso la tua empatia non ancora strutturata ma in fase di sperimentazione, per enfatizzare il tuo narcisismo malsano. Il mio “partner” ha questo imprinting.

    • Romano 27 Aprile 2020 at 21:00 - Reply

      Fare le autodiagnosi a mio avviso non è mai corretto,

  5. Francesco 15 Gennaio 2018 at 13:15 - Reply

    Salve dott.ssa Zanon
    Sembra incredibile quanto la sua precisa ed esatta descrizione della personalità narcisistica covert somigli a quella della donna con cui mi sono relazionato per un anno e mezzo.
    È finita già da un anno e nonostante abbia intrapreso un percorso terapeutico il mio pensiero è ancora la…
    le sensazioni che provo sono di rabbia con me stesso per essere caduto a 40 anni in una trappolà del genere.
    Dissonanza cognitiva… sono consapevole della sua patologia.. eppure dentro di me a volte mi sento sbagliato io.. come se non fossi stato all altezza …. che forse se L avessi gestita meglio sarebbe andata diversamente….
    L ho amata tanto.. le ho dato la parte migliore di me e ho fatto da padre a suo figlio. Ma era impossibile costruire qualcosa con lei anche se all inizio faceva grandi progetti.
    Ogni volta che mettevo amore e cercavo intimità lei mi respingeva con attacchi improvvisi, inopportuni e talvolta crudeli… insulti velati che mi lasciavano interdetto…percepivo quasi un invidia per la mia capacità di amare non riuscivo a comprendere il perché di tanta aggressività… e sapeva come ferirmi in maniera “ scherzosa” … che mi lasciavano col dubbio se arrabbiarmi o lasciarla stare.
    Le dico anche dott.ssa che quando sono riuscito ad allontanarmi anche le sue “ amiche” mi hanno detto di fuggire da lei.
    Il mio allontanamento non era vero però… era un tentativo di tirar fuori una reazione in lei … reazione che non ci fu… e in seguito ad un ultimo mio tentativo lei mi prese letteralmente a calci nel sedere dicendo che non poteva darmi quello che volevo… quando fino a 2 settimane prima mi diceva che non poteva pensare ad una vita senza di me.
    Li capii che non mi aveva mai amato nonostante a parole si dichiarava innamorata … non si è preoccupata nemmeno di coinvolgere suo figlio di 5 anni…
    Prima ha preteso che costruissi un rapporto con lui… poi con superficialità ci ha separati.
    Non le dico che dolore per me… un bambino particolare … con problemi psicologici ( con una madre così…), ma che sentivo quasi mio e lui si era molto legato a me.
    Dopo la fine ha continuato a cercarmi… io per non soffrire oltremodo L ho bloccata dappertutto.
    Passano 5 mesi e mi vengono a dire che ha delle relazioni con uomini sposati. Chiaramente queste relazioni non andarono a buon fine e quindi si ripresentò da me cercando in tutti i modi di parlarmi … tramite le amiche, la madre ( figura pericolosa , manipolatrice che mi ha circuito peggio della figlia) e dulcis in fundo vedendo il mio netto rifiuto ad incontrarla, utilizzo il figlio per vedermi dicendo che piangeva e sentiva la mia mancanza ( dopo 5 mesi?!?!?!)
    Li ho compreso la sua cattiveria… gioca con i sentimenti e la sensibilità non solo mia ma anche del figlio. Mi faceva lasciare messaggi in segreteria telefonica da parte del figlio sotto sua dettatura.
    Orribile.
    A quel l’unto le ho parlato e detto tutto quello che pensavo di lei… anche perché nel frattempo mi ero documento sulla patologia narcisistica… e se mentre all inizio della telefonata lei era tutta dimessa e povera vittima… quando le ho detto che non doveva utilizzare il figlio per circuirmi m, che una madre dovrebbe tutelarlo è che il figlio ha problemi per colpa sua… beh li è riuscita la vera personalità patologica … mi ha preso a male parole insuktandomi.
    Nei mesi successivi ha provato ancora a farsi sentire… un giorno la incontrai casualmente ma io filai dritto cin in semplice ciao. L ultima che fece 3 mesi fa è chiamare mia sorella la quale con educazione non le diede possibilità di parlare tagliando corto con una scusa.
    Una vera storia tossica… persona malata e negativa che si è fatta strada attraverso le mie fragilità e le mie ferite… senza scrupoli… senza morale.
    Vorrei non averla mai incontrata

  6. bianca 31 Gennaio 2018 at 09:01 - Reply

    Buongiorno Dottoressa,
    nel suo articolo, che ho trovato molto interessante, non ho trovato cenni al silenzio del narcisista covert.
    Tecnica manipolatoria che crea molta sofferenza e sbigottimento in chi la subisce.
    Il semplice cortegiatore, o partner di breve o lunga data, dopo aver attuato il love bombing e aver raggiunto l’obiettivo, oppure perché si stente minacciato dalle accuse della controparte, o da alcune richieste a cui non puo’ rispondere…si chiude in un silenzio tombale che puo’ durare anche mesi.
    In questo caso, qual’é il suggerimento: prenderlo di petto e chiedere spiegazioni o lasciarlo nel proprio brodo attuando il no contact?
    grazie

    • Anna Zanon 16 Febbraio 2018 at 11:16 - Reply

      Gentile Bianca, il silenzio del narcisista covert o overt ha lo stesso significato: punire l’ altro rendendolo insicuro, avere il controllo della relazione, avere il pretesto per frequentare altre donne o semplicemente creare una distanza in una relazione che sta diventando troppo coinvolgente o intima. Purtroppo la richiesta di spiegazioni o il confronto diretto non sortiscono alcun effetto: anche il narcisista covert è abilissimo nell’ arte di rigirare le frittate, facendo sentire la partner in colpa e dalla parte del torto.
      Di solito il narcisista covert utilizza come cavallo di battaglia i suoi problemi..” con tutto quello che sto passando, ci metti anche tu a rovinarmi la vita con le tue paranoie.”

  7. Narcisa 26 Febbraio 2018 at 17:21 - Reply

    Buongiorno, penso di essere una narcisista covert, anche se ho anche caratteristiche overt e tratti istrionici. Ho cercato di correggere certi miei modi di fare sprezzanti e arroganti ( in realtà non sapevo di essere così insopportabile) ma ciò mi ha provocato ansia sociale e depressione. Cioè, ogni volta che cerco di modificare i miei atteggiamenti mi sento male! Molto male…da desiderare la morte. Attualmente riesco a nascondermi molto meglio, in realtà, e sinceramente non voglio provare più quelle brutte sensazioni. Non basta fingere, e basta? Tipo come diceva, facendo appunto finta di essere in maniera diversa. In realtà attualmente non provo più invidia per nessuno, e non dico più cattiverie o rispondo in maniera maleducata…e che mi sembra proprio impossibile mettermi sullo stesso piano degli altri: mi sento speciale, e non riesco a togliermi quest’idea..io comunque come un overt punto molto sulla carriera, e ho molta determinazione e tenacia, e energie, nonostante la poca autostima ( anche se mi piaccio anche un sacco) ho un bell’aspetto molto curato, ma allo stesso tempo trasandato, proprio come una metà overt covert. Inoltre penso che io abbia qualcosa che non va…tipo che sono difettosa, e quindi poco amabile…il tutto nasce da esperienze molto umilianti da bambina che mi portarono pure a pensare di suicidarmi da bambina ( si immagini una bambina di 11 anni che vuole uccidersi) e non per i miei genitori( molto indirettamente, ma per le difficoltà e il muro che ho trovato fuori dalle mura tranquille di casa!)

    • Anna Zanon 17 Marzo 2018 at 20:32 - Reply

      Cara Fede, no non voglio chiamarti Narcisa ..più che una narcisista covert o overt, a me sembri una persona che ha dentro tanto dolore e tanta sofferenza e a cui hanno fatto così tanto male che si sente oggi difettosa e poco amabile.
      Smetti di autodefinirti e impara a vederti per quello che sei : una persona bella ma ferita e che a volte ,per difesa, non si comporta come vorrebbe.
      La terapia potrà aiutarti a vederti con occhi diversi

  8. Arianna 11 Marzo 2018 at 21:10 - Reply

    Gentile dttoressa, ho ritrovato molte delle caratteristiche descritte nell’articolo in una persona che mi ha fatto e mi sta facendo tuttora soffrire.
    Non so se sia un narcisista, ma se non lo è si avvicina molto.
    Ci conosciamo in ufficio, siamo colleghi e lavoriamo a stretto contatto, entrambi siamo fidanzati da alcuni anni. Io in crisi, lui non sembra particolarmente entusiasta della sua relazione ma è molto riservato, non si sbilancia.

    Arriva in azienda a luglio, verso marzo inizia a farmi molti complimenti e a corteggiarmi. Io non capisco le sue intenzioni perché sembra il classico bravo ragazzo, che tiene alla sua fidanzata e non fa commenti sulle altre ragazze. All’epoca non ero attratta da lui, ma l’ho sempre considerato un ragazzo interessante e sensibile.
    Una sera, durante una festa aziendale mi dice nell’orecchio: ti penso sempre.
    E io da quel momento, non so che cosa sia scattato, ma ho iniziato a pensare a lui in modo diverso.

    Una sera mi chiede di uscire e qui inizia a confidarmi fatti della sua infanzia che l’hanno fatto soffrire. Aggiungendo che sono la prima persona con cui si confida e che le cose che mi sta raccontando non le ha mai dette nemmeno alla sua ragazza.

    Io rimango sorpresa e lusingata dalla fiducia che sente nei miei confronti e i miei sentimenti crescono sempre di più.

    Nasce l’amore, vogliamo stare da soli appena possibile, viviamo dei momenti magici e scopriamo un’intesa unica che ci porta via dal piano terreno.

    Lui si lascia andare a dichiarazioni importanti del tipo: mi immagino io e te in mezzo a un campo di battaglia, mentre gli altri si fanno la guerra noi ci baciamo e ci sentiamo al sicuro/le cose non potranno tornare come prima perché tra di noi c’è stato troppo/scappiamo insieme lontano/sembra di conoscerti da una vita.

    Viviamo una passione travolgente per circa un mese e mezzo. In cui è tutto bellissimo e romantico, ma anche faticoso, perché entrambi parliamo di come sarebbe difficile lasciare i nostri rispettivi partner, e quanto questo li farebbe soffrire.

    Così io gli dico: viviamo i prossimi tre mesi per vedere come va, poi a settembre prendiamo una decisione.

    Poi mi chiede il contatto di una psicoterapeuta dato che gli avevo confidato che per stare meglio con me stessa da circa due anni andavo in terapia. Così inizia anche lui ad andare da una psicologa.

    Da quel momento le cose sono iniziate gradualmente a peggiorare fino a quando tornata in ufficio dopo il weekend inizia ad essere distaccato e a trovare scuse per non vedermi dopo il lavoro.

    Io gli chiedo spiegazioni fino a che a un certo punto mi dice che non prova più sentimenti per nessuno. Non sa più chi è. Sente un vuoto dentro. È triste e non prova più emozioni. Che la terapia gli ha fatto rivivere dei momenti difficili del passato che l’hanno traumatizzato. Una volta mi dice addirittura che lo faccio sentire sbagliato, quando io non l’ho mai giudicato ma volevo solo capire che cosa stesse succedendo.

    Io cerco di stargli vicino e cerco di capire che cosa potrebbe farlo stare meglio. Lui però sembra peggiorare, fino al punto di avere istinti suicidi.

    Non so cosa fare. Intanto tra di noi non ci sono quasi più momenti romantici, ma solo abbracci, baci sulla guancia e carezze.
    A luglio, dopo una serata tra colleghi, ci baciamo con passione ed è tutto bellissimo e magico come all’inizio. Tornata a casa mi scrive un messaggio: vorrei riuscire ad essere sempre me stesso.

    Ma le cose non migliorano, anzi, io ahimè mi lego sempre di più ma inizio a stare male perché non riesco più a capirci niente. Anche perché in ufficio sembra allegro e tranquillo con gli altri. Ma quando siamo soli cade nel buio più profondo e mi dice che con gli altri indossa una maschera.

    Tornata dalle vacanze a settembre inizio a non farcela più anche perché lui è sempre più distaccato. A fine settembre vuole parlarmi, mi dice che è passata molta acqua sotto i ponti e che dato che non prova più niente per nessuno non ha più senso continuare.

    Io prendo atto della sua decisione anche perché non ce la facevo più a vivere in quel limbo. Ma in cuor mio pensavo che quando fosse guarito sarebbero rinati i suoi sentimenti per me.

    Così è iniziata la fase dell’amicizia molto intima in cui ci scrivevamo spesso quasi tutti i giorni. E devo dire che mi è stato vicino per cercare di farmi superare il difficile momento.

    Io nel frattempo gli ho scritto una lettera in cui gli ho dichiarato tutto il mio amore e affetto.

    Pian pianino lui è iniziato a stare meglio, mantenendo però una forte componente di cinismo verso tutto e tutti. Mi dice che il suoi sentimento per me si sono evoluti in un sentimento di profonda amicizia e che mi vuole un bene dell’anima.

    Io sono iniziata a stare un pochino meglio perché sembrava che avessimo recuperato la complicità di un tempo e adesso che lui stava un pochino meglio nutrivo delle speranze. Anche perché ogni tanto anche in ufficio faceva dei rimandi alla nostra storia passata, magari lanciando delle frasi che capivamo solo io e lui.

    E invece, un bel giorno di gennaio mi dà l’ennesima batosta dicendomi che sotto Natale ha chiesto alla sua ragazza di sposarlo.

    A quel punto il mio atteggiamento verso di lui è cambiato. Ho iniziato a vederlo come collega e a cercare di spezzare quel legame che mi ha causato solo sofferenza.

    Lui è irritato quando sono distaccata e dopo una giornata intera in cui non gli ho rivolto la parola è arrivato al punto di dirmi: scommetto che se adesso ti dicessi che sono così triste da volermi uccidere tu mi daresti una mano.
    Inoltre è davvero suscettibile alle critiche, non gli si può dire niente che se la prende.

    Devo cercare di superare questo momento, non è facile lasciare andare una persona a cui ci si è legati a tal punto. La cosa che fa più male è che lui è riuscito a dimenticare tutto come se nulla fosse successo.

    Se mi avesse voluto davvero bene non mi avrebbe dato questo dispiacere tre mesi dopo la chiusura della nostra ‘storia’ e un mese dopo aver letto la mia lettera. Voglio dire, era così urgente? Soprattutto dopo che tre mesi prima mi dice di non provare sentimenti per nessuno, nemmeno per la sua ragazza

    Se non altro sapendo a cosa dovrò andare incontro: battute in ufficio su suo matrimonio, il dover sembrare felice agli occhi di tutti gli altri, per non parlare del giorno in cui consegnerà a tutti le partecipazioni.

    Probabilmente non gli è mai importato niente di me, ma solo di se stesso, e io mi sono fatta fregare.

    • Anna Zanon 17 Marzo 2018 at 19:30 - Reply

      Cara Arianna, mi dispiace molto per la sua brutta esperienza. Quando lei ha cominciato questa relazione, non si trovava in una situazione ottimale perché era in crisi con il suo compagno che non riusciva a lasciare. E’ possibile che per uscire da questa situazione dolorosa avesse bisogno di vivere un grande amore che la trasportasse e le desse il coraggio di rompere con il suo compagno. Probabilmente in base a questi suoi bisogni l’ha idealizzato e unito al fatto che questo ragazzo mi sembra un abile manipolatore l’ha visto non per quello che era ma per quello che pensava che fosse.
      Sulla diagnosi di lui non mi sbilancio ma mi ha fatto rabbrividire la frase che le ha detto sull’ uccidersi. Una grande arma di queste personalità manipolatrici è ostentare la propria fragilità, che sicuramente c’è ma che viene usata per non prendersi le proprie responsabilità e per indurre nell’ altro il senso di colpa ( se non mi stai vicino mi uccido). Credo che sia vero invece quello che le ha detto sul sentirsi vuoto e senza sentimenti. La capacità di amare appartiene solo alle personalità più sane, chi ha una struttura più fragile prova delle forti emozioni ma non dei profondi sentimenti e le emozioni vanno e vengono.
      Io non ho però l’impressione che non ci sia stato un inganno consapevole: in quel momento quelle cose le pensava e le sentiva, ma non avendo una personalità solida ha cambiato idea e modo di sentire

  9. Nicola 12 Maggio 2018 at 10:02 - Reply

    Gentile dottoressa, temo di essere incappato in una narcisista covert. La conosco e cominicio a sentirla. Donna in carriera, ultra curata, brillante, ecc ecc.. All’inizio, regali effusioni, affetto ecc ecc…e lamentele sul mondo sempre più schifoso. Ma qualcosa mi tenteva a freno, non so definirla. Ogni tanto ricevevo delle richieste di attenzioni del tutto inaspettare per farmi sentire in colpa. Cose del tipo… ma non mi ringrazi per averti fatto vedere questo… cose di questo tipo. La mia reazione era allontanarmi per un senso di scarsa empatia. Ma lei era sempre li, sempre a cercarmi con molto garbo ed intelligenza. Ogni tanto un ultimatum con proposte a 5 stelle in posti fantastici. Alla fine dopo mesi, decido di invertire la rotta e lasciarmi un pochino andare. Pensavo che ci tenesse a me davvero. Ed invece, probabilmente era riuscita a trovare il mio punto debole: la mia paura dell’abbandono. E’ stata la fine, una marea di accuse, di frasi ingiuriose ecc ecc. Sono rimasto scioccato. Pensando che fosse solo rabbia e sentendomi in colpa, ho provato a recuperare, chiedendole addirittura scusa, ma le ” fucilate” gratuite ed imporvvise erano sempre in agguato. Alla fine, dopo un po’ di sospensione da parte sua mi abbandona additandomi tutte le colpe della fine, dicendo di averla fatta raffreddare. Leggendo un po’ in rete, e ben sapendo del mio trauma dell’abbandono su cui ho lavorato parecchio, credo, comunque, di essermi imbattuto in una donna narcisista. Se davvero fosse cosi’ questo mi libererebbe dal senso di amarezza che ancora persiste in me!!

    • Anna Zanon 28 Maggio 2018 at 09:00 - Reply

      Gentile Nicola non è facile capire bene una situazione complessa basandosi sulle poche righe di una mail. E’ possibile che la sua ex fosse una narcisista ma è ancora più provabile che nel vostro rapporto siano scattate delle dinamiche che non avete compreso e padroneggiato e che vi hanno portato ad allontanarvi malamente. Si ricordi che una diagnosi è sempre una semplificazione e che può essere utile e costruttivo cercare di capire qual è il ruolo che abbiamo giocato nel rapporto che ha fatto sì che le cose andassero in un certo modo senza cadere nella tentazione di pensare che il problema sia solo che l’ altro ha qualcosa che non va.

  10. Miao 28 Maggio 2018 at 14:16 - Reply

    Buona sera Dottoressa, ho letto il suo articolo e senza presunzione di fare alcuna diagnosi credo che il mio compagno sia un narcisista covert. Suo padre è un narcisista overt e fa di tutto per sminuire sia il figlio che tutto quello che gli sta intorno creando nel tempo non pochi problemi.
    Ha provato con me e per un periodo mi ha fatto star male ma sono tornata in equilibrio e l’ho allontanato dalla mia vita.
    Per quanto riguarda il mio compagno io penso che sia narcisista covert perchè non prova empatia, racconta bugie o modifica la realtà, cerca consensi (per capirci… cucina e non gli diciamo subito se è buono – un non è buono difficilmente lo accetta- e si dice da solo che è magnifico o superlativo), fa complimenti assolutamente esagerati e fuori luogo, ecc però è più dimesso e vittimista rispetto alla descrizione del narcisista ”classico”.
    Poi in particolare ho dovuto bloccare i suoi comportamenti denigratori nei confronti di mio figlio adolescente.
    Tutto questo dovrebbe farmi volatilizzare ma… abbiamo una figlia…
    Ho letto delle varie tecniche di ”no contact” e potrei anche metterle in atto ma non è possibile.
    Oltre a tutto so proteggere me stessa ma è difficile proteggere i miei figli.

    • Anna Zanon 30 Maggio 2018 at 09:05 - Reply

      Buongiorno, la consulenza on line quando si tratta di situazioni complesse come quelle che lei descrive anche perché ci sono figli di mezzo non è indicata. Meglio invece approfondire la situazione con un colloquio con uno psicoterapueta

  11. Enrica82 28 Maggio 2018 at 14:46 - Reply

    Salve, io sono convinta di aver una relazione con un narcisista covert. Il problema è che più sto con lui e più discutiamo, più ho il dubbio che sia io la narcisista in questione. Anche se io sento che lui mette la razionalità prima delle emozioni mentre io faccio l’inverso quindi spesso non riesco a parlargli perché lo temo e ho paura che fraintenda. Come faccio a sapere se sono io la narcisista? O come posso dirgli che sia lui il narcisista?

    • Anna Zanon 30 Maggio 2018 at 09:01 - Reply

      Cara Enrica, io credo che sia utile uscire dalla logica del ” chi dei due è quello narcisista” ovvero chi dei due è quello ” sbagliato” per cercare di capire meglio cosa veramente succede tra voi due. Bisogna capire l’ altro e le sue esigenze senza partire da una posizione di pregiudizio ” io ho ragione e tu hai torto” ma da una posizione di comprensione e non giudizio.
      E’ chiaro che quando una persona si sente giudicata si mette sulle difensive e diventa rigida sulle sue posizioni..

  12. Stefano 27 Giugno 2018 at 21:42 - Reply

    Gentile dottoressa, leggendo il suo articolo ritrovo quasi tutti i miei tratti, ho come avuto l’impressione che qualcuno mi dicesse in modo diretto il mio essere e il mio fare. Di questo me ne rendo conto soprattutto in contesti lavorativi dove sembrano emergere di più queste caratteristiche dell’ essere narcisista covert. Forse perché alla lunga non si può fingere e/o nascondere di essere e come conseguenza non riesco a lavorare e interfacciarmi con colleghi in mode sereno, mi sento di fare sforzi enormi anche su questioni banalissime. Credo di avere seri problemi a relazionarmi e quando lo faccio credo che lo faccio sempre per ingannare gli altri. Questa cosa mi sta letteralmente distruggendo. Premetto che non mi piaccio fisicamente, un peso ormai che mi porto perennemente, leggendo il suo articolo tuttavia credo rientri nel sentirsi “sfortunati” appunto.In passato qualcuno mi ha fatto notare che io ho scelto di non avere relazioni con delle donne, credo sia vero, ma penso che il problema sia più complesso. In ogni caso soffro tanto per come ritengo di essere e di agire e dell’idea che ho degli altri. Dopo tanto tempo e tante delusioni, reali o non, l’unico aspetto positivo del mio pensare è il fatto di essere consapevole che sono malato nello spirito. Fatta questa premessa e ribadendo che mi ritrovo nella descrizione da lei fatta, non essendo esperto di malattie dell’essere e di psicologia in generale, sto cercando di capire qualcosa. Avrei due domande molto semplici da porle.Nel suo articolo non cita mai una causa. Esistono delle cause accertate, anche in linea del tutto generale tipo predisposizione genetica, presunti problemi familiari, non accettare modi di fare ed essere del padre, traumi vari ecc. Credo che in grande parte sia legato al vissuto all’infanzia. Mi sbaglio? L’altra domanda riguarda una sua risposta ad un commento dell’utente Marco cioè il fatto che il narcisista covert mette in atto una serie di strategie perchè non ha altre risorse per fare altro. Che tipo di risorse? Mi potrebbe chiarire questo concetto? In circostanze normali, quindi si dovrebbero avere delle risorse?

    • Anna Zanon 3 Luglio 2018 at 16:00 - Reply

      Caro Stefano, mi fa delle domande molto complesse a cui non è facile trovare una risposta in questo blog. Credo però che lei abbia fatto il primo passo per stare meglio e cioè guardare la sua sofferenza. Lei ha un grande dolore dentro sin dall’infanzia che le impedisce di essere la persona che vorrebbe e di relazionarsi con gli altri in modo fiducioso.
      Io credo che potrebbe esserle utile un percorso terapeutico per imparare a conoscersi, capirsi e trovare le sue risorse

  13. Susy 26 Agosto 2018 at 20:23 - Reply

    Gentile dott.ssa,
    da due anni credo di avere una relazione con un uomo per certi versi narcisista. Appena uscito da matrimonio, primi periodi bellissimi, suoi tentativi di tornare a casa falliti, si vive la relazione a intermittenza… da un po’ siamo entrati in un loop: ci si frequenta, ci si piace, si fa l’amore, sua crisi e silenzio, uno dei due dice di voler smettere per le troppe difficoltà. Si smette un tot, ci si rivede, il sentimento c’è, si ricomincia come prima. Ribadisco che è fuori di casa da 2 anni e mezzo, in (inutile) terapia di coppia per chiudere l’altra relazione da mesi, dice che non riesce ad essere sincero con sé stesso e con l’ex ed accettare definitivamente la situazione… possibile mai che non ci sia speranza per lui? Anche se a piccoli passi… cambierà mai?

    • Anna Zanon 4 Settembre 2018 at 14:36 - Reply

      Gentile Susy, mi sembra che purtroppo la vostra relazione si sia incastrata in un gioco relazionale di lascia e prendi che difficilmente potrà essere modificato a meno che lei non intervenga in questa dinamica relazione cambiando le sue mosse e quindi le regole del ” gioco”.
      Lo destabilizzi, non sia prevedibile, ora è lei che ha dei dubbi e soprattutto sia lei a piantarlo in asso. Si ponga in modo diverso: deve essere lui a corteggiarla e a convincerla che vale la pena di frequentarvi, non quella che deve elemosinare tempo e affetto.
      E’ un consiglio paradossale ma a volte ( molto raramente) funzionano

  14. Occhiblu 7 Settembre 2018 at 13:31 - Reply

    Buongiorno, vorrei chiedere se è possibile che mentano anche sui figli.
    All’inizio della conoscenza mi disse di averne 2. Ho scoperto per caso molto dopo che ne ha 3. Alla mia richiesta di chiarimenti è come caduto dalle nuvole affermando che, certo! lui ha 3 figli…

    • Anna Zanon 22 Settembre 2018 at 12:18 - Reply

      Certo..la menzogna può riguardare tutte le aree della vita, compresa quella dei figli. Forse pensava che tre figli fossero troppo difficili da accettare per lei

  15. Riccardo 9 Settembre 2018 at 10:50 - Reply

    Gentile dottoressa,
    l’articolo è molto interessante e mi ha aiutato finalmente a comprendere il tipo di persona che ho avuto accanto per un anno e mezzo (lo è anche il padre) e che mi ha lasciato per un altro, con cui sta attivando le stesse dinamiche (vittimismo e dolcezza per far scattare in lui la sindrome da crocerossino, ma periodici distacchi emotivi, adesso lui ne è ossessionato).

    Mi permetto qualche osservazione in aggiunta alle sue (che collidono perfettamente con gli atteggiamenti della mia ex):
    – Uso, anzi abuso, del silenzio durante i litigi; finiva per non volermi parlare per 4-5 giorni e di solito il problema non veniva risolto, ma solo buttato alle spalle;
    – Estrema enfasi data al lato professionale su cui lei fonda tutti i suoi progetti di “grandiosità”, per poi cadere in depressione quando si ritrova a dover affrontare anche piccoli fallimenti;
    – Nessuna paura di chiudere un rapporto sentimentale (mi ricattava continuamente con la minaccia del lasciarmi, mi ha lasciato 9 volte);
    – Estremo bisogno di attenzioni che non venivano contraccambiati, anzi spesso le troppe attenzioni finivano per essere anche un problema. Quando mi lasciava e chiudevamo i contatti la mancanza di attenzioni (0 contatti per settimane) da parte mia innescava in lei il bisogno di ricucire il rapporto, non per gelosia o amore, ma proprio per bisogno di attenzioni.
    La chiusura definitiva del rapporto si è innescato nel momento in cui c’era già un altro ragazzo pronto a riempirla di attenzioni una volta che lei avesse chiuso con me. Ovviamente ha dato a me tutte le colpe della chiusura del rapporto.
    – I momenti in cui è stata più propensa a lasciarmi sono stati quelli dove io ero internamente ed apparivo esternamente meno sicuro di lei. In sostanza ho notato che i miei momenti di debolezza erano per lei un peso insostenibile di cui occuparsi, accentuando il fattore “ho già i problemi miei di cui occuparmi” e rovinando la sua percezione di “me migliore di lei” tale da potersi sentire soddisfatta delle mie attenzioni.
    – Non solo il sesso era fatto come “favore” nei miei confronti, ma è anche vero che lei rifiutasse categoricamente ogni posizione od ogni atto che potesse farla sentire subordinata a me, in sostanza a lei non interessava assolutamente darmi piacere. Aggiungo inoltre che il sesso era spesso usato come strumento di controllo, per farmi calmare quando ero arrabbiato, per farmi tornare nei ranghi quando mi vedeva “lontano” e soprattutto per fare in modo che dovessi spesso scegliere fra lei e le mie passioni (tipicamente mi proponeva di far sesso quando avrei dovuto uscire coi miei amici o stavo svolgendo un hobby).
    – In ultimo mi è un po’ dispiaciuto dover leggere nell’articolo riferimenti al narcisista covert come il “maschio”, essendo un atteggiamento che riguarda sia l’uomo che la donna avrei preferito un riferimento neutro.

    Un’ultima domanda: dopo la rottura il dolore che ho affrontato è stato tale da portarmi quasi in depressione, adesso la mia unica frustrazione è pensare che con il nuovo ragazzo lei possa essere diversa e comportarsi “bene” perchè sta seguendo una terapia per curare il bipolarismo di cui è affetta. Le due cose (narcisismo e bipolarismo) sono correlate? Come dovrei affrontare questa mia frustrazione e senso di inadeguatezza?

    La ringrazio e buona giornata

    • Anna Zanon 22 Settembre 2018 at 12:25 - Reply

      Buongiorno, la ringrazio per le sue precisazioni e per la sua analisi accurata che sarà utile a molti lettori.
      Mi scuso se nell’articolo ho parlato di narcisista covert solo al maschile. Naturalmente esiste anche il narcisismo al femminile, anche se questa problematica è più diffusa al maschile ( come invece ci sono altre problematiche psicologiche più diffuse tra le donne). Ho parlato molto poco di narcisismo al femminile, non perchè non esista ma perchè si esprime in modo più sottili ed indiretti ed è molto meno studiato.
      Per tornare alla sua domanda : non esiste una correlazione tra narcisismo e bipolarismo ma ci può essere una comorbilità ( ovvero una persona può avere entrambi i disturbi).
      Penso anche che sarebbe utile per lei qualche colloquio con uno psicologo al fine di elaborare l’accaduto e i suoi vissuti

    • Grazia 25 Settembre 2018 at 18:33 - Reply

      È incredibile come questo articolo sembra descrivere quello che ho vissuto sulla mia pelle in una relazione di due anni.
      Due anni in cui sono stata lasciata ben tre volte e tra una rottura e l’altra lui ha subito trovato un – è brutto da dire lo so – un rimpiazzo.
      Adesso è la terza volta che mi ha lasciata e non sono nemmeno passati 15 giorni sa quando mi ha lasciata che ha già un’altra e con lei sta già facendo quello che ha fatto con me. Di fatti mi è sorto il dubbio che mi abba tradita quando eravamo ancora insieme.
      Soprattutto mi sono rispecchiata nel racconto di Riccardo, il ragazzo che ha lasciato qui sotto un commento.
      E come hanno scritto altre persone, oltre al dolore che adesso sto provando c’è lo stupore per non essermi accorta di chi avevo accanto. O meglio, più o meno lo avevo intuito (soprattutto quando mi lasciò per la seconda volta, quando cominciai a studiare la figura del narcisista), ma lo ignoravo…

  16. Luisa 13 Settembre 2018 at 15:21 - Reply

    Gentile dott.ssa,
    ho avuto un rapporto di amicizia con un uomo che è stato insegnante di mio figlio.
    Il nostro rapporto si è interrotto perché ho scoperto , che mi aveva raccontato una falsa identità,
    insomma lui non è la persona che diceva di essere, di conseguenza mi raccontato un sacco di bugie per sostenere
    questa maschera.
    Un giorno per caso ho scoperto la sua vera identità, così il suo castello di bugie è crollato!
    Ho scoperto anche che spesso mi aveva mentito anche senza motivo , raccontandomi cose non vere sui colleghi,
    parenti, amici….che a volte diffama
    Ho scoperto che ogni tanto mente anche a scuola, lui è insegnante.
    In effetti ho ripensato ad alcuni strani episodi accaduti a scuola al quale non avevo dato peso…
    Secondo lei come dovrei comportarmi ?
    Un insegnate narcisista e bugiardo compulsivo, potrebbe essere destabilizzante ?

    • Anna Zanon 22 Settembre 2018 at 12:30 - Reply

      Gentile Luisa, è difficile darle un consiglio mirato senza conoscere la sua situazione più in dettaglio. Se vuole ne possiamo parlare in privata sede.

  17. Stella 22 Ottobre 2018 at 15:48 - Reply

    Gentile dottoressa, da qualche tempo cerco di informarmi per comprendere le dinamiche di una relazione che ho vissuto per 4 anni e che, adesso, sto cercando di portare a termine. Una relazione nella quale mi sono sentita risucchiata fin dai primissimi tempi. Ho avuto la sensazione che tutti gli ambiti della mia vita fossero stati occupati dal mio compagno.
    Anche a prescindere da una sua manifesta contrarietà, in alcuni casi, io stessa mi sono attivata per ridurre o eliminare spazi e rapporti che presumevo (o intuivo) non gli fossero graditi.
    Ciò che più mi crea confusione, oggi, è la consapevolezza di essermi prodigata molto a lungo in una adesione pressoché totale ai suoi punti di vista, ai suoi bisogni, alle sue richieste, anche implicite. I caratteri del suo comportamento nei miei confronti, che reputo più significativi, sono:
    – invasività : lui cercava di condividere con me ogni cosa, ha sposato i miei progetti di vita e ha voluto farli suoi, da subito. Resisteva passivamente ai miei sporadici e davvero banali slanci di autonomia. Un’uscita con un’amica o una visita alla mia famiglia si traduceva, per me in un enorme senso di colpa, mai generato da accuse o reclami diretti, ma piuttosto instillato dalle sue lamentele, dalla percezione della sua sofferenza per la solitudine. Sentivo di averlo abbandonato.
    – critica delle dinamiche interne alla mia famiglia. Lui vedeva nel mio rapporto con i miei familiari un pericolo per la nostra autonomia, come coppia. Se io gli ho mostrato il fianco, ammettendo sin dal principio di vivere un conflitto e un senso di colpa nei rapporti con loro, lui ha sposato questa battaglia, facendola sua e mostrandosi sempre molto allarmato per il condizionamento che rischiavamo di subire. Pian piano tutto ciò si è tradotto in una sua autentica e totale insofferenza e nell’impossibilità, per me, di trascorrere del tempo di qualità, in sua presenza, con la mia famiglia. Oggi io vedo, in questa sua difesa, una mancanza di rispetto, la non accettazione dello spazio e della vita dell’altro, nelle sue peculiarità.
    – lamentela continua e sfiancante, rivolta alle circostanze esterne alla vita di coppia. Mi sottoponeva a discorsi interminabili e ripetitivi, in qualunque momento e in ogni circostanza ed io non ero capace di fargli capire quando ritenevo che fosse inopportuno, né lui di interrogarsi sulla mia reale disponibilità a quel confronto, in quel preciso momento. Sembrava proprio refrettario, insensibile ai miei segnali di insofferenza e di estenuazione. Alcune volte l’ho percepita come una vera e propria violenza.
    – rifiuto di conoscere le mie esperienze pregresse. Non manifestava curiosità per tutto ciò che, nella mia vita, riguardava un mondo a lui sconosciuto. Era come se vivesse un senso di inferiorità per tutte le cose che, come sottilmente mi comunicava, io mi ero potuta “permettere” e lui no.
    – comunicazione indiretta: troppo spesso leggevo dei doppi sensi nelle sue affermazioni. Troppo spesso non sapevo se fosse il frutto di una mia cattiva interpretazione.
    – giudizio: nei confronti di terzi e delle cose del mondo, in maniera aperta e dichiarata. Nei miei confronti sempre e solo velatamente, attraverso l’ironia.

    Io mi sono spenta. Mi sono sentita sempre più senza energie e ho sempre attribuito la mia fatica ad altre circostanze. Ho messo radicalmente in discussione i modelli che avevo appreso, convincendomi che lui fosse il portatore di un esempio di vita più sana e più giusta. Non è mai successo, però, che lui accogliesse un punto di vista o un approccio che venisse da me e dalla mia esperienza. Sono arrivata a chiedermi chi fossi e cosa volessi. Anche nelle piccole cose, spesso, non mi sono sentita in grado di esprimere una preferenza. Insieme abbiamo condiviso un percorso professionalizzante molto impegnativo, convivendo e trascorrendo insieme, sempre, tutte le giornate e i momenti di lavoro e tempo libero. Ci siamo isolati moltissimo.
    Io ho creduto che fosse un uomo meraviglioso e lo credevo perché non ho mai subito attacchi diretti né mai lui è stato scostante. Anzi, infinitamente premuroso e amorevole, mai avido di complimenti e parole dolci. Sempre intento a progettare la nostra vita futura e dichiaratamente impegnato nella lotta per il nostro amore e per i nostri sogni. Fedele. Non litigavamo mai.
    Gli unici scontri sono nati nei pochi momenti in cui io prendevo coscienza del mio malessere e cercavo di fargli presente il problema. In questo caso si scatenava in lui un’aggressività (verbale, tagliente, meschina), che mi sbalordiva perché mi metteva davanti ad una persona per me sconosciuta. Il veleno che gli leggevo negli occhi e nelle parole mi faceva paura, fino a farmi credere che potesse essere capace di qualunque cosa.

    Di fronte alla mia scelta di chiudere la relazione la sua aggressività verbale è esplosa. Mi è stato ripetuto infinite volte che sono affetta da un problema psicologico che devo affrontare.
    In una seconda fase, e per la prima volta, ha detto di aver capito ogni errore, di conoscere i suoi limiti e di volere il mio aiuto per cambiare. Io sono il cambiamento che lui vuole ed è pronto a tutto per me, per noi. Vuole combattere per una grandiosa storia d’amore.
    Sembra, anche qui, non fare i conti con le cose che gli dico a proposito di un sentimento che è venuto meno. E mi sorprende questa capacità da mulo, di puntare l’obiettivo senza fare i conti con niente.

    Ebbene, ecco il quesito: tutto ciò che io reputo sbagliato nella nostra storia non è mai stato da lui imposto con violenza e io mi sono sempre sentita, comunque, amata, smisuratamente.
    Allo stesso tempo, gran parte del lavoro di adesione alle sue aspettative è venuto da me, spontaneamente. Sono stata incapace di vedere e difendere i miei spazi ed ho chiuso sempre gli occhi.
    Poiché sospetto le dinamiche che possono aver ingenerato in lui questa fame di amore e di possesso smisurate, soffro molto per lui.
    Mi chiedo: se io fossi stata in grado di gestirla diversamente e di proteggermi di più, avremmo potuto avere un rapporto sano? Sarei potuta essere felice? Sono stata io troppo debole e lui non è poi così impossibile da fronteggiare?

    La ringrazio, buona serata

    • Anna Zanon 29 Ottobre 2018 at 10:23 - Reply

      Grazie per aver condiviso la sua esperienza con noi. Le dico subito che non credo che il suo ex compagno fosse un narcisista. Nessuna donna di un narciso si sente amata smisuratamente e il narciso, avendo un attaccamento di tipo evitante, non riesce a tollerare la simbiosi né un intimità prolungata.
      Credo che il suo compagno avesse una personalità simbiotica che per questa ragione abbia fatto leva su alcuni suoi nuclei simbiotici non risolti. Lei era tutto per lui e quando lei provava a reclamare un suo spazio di autonomia lui veniva preso dal panico perchè si sentiva mancare la terra sotto i piedi, sentendo di non poter vivere senza di lei.
      Queste dinamiche come ha giustamente intuito hanno creato una relazione non sana.
      Poteva essere gestita diversamente ? Forse ma non sarebbe stato semplice. Questa relazione ha tirato fuori le sue parti più fragili ma anche più problematiche ( tutti abbiamo delle parti irrisolte). Io credo che uno dei criteri per capire se stiamo o meno con la persona giusta è capire se questa relazione tira fuori il meglio o il peggio di noi.
      Detto questo, le consiglierei un percorso psicologico per rafforzarsi un po’ e avere chiari i suoi limiti e confini.

  18. Luca 17 Gennaio 2019 at 11:19 - Reply

    Buongiorno dott.ssa

    Le scrivo innanzitutto per complimentarmi per l’equilibrio professionale che traspare dall’articolo, purtroppo l’argomento suscita spesso un certo tono di rivalsa che leggo altrove anche da parte di personale qualificato. Il più brevemente possibile, provengo da una famiglia Cluster B, si può dire da generazioni. Io stesso ricalco perfettamente le caratteristiche elencate, pur con qualche tratto più marcatamente Borderline, condizione che reputo molto vicina (narcisismo vulnerabile). Mi piacerebbe offrire un contributo costruttivo dal punto di vista di chi c’è dentro..si spera non a vita! Sono in terapia da diverso tempo con una persona meravigliosa che ha saputo essere paziente e continua a correggermi con infaticabile professionalità, nonostante le difficoltà che si presentano regolarmente.Vorrei sfatare alcuni miti essendo ogni persona unica e mai inquadrabile in un solo disturbo o canovaccio: la manipolazione emotiva e tutto il contorno di rabbia e invidia raramente portano a grandi vantaggi per chi soffre di questi disturbi, nella società odierna, profondamente narcisista, è forse più facile che ci si incontri tra “simili” e ci si mangi a vicenda, per usare l’orribile metafora del ragno. Al luogo comune che un deficit di empatia precluda la possibilità di conservare un’affettuosità sincera (non si vede ma c’è, è nel bambino ferito), rispondo che si, tutti hanno un’anima, anche le formiche, suppongo. Il disperato bisogno di amore diviene una coazione a fagocitare piuttosto che aprirsi realmente. Personalmente non ho mai tradito una compagna, credo nella monogamia e nelle buone maniere e non certo per qualche Machiavellico piano ordito in una torre nera. Semplicemente, chi ha un handicap emotivo desidera una vita normale come l’ha sempre vista negli altri, la mancanza di spinta e l’invidia fanno il resto. Il mio percorso è ancora lungo, difficile fidarsi del mondo, ma non mi piango più addosso, ho cominciato abbandonando l’abuso di sostanze e proseguo individuando i miei veri obiettivi..so che per avere quel che desidero, una vita serena, devo cambiare io, uscire dal bozzo e mettere la mia ipersensibilità al lavoro, per scopi decenti. Non esistono mostri ma persone che soffrono, e la chiave per la guarigione, ormai credo di poterlo dire, è sempre quella, l’amore autentico che non è dare o prendere ma aprirsi (Lowen). Fa bene a tutti, indipendentemente dalle personalità e dalle maschere. Ho avuto la fortuna di essere ascoltato e sopportato (quanto!), accettato, spronato con le giuste modalità, auguro lo stesso al prossimo, pur non essendo un mostro di generosità.
    Buona giornata

    • Anna Zanon 22 Gennaio 2019 at 10:21 - Reply

      Caro Luca, la ringrazio molto per il suo intervento sul quale concordo pienamente. Gli articoli in rete tendono un po’ a demonizzare la figura del narcisista, dimenticando che è una patologia e non una libera scelta e non vedendo il bambino ferito che c’è nel narciso. Il narcisista non è mai stato amato e per questo non riesce ad amare. E una persona è molto di più di una diagnosi che è sempre una semplificazione del comportamento umano e pertanto sarà sempre riduttiva. Come lei giustamente dice non ci sono mostri ma persone che soffrono.
      A breve mi piacerebbe scrivere qualcosa sul mondo interno del narciso.. e per me sarebbero molto utili delle esperienze di chi racconta come vive la sua condiizone. A proposito ..complimenti alla sua terapeuta!

      • Mario 1 Febbraio 2019 at 08:54 - Reply

        salve, ho avuto una breve relazione con una persona che possiede i tratti del narcisista covert, tratti dei quali ho preso coscienza solo al termine di tale relazione; un’intuizione che, com’è possibile immaginare, ha innescato da un forte senso di delusione sia nei confronti di me stesso che dell’altro. tuttavia, superata la fase di profondo sconcerto, mi sento ora sereno e ben disposto verso questa persona di cui comprendo i motivi atavici che possono averla “resa così” e non gliene faccio pertanto una colpa.anzi, proprio per questo, provo un immenso senso di dispiacere osservandola giorno dopo giorno sprecare la propria vita preferendo un mondo di fantasia (razionalizzazioni) e meccanismi di difesa (evitamento delle emozioni). dispiacere unito al fatto che è una persona brillante e potrebbe dare molto a sè stessa e agli altri semplicemente scegliendo di “essere” pienamente piuttosto che a metà. mi ha colpito nel commento di Luca la frase “spronato con le giuste modalità”, che mi fa insorgere qualche speranza. ho l’impressione che sia molto difficile spronare un narcisista a chiedere aiuto (ovvero, ad aprirsi con sincerità a un professionista) e sto cercando di focalizzarne i motivi: intravedono nei loro meccanismi di difesa una “soluzione” piuttosto che l’origine dei problemi ? non sono consapevoli (o almeno, non del tutto) del loro narcisismo e dei danni che porta loro ? insomma la domanda è: come si può voler bene a una narcisista (senza esser coinvolto in una relazione) ?

        • Anna Zanon 11 Febbraio 2019 at 09:29 - Reply

          Perchè i narcisisti non chiedono aiuto? Perchè non sanno accettare il limite. Il fatto di ammettere di avere delle difficoltà e di dover ricorrere all’aiuto di qualcuno li fa sentire difettosi in modo che non riescono ad accettare. La loro fragile autostima si basa su una visione idealizzata di sé stessi per cui o ” sono il top” oppure sono un ” flop” completo, non so se riesco a spiegarmi. Ancora più inaccettabile è il dover rivelare degli ad un estraneo ( il terapeuta) parti fragili di sé stessi, questo per un narcisista che è incapace di fidarsi è spaventoso.
          Si può voler bene ad un narcisista accettandolo per quello che è con la sua incapacità di amare

  19. Sonia 26 Gennaio 2019 at 12:09 - Reply

    Salve, complimenti per l’articolo. Le racconto un po’ la mia situazione. Alcuni mesi fa ho conosciuto due ragazzi, amici di amici, uno dei quali mi cerca il giorno dopo: iniziamo a sentirci, fino ad uscire, non soli, qualche giorno più tardi. Tra i vari aspetti, uno mi colpì fin da primo momento: la sua difficoltà a perdere in gioco e il rapporto con il suo amico che sembrava (forse sbaglio) considerasse “inferiore” rispetto a lui. Inizio ad innamorarmi ma appena espongo il mio interesse (già espresso da lui) inizia a “raffreddarsi”, tirarsi indietro e porre diversi quesiti rispetto ai sentimenti provati (i miei vengono considerati come prematuri e inaspettati…). Continuiamo a sentirci ma non ci vediamo mai: mi fa delle piccole promesse ma poi non le mantiene (es. vederci). All’inizio cerco di capirlo ma poi chiedo spiegazioni: mi dice che ha paura dei sentimenti, di stare male, che ha avuto solo qualche avventura ma niente di serio e desidera trovare la donna della sua vita (a quest’ultima cosa credo ma allo stesso tempo credo si “autosabotti”). Continuiamo a sentirci ma visto il suo comportamento inizio a diventare più fredda. Puntualmente però dopo un po’ mi sciolgo: desidero che sia lui a prendere una decisione sul da farsi perchè voglio che si esponga, cosa che tende a non fare (mette sempre le mani avanti). Il parlare senza mai vederci alla fine stufa entrambi tanto che alla fine, senza un apparente motivo, smettiamo di sentirci. Destino vuole che ci reincontriamo per caso ma non parliamo tra noi. Lui mi cerca per avere spiegazioni del mio comportamento e cerca di addossare spesso la colpa su di me, alla fine sembra che cerchi sempre un pretesto per litigare e smettiamo nuovamente di sentirci.
    Con la scusa delle feste mi cerca di nuovo, rispondo educatamente come ad una persona qualunque fino a che non rinizia ad attaccare bottone. Continuiamo a sentirci per un po’ fino a che smettiamo nuovamente di sentirci senza reali spiegazioni. Qualche giorno prima gli avevo detto che se voleva davvero superare la sua paura doveva agire a piccoli passi. Mi chiede se fossi stata male e dopo un po’ gli dico di sì ma sembra sempre senza empatia (non vede alcun suo errore, anche per quanto riguarda litigi con altre persone). Una di queste ultime volte mi chiede se gli piaccio ancora e gli dico di no (vero), allora mi dice che si è innamorato di una persona fino ad arrivare a dire che è un’altra sua amica. Alla fine mi dice che era una provocazione perchè gli piaccio ancora (e fondamentalmente continua ad attrarre anche me…). Un giorno si scusa con me e mi chiede se ho visto i cambiamenti che cercavo e rispondo in parte. Ora nuovamente non ci stiamo più sentendo.
    Nel frattempo dopo la laurea l’amico di cui parlavo all’inizio mi cerca, iniziamo a sentirci ma non sono molto convinta perchè non mi convince fisicamente e perchè mi stavo comunque sentendo con l’altro. Ora però avrei voglia di provare a risentire quest’ultimo, anche semplicemente come amici e poi vedere un po’ come va.
    Ho bisogno di un occhio esterno. Lei come vede questa situazione? Crede che dovrei chiudere completamente i ponti col primo? Sbaglio a cercare l’altro per un’amicizia se a lui piaccio (mettendo le cose in chiaro)?
    Buona giornata!

    • Anna Zanon 6 Marzo 2019 at 17:09 - Reply

      Buongiorno, a me sembra che questo ragazzo abbia delle modalità relazionali un po’ narcisistiche. Se lei vuole mantenere un amicizia con questo ragazzo non sbaglio ma deve essere sincera con se stessa e spesso questa è la cosa più difficile. Non è che una parte di lei spera che la situazione cambi e che magari, frequentandolo come amico, si leghi a lei?

  20. Narciso 6 Febbraio 2019 at 20:56 - Reply

    Scoprire a quasi 50 anni di aver vissuto con una patologia così complessa senza mai esserme reso conto… è come prendere coscienza di aver buttato la vita. Però ancora qualcosa posso fare…È davvero complicato prenderne coscienza e cercare di uscirne. Gli auto sabotaggi ed il falso se spesso prende il controllo e me ne rendo conto solo ora. Per me sentire è faticoso. Un senso di pesantezza mi riempie la testa. Sto provando in ogni modo a resettarmi ma con molta difficoltà. Spero di non perdere anche la ragazza con cui sono attualmente…comunque a questa ipotesi ci sono vicino…inconsciamente agisco minando il futuro. Pensavo a tutte le relazioni andate male e mentre ripercorro il mio passato vedo tutte le mie responsabilità.. Prima ero fermate convinto che la responsabilità fosse della fidanzata. Questa consapevolezza mi fa molto riflettere. Vorrei cambiare la mia mappatura mentale…

    • Anna Zanon 8 Febbraio 2019 at 18:15 - Reply

      Caro Narciso, mai permettere ad una diagnosi di definirci. Una diagnosi spiega molte cose ma sicuramente non può spiegare l’intera complessità di una persona. Lei è molto molto di più di un narcisista covert. E si ricordi il cervello è plastico, se non lo credessi non potrei fare questo lavoro. Penso invece che sia stato molto utile anche se doloroso per lei prendere coscienza di certi suoi meccanismi che la sabotano. In estrema sintesi il narcisismo si potrebbe definire come una forma di compensazione per una debole autostima, prendendo contatto con il bambino ferito che c’è in lei molte cose cambieranno nella sua relazione con gli altri. Immagino che stia seguendo un percorso terapeutico, e se non è così, le consiglierei di intraprenderne uno

  21. Narciso 13 Febbraio 2019 at 16:25 - Reply

    Cara dottoressa, si sto seguendo un percorso terapeutico iniziato qualche anno fa a seguito della disfunzione erettile che non ho ancora superato. L’onirico e le visualizzazioni mi consentono invece di avere l’erezione quando sono solo (è la paura di entrare che descrive benissimo nel suo articolo). Come le dicevo solo da qualche giorno mi sono reso conto da solo della mia patologia, l’ho scoperto da solo navigando su internet. Comunque è molto faticoso riuscire ad uscire da questa trappola e dal labirinto mentale che mi sono costruito. La realtà ancora mi sembra inaccettabile e i sentire a volte mi fa fuggire per compensare la debole autostima e il bambino ferito di cui mi parlava. Comunque sto prendendo sempre più coscienza dei meccanismi del mio cervello.
    Un saluto.
    Narciso

  22. Narciso 24 Febbraio 2019 at 07:30 - Reply

    Buongiorno Dottoressa,
    in questo periodo sto lavorando sulla dipendenza affettiva. Sento che ogni volta che si innesca il meccanismo e lo disinnesco aumento la mia autostima. Ultimamente discuto spesso ed animatamente con la mia compagna, sono più poggiato su me stesso e non vado down. Anche il rapporto con i miei genitori sta cambiando. Neanche loro si erano mai accorti del mio problema. Sto cercando con forza di cambiare il mio pensiero…da pensare male a pensare bene. È molto faticoso. Spesso leggo la sua descrizione della patologia e mi aiuta a prendere coscienza dei meccanismi in cui sono ingabbiato.
    Un saluto
    Narciso

  23. Rosa 1 Aprile 2019 at 14:10 - Reply

    Cara Dottoressa, complimenti per i suoi articoli chiari e illuminanti, tanto che dopo la lettura mi domando perché non li ho trovati e letti prima? Forse mi sarei risparmiata 2 anni di attesa che le cose cambiassero e adesso, non avrei domande a cui dare una risposta e non dovrei fare i conti con un’altra sofferenza nella mia vita.
    Anch’io come tante qui ho incontrato il mio bel Narcisista 52 enne, dopo due anni e mezzo di relazione ho deciso di interrompere e di attuare un no contat radicale, a fronte di bugie, ( diceva di essere separato ) era sposato da 25 anni e tradiva la moglie da più di 10 anni, promesse mai mantenute, comportamenti strani con giustificazioni alquanto discutibili, un insieme di elementi che mi hanno fatto decidere di allontanarmi da lui.
    Sono quasi tre mesi che ho interrotto qualunque contatto, e da settembre non stavamo più insieme da coppia ma ci sentivamo solo come amici e ci vedevamo raramente sotto sua insistenza.
    In questi 3 mesi di non contat lui a mandato tantissimi messaggi, a provato a contattarmi e vedermi tantissime volte senza successo, si è appostato davanti casa mia la mattina presto e la sera.
    Mi lasciato nella buca delle lettere una lettera in cui mi comunica che ha lasciato la moglie e vive lontano da lei. Mi ama alla follia e che se voglio già dal giorno dopo possiamo vivere insieme.
    Io non gli rispondo.
    La settimana scorsa e’ arrivato a mandarmi un’email in tarda serata in cui mi comunicava il suo suicidio, io ho fatto intervenire i carabinieri (abitiamo in due città diverse).
    Dopo aver provato a chiamarlo al telefono, i carabinieri sono andati al suo indirizzo di casa, pensando di trovare la moglie, e invece hanno trovato lui vivo e vegeto a casa con la moglie.
    Il giorno dopo mi ha mandato un’altra email, in cui mi accusava di aver creato il caos nel suo condominio e di aver creato uno stato di agitazione nella moglie fragile psicologicamente.
    Non si è preoccupato di quello che aveva provocato a me ( da una settimana per lo spavento e lo stress sono bloccata con una spalla e il collo).
    L’ email sono continuate, e il contenuto si è alternato tra accuse a me e dispiacere per la condizione psicologica della moglie che deve proteggere, tra dichiarazioni d’amore per me è disperazione per lui per questo grande amore interrotto da parte mia.
    I segnali che lui avesse un disagio c’erano tutti e io li avevo colti, ma volevo sinceramente aiutarlo e speravo infondo al cuore che le cose potessero cambiare in meglio per noi.
    Ad oggi so che la situazione è grave e che rischio che la situazione mi sfugga di mano se lui non si calma e accetta la situazione.
    Tutto questo trambusto mi ha messo in testa delle domande che vorrei farle.
    Ad un Narcisista, attento al fisico gli può piacere veramente una Donna disabile ( ho una paraparesi spastica), oppure la disabilità diventa per lui motivo di orgoglio con se stesso e agli occhi degli altri ( non sono così vuoto e poco empatico, mi occupo di una persona con difficoltà).
    Un narcisista incapace di un vero innamoramento, perché mette in atto tutti questi stratagemma per riavvicinare una persona che ormai la scoperta e smascherata?
    Non sarebbe meglio per lui ritirarsi ed evitare che il coperchio della pentola di Pandora di apra e faccia uscire altra immondizia visibile anche alle persone che non lo conoscono bene.
    Dottoressa grazie per l’ascolto e la sua pazienza.
    Mi rendo conto che il mio scritto non sarà chiarissimo, ma è la prima volta che scrivo qui.

    • Anna Zanon 10 Aprile 2019 at 09:18 - Reply

      Grazie per aver condiviso questa esperienza con noi. Credo che la persona di cui parla potrebbe anche avere anche un altra diagnosi. Giustamente lei ha capito che la situazione è grave e giustamente in situazioni come questa l’unica strategia da mettere in atto è in no contact.
      Io credo che la motivazione che lo spinge a riconquistarla pur essendo stato smascherato sia il fatto di non tollerare di essere stato lasciato. Ma non per amore. Per una ferita narcisistica.
      Le personalità fragili non riescono a tollerare il rifiuto, l’abbandono ma devono avere il controllo assoluto del partner : loro lo possono lasciare e riprendere quando vogliono ma il partner deve esserci sempre, comunque e a qualsiasi condizione.
      Il rifiuto li manda in crisi perchè hanno una autostima molto fragile e nei casi estremi possono persino diventare pericolosi
      In una situazione così è bene continuare con il no contact assoluto: qualsiasi risposta anche negativa è sempre un cenno d’interesse che lo incoraggia a continuare. Se dovessero proseguire le mail, può tutelarsi con una denuncia per stalking.

  24. Roberto 7 Aprile 2019 at 16:25 - Reply

    Buongiorno.
    Mi riconosco al cento per cento nella descrizione del suo articolo, anche precedentemente ero giunto alla medesima conclusione. Ho sempre pensato di essere narcisista, ma non mi riconoscevo nella definizione del narcisista overt. Poi ho scoperto questa variante ” covert” e mi ci sono rispecchiato pienamente. Nella mia vita ho fatto due spicoterapie importanti , la prima a 20 anni per problemi di difficoltà di integrazione sociale e relazionale, la seconda molto tecente per superare il seguito della separeazione con la mia ex moglie dopo un lungo matrimonio molto travagliato segnato da numerosi allontanamenti e riavvicinamenti fino alla definitiva separazione. Ho un figlio di 10 anni con il quale ho uno splendido rapporto. Mi chiedo: possibile che nel corso della mia ultima psicoterapia ( terminata dopo 2 anni e mezzo da me, per esaurimento di stimoli e stallo) non sia mai saltato fuori nulla che legasse i miei problemi al narcisismo? possibile che non sia stato riconosciuto dalla mia Psicoterapista, oppure semplicemente lei abbia voluto evitare di fornirmi questa etichetta per qualche ragione? Una volta le feci la seguente domanda: riconosce nella mia personalità tratti narcisistici? La sua risposta fu vaga…mi disse che era difficile dare una risposta, e che lei non amava dare etichette.Nel corso della mia prima Psicoterapia, a 20 anni mi ricordo che il termine narcisismo una volta è saltato fuori chiaramente, ma non ricordo più il contesto . Chiedo a lei: possibile che si eviti di fornire al paziente la diagnosi per non influenzare lo svolgimento della psicoterapia o per non impressionare, tenendo conto anche di una mia certa propensione a documentarmi molto su l’argomento psicologico per passione o per una sorta di improbabile “automedicazione” o per qualsiasi altro motivo? Io sono molto convinto di rientrare nella categoria del narcisista covert anche se non rientro pienamente in tutte le caratteristiche, per esempio, credo di aver posseduto una qualche forma di empatia nei riguardi delle mie ex. Mi ritrovo invece al cento per cento in altre caratteristiche inequivocabili come il “silenzio punitivo” che ho adottato tante volte, il vuoto interiore, l’ evitamento, lo sparire nel nulla per lunghi periodi, per poi ricomparire come se niente fosse e una certa tendenza all’ auto sabotamento e la scarsa autostima. Mi picerebbe sapere un suo parere. Grazie .

    • Anna Zanon 10 Aprile 2019 at 08:54 - Reply

      Le rispondo volentieri. Anch’io personalmente non amo fare diagnosi e in alcuni casi credo che sia persino controindicato dal punto di vista clinico. Bisogna sempre ricordare che una diagnosi è sempre riduttiva rispetto alla personalità umana che è sempre molto più complessa di quanto uno schema diagnostico per quanto raffinato possa spiegare. Lei stesso si riconosce in alcuni tratti del narcisista covert ma non in tutti.
      Credo invece che sia più importante per esempio capire quali motivazioni la spingono ad usare il silenzio punitivo e come potrebbe gestire diversamente le sue relazioni.
      La diagnosi può essere un punto di partenza ma ci sono sempre possibilità di evoluzione.

  25. Maria rosaria 16 Aprile 2019 at 00:45 - Reply

    Salve dottoressa , questo suo articolo descrive benissimo il mio attuale compagno , per lui ho lasciato un marito che mi amava davvero , adesso mi sto letteralmente consumando dietro quest ‘uomo , che dice di amarmi alla follia , mi riempie di chiacchiere e di belle parole , ma di concreto non ci sta nulla. Abitiamo ad un ‘ora e mezza di treno e nonostante la mia disponibilità nell’andare da lui ( pago tutto io) , ci vediamo circa una volta al mese . Mi rimbambisce di false promesse e complimenti , ma io razionalmente so che è tutto falso perché gli serve avere la sicurezza di una donna come me al suo fianco ( la relazione è perlopiu ‘ telefonica ) . Io soffro di una gravissima forma di dipendenza affettiva , che mi era già stata diagnosticata nel passato , ma adesso è esplosa in tutta la sua violenza. Non riesco a lAsciarlo , sono totalmente assuefatta da lui . Mi sto spegnendo pian piano , sono senza forze non faccio che piangere , non riesco neanche ad essere una buona madre per la mia bambina nata dal mio matrimonio .

    • Anna Zanon 28 Aprile 2019 at 09:28 - Reply

      Chissà che dopo aver lasciato un marito che l’amava davvero per un compagno egoista ed evanescente, lei non riesca ad accettare di aver fatto una scelta sbagliata e per questo ha bisogno che questa relazione improvabile funzioni a tutti i costi?
      Nel suo caso io le consiglierei di provare a cambiare gli equilibri della sua attuale relazione: mi sembra che sia lei a fare tutto mentre il suo compagno si lascia corteggiare. Quando una donna fa troppo, senza volerlo induce il suo compagno a fare sempre di meno. Smetta di sollecitare gli incontri e lascia che sia lui per una volta ad andare a trovarla. Sia molto meno disponibile nelle telefonate che devono diventare più brevi e non sostitutive di un incontro reale. Se lei smette di fare, potrà vedere nel concreto quanto il suo compagno è disposto a fare per lei.
      Può darsi che in lui si attivi qualcosa oppure la storia morirà di morte naturale.
      Il secondo e il più importante consiglio è quello di farsi seguire e supportare psicologicamente in modo da rafforzarsi.

  26. Angelo 29 Aprile 2019 at 10:23 - Reply

    Sono stato con una ragazza che ha fatto tutto ciò che c’è scritto nell’articolo, se non di più. Lho frequentata per 2 anni di cui uno come coppia, l anno successivo di saltuarie frequentazioni e anche due mesi di frequentazione assidua ma non come coppia, pur avendo rapporti sessuali.
    Stessa canzone, “sei la mia vita” “ti amo” “sei il mio cuore”. Durante un periodo nero per lei a causa dello stato di salute grave di un suo familiare, una mattina dopo che dormimmo assieme, mi saluta con un Ti Amo….mentre torno a casa a piedi… afferro il cellulare, e mi accorgo che mi ha bloccato dappertutto. Distrutto faccio di tutto almeno per capirne il motivo ma minaccia di chiamare i carabinieri (mi disse poi quando ci rifrequentammo che non lavrebbe fatto) comincio ad allenarmi, pensando che fosse il suo stress a farla allontanare (scopro dopo che invece pur stando male si scopava l’amico mezzo tossico in quel periodo), e volevo riprendermi e ce la stavo facendo, curando almeno il mio corpo. Poi il declino, perché riprendemmo a frequentarci ma nonostante dicesse che si trovava meglio di prima con me…..denigrazioni in pubblico, “sputtanamento” di cose mie molto intime durante dei litigi in presenza di altre persone… Durante la relazione ha attuato : vendette a sfondo sessuale, tradimenti, menzogne, per poi addirittura rimangiarsi delle cose, come ad esempio aver avuto rapporti con il suo “amico” che un periodo la portava con lui per serate da discoteca con droga e alcool (lui poi si è schiantato in macchina dopo una serata uccidendo se stesso e un suo amico)…… Ma che strano, ora lei sui social piange il morto chiamandolo “amore mio sempre con me”, io invece sono bloccato dappertutto, nonostante uno o due mesi prima della tragedia avesse deciso di rivedermi chiedendomi perché la odiassi.. perché ce l’avevo con lei, dato che parlando con una sua amica, avevo mostrato abbastanza risentimento per quanto successo fino a quel momento. Mentre stava con un altro, comunque appunto ci rivedemmo arrivando anche a rapporti intimi nuovamente …. Morale della favola, sparisce di nuovo, mi blocca dappertutto, le mando gli auguri di natale tramite una sua amica, e la sua risposta mi viene anche riferita : “non ricambiare, a quel pezzo di merda”
    Pezzo di merda alla persona che consapevole fosse una ragazza che aveva sofferto in passato, volevo starle vicino, che l’ho aiutata sempre per qualsiasi cosa, ho sopportato cose assurde che visto l’argomento… potete immaginare… Ho modificato abitudini, trascurato amici, perché avevo messo lei al primo posto, e per primo posto a quanto pare l’avevo messa anche prima di me.
    Ora piange il suo amico morto mezzo tossico chiamandolo amore mio.
    Per carità la morte di una persona non è bella ma credo si capisca la mia posizione.
    Perché ha voluto rivedermi arrivando all’intimità? Solo perché mi sapeva risentito nei suoi confronti? Solo perché pensava che la odiassi?
    Ora si, ripensando a tutto questo sto arrivando a odiarla e ripensando lei o quello che ha fatto, esplodo di rabbia, che mi mangia dentro. Perché ha insisitito cosi tanto? Ignoranza? Infantilita combinata al disturbo borderline/narcisistico? Mi schiacciano questi pensieri e continuo a soffrire di rabbia… Una rabbia che sembra non finire mai se penso a certe cose….
    Vorrei non averla mai incontrata.

    • Anna Zanon 15 Maggio 2019 at 20:14 - Reply

      Purtroppo da quello che mi racconta questa ragazza ha una grave disturbo di personalità e la fine della relazione con una persona con queste caratteristiche lascia dei lividi e delle ferite profonde nella psiche.
      Queste persone non riescono a stare in coppia ma neanche da sole. Quando l’ altro si allontana, si sentono abbandonate e non sopportano l’idea che l’altro possa vivere senza di loro perchè questo significa che non sono così irresistibili come credono. Subentra la gelosia ( ma perchè non mi cerca più? Non avrà mica trovato un altra di già?), il possesso, il ripensare ai momenti buoni e il dubbio di aver rinunciato ad un opportunità.
      Capisco la sua rabbia e le sggerirei qualche seduta con uno psicologo per cercare di elaborare l’accaduto.

  27. Giovanna 2 Maggio 2019 at 08:44 - Reply

    Gentile dottoressa, ho letto ieri sera l’articolo e sono rimasta quasi pietrificata. Ho un compagno da quasi due anni che ha caratteristiche molto molto molto simili a quanto rientra nella sua descrizione. Separato da poco prima che decidessimo di iniziare la storia, storia molto bella intensa di affinità e condivisone ma sempre e continuamente minato dal suo malumore per la separazione dalla ex molto molto faticosa (compreso rapporto tempestoso con i tre figli). Non voglio dilungarmi sui due anni, ma descrivere il momento: ci siamo lasciati da un mese perché lui, pur dicendomi innamorato di me, dichiarando che sono la donna che ha sempre cercato e voluto, non se la sente di iniziare una vita “vera” con me, fatta di vera condivisone (non vuole conoscere i miei figli ad esempio). Pertanto io dopo due anni non ne posso più del nostro “bozzolo d’amore” come lo chiama lui: a suo parere dovremmo vivere io e lui fuori dal mondo infame ed ingiusto (non ha rapporti più con nessuno ma solo quelli sporadici con la madre malata-da sempre- e con i figli). Tutto il tempo libero lo passavamo insieme in simbiosi fuori da contesti sociali (si cinema si teatro si ristoranti ma io e lui, io e lui). Oltre ad una forma di immaturità nata dopo il grande senso di responsabilità che sentiva per la sua famiglia (matrimonio finito da più di tre anni ma non aveva il coraggio di uscire di casa per via dei bambini), ora si sente di non voler affrontare una nuova responsabilità con me. Ha troppi problemi per stare “veramente” con me e per affrontare la normalità…dedito al lavoro perché non ha altro, spento, incazzato con tutti tranne che con me…ma pronto a rinunciare a noi se io chiedo di più. Anche la semplice richiesta di essere più attento con un sms una telefonata lo mette in tilt, mi dice che non comprendo il suo enorme malessere e così mi sono sempre ritrovata a dare sempre di più di più e di più. Ora io voglio di più, comprendo le difficoltà oggettive della sua situazione me non accetto più i limiti che pone al nostro rapporto e “pretendo” da lui un comportamento più maturo. Dopo un mese di lontananza assoluta, si riaffaccia e si dichiara innamorato ma che non riesce a farcela, non riesce a darmi di più e se posso, se voglio di aspettarlo…quanto? Chissà…1 mese, 1 2 3 anni…mi aiuti a capire, dottoressa, la prego, se devo continuare il no contact, se possa avere una qualche utilità e se ne possa valer la pena o semplicemente lasciar andare, con immenso dolore, e rinascere altrove. La ringrazio infinitamente. Giovanna

    • Anna Zanon 15 Maggio 2019 at 18:32 - Reply

      Gentile Giovanna, è un po’ difficile darle un opinione su una situazione complessa che andrebbe approfondita meglio. In linea di massima, una persona per poter stabilire un rapporto duraturo deve avere il cuore libero e deve aver trovato un equilibrio personale e familiare soddisfacente.
      Se la separazione non è stata elaborata, il contesto ambientale non è sereno (ad es: ci sono rapporti difficili con la ex, disaccordi sulla gestione dei figli, problemi economici, ecc) è difficile che una persona abbia la serenità necessaria per formare un altra famiglia, considerato che lei ha a sua volta dei figli e le famiglie allargate sono complesse ( di solito i rispettivi figli non vivono benissimo questa situazione).
      Due anni di frequentazione non sono poi tantissimi, considerato che si andrebbe a scardinare un equilibrio già un po’ precario.
      Lui ha delle paure e delle resistenze, che mi sembrano comprensibili..Con questo non sto dicendo che lei deve fare la crocerossina o sobbarcarsi i suoi problemi, però mi sembra chiaro che lui non sia pronto a convivere e credo non per una mancanza di sentimento.

  28. Bianca 2 Maggio 2019 at 14:52 - Reply

    Buongiorno,
    Sono una studentessa di psicologia e leggendo i suoi articoli ho deciso di scrivere la tesi triennale sul narcisismo grandioso e vulnerabile e sulle dinamiche relazionali, soprattutto nella relazione di coppia, che tendono a instaurare queste due tipologie di narcisisti. Purtroppo cercando nella letteratura ho trovato pochi riferimenti ad un oggetto così specifico e le sarei grata se potesse indicarmi qualche riferimento bibliografico a cui rifarmi. L’articolo qui sopra, é proprio il nodo di ciò che vorrei trattare.
    La ringrazio in anticipo.

    • Anna Zanon 15 Maggio 2019 at 17:56 - Reply

      Purtroppo gentile Bianca, non sono in grado di aiutarla in quanto tendo a scrivere gli articoli basandomi soprattutto sulla mia esperienza clinica.

  29. Fede 25 Giugno 2019 at 19:06 - Reply

    Gentile dott.ssa, mi sto documentando sull’argomento dopo aver interrotto una relazione di qualche mese con un partner che sono certa fosse un narcisista covert. I primi 3 mesi della relazione era molto presente, con delle azioni che in cuor mio trovavo un pò ‘forzate’ ma non volevo cadere nel pregiudizio e gli ho dato fiducia con un occhio chiuso e l’altro spalancato. Ma me ne sono innamorata.
    Complice il suo lavoro, che lo ha portato all’estero per qualche tempo, siamo stati lontani fisicamente, ma non c’è stato un solo giorno che non ci siamo fatti una videochiamata, eppure percepivo alcuni strani meccanismi, mi incolpava di cose non vere, sottilmente mi sminuiva o sminuiva la mia dedizione nei suoi confronti. Una volta tornato, sono riuscita a smascherare tutte, o quasi, le sue menzogne. Tutte legate ad altre donne, tante, che regolarmente sentiva (non sono certa di incontri reali, ma poco cambia) mentre in parallelo mi riempiva di frasi bellissime e anche attenzioni.
    Sono passati quasi due mesi, lui non mi molla, ultimamente, dice per amore, mi sta lasciando respirare dopo l’uragano emotivo che ho vissuto. ha riconosciuto i suoi errori e il suo disagio, anche se dubito l’abbia già individuato. di mio gli ho consigliato di farsi aiutare, ma non sono scesa così nei particolari. Da poco ha intrapreso un percorso terapeutico perché vuole ‘guarire’ e recuperare la nostra storia. Non gli credo, ha una capacità di mentire che mi lascia interdetta, ma ammetto di nutrire un po’ di speranza. Lei cosa ne pensa?
    Grazie in anticipo

    • Anna Zanon 11 Luglio 2019 at 10:03 - Reply

      Gentile Federica, mi è impossibile esprimere un opinione su una persona che non ho mai visto basandomi sulle poche righe di una mail. Come faccio a sapere quanto è radicata la sua problematica e se la sua situazione è modificabile? Lei dice che questa persona è un narcisista covert, però è una diagnosi che ha fatto lei, pur documentandosi ma è pur sempre parte in causa e non un addetta ai lavori..
      Potrebbe essere un narcisista covert, potrebbe essere un altra problematica, potrebbe essere una fragilità ma non una patologia..noi non lo sappiamo

  30. Rosanna 15 Luglio 2019 at 12:28 - Reply

    Bell’articolo anche se sembra una trascrizione di un video sullo stesso argomento di un altro psicoterapeuta…

    • Anna Zanon 25 Agosto 2019 at 18:25 - Reply

      Gentile Rosanna, ovviamente essendo due articoli divulgativi che trattano la stessa patologia non potranno dire cose troppo diverse. Detto questo, io cerco di scrivere articoli su problematiche che conosco bene e di cui ho avuto un esperienza clinica diretta. Quando scrivo un articolo ho in mente una situazione ben specifica, una persona ben specifica ( cambiando alcuni elementi per preservare il segreto professionale) e cerco anche di aggiungere delle mie considerazioni personali.

  31. G. 16 Ottobre 2019 at 11:52 - Reply

    ho 34 anni e ho recentemente intrapreso un percorso terapeutico presso uno psicoterapeuta. Dal test di personalità TAT sono emersi dei tratti di personalità narcisistica di tipo Covert; non conoscevo questa sottocategoria così mi sono documentato e ho effettivamente riscontrato che molti tratti tipici del disturbo mi appartengono. In particolare, quando instauro una conoscenza, anche sui social network, con una donna e capisco che mi interessa molto, soprattutto dal punto di vista emotivo, tendo ad esprimere il mio interesse per lei in modo esagerato idealizzandola, facendole dichiarazioni smielate, prestando più ascolto ai suoi problemi ed interessi piuttosto che ai miei. Ora che sono consapevole del mio disturbo, capisco che tutto ciò è esagerato, che una relazione va gustata ed assaporata lentamente, che deve arricchire entrambi.

  32. F. 6 Gennaio 2020 at 09:18 - Reply

    Perché non si parla mai di questo soggetto in ambito lavorativo, amicale o familiare? Soprattutto nel lavoro e la famiglia non è affatto semplice la soluzione del problema. Cosa fare se si ha un collega così, o una madre vittimista? Sono persone estremamente difficili da averci a che fare e mi sento esattamente “drenato” di tutte le energie, in qualche maniera, vittima degli eventi.

    • Anna Zanon 6 Gennaio 2020 at 20:44 - Reply

      Giusta osservazione! In effetti quando il narcisista è un familiare, peggio ancora un genitore, diventa tutto più complesso perchè se da un partner si può divorziare, non si può lasciare un genitore. Perchè non prova a raccontarci un po’ i suoi problemi di relazione con questa persona? Le risponderò e magari scrivo un articolo per approfondire la tematica.

  33. E. 15 Gennaio 2020 at 22:08 - Reply

    Buonasera dottoressa,

    il suo articolo mi ha aperto uno spiraglio di luce in un momento emotivamente per me difficile. Sto infatti affrontando la chiusura di una quasi-relazione “tossica” che durava da 5 mesi. Ho conosciuto questa persona in un momento di debolezza, e lei ha rappresentato per me un’ancora di salvezza. Io venivo da un anno di “da sola sto bene” (stavo davvero bene!) dopo una storia lunga ma burrascosa, in cui ero riuscita a rimettermi in sesto e perciò mi ero avvicinata a questa nuova conoscenza con molta cautela. Tuttavia lei ha cercato in tutti i modi di “avermi” (una sera mi disse “di solito ciò che voglio lo ottengo”), ero perplessa da come si fosse innamorata in fretta! Era una persona brillante, parlavamo per ore al telefono e anche la notte prima di addormentarci insieme. Non mi sembrava vero, così… nel tempo ho abbassato le difese. Proprio nel momento in cui questo è avvenuto, lei si è distaccata totalmente. Ha iniziato il round del vittimismo, del “non valgo nulla” e del “ti prego, anche tu rendi tutto più pesante, devi stare lontana da me, io faccio del male a tutti etc”. Insomma, era un’altra. Livorosa, priva di autostima, a tratti cinica e spietata nei miei confronti, lunatica. Se stavo bene non capivo quanto lei stesse male, se stavo male ero una persona pesante. Empatia? Sparita. Del sesso nemmeno l’ombra ovviamente! Prima una luna di miele poi… io ero diventata quella che “pensi solo al sesso”. Dopo quasi 2 mesi così ho alzato bandiera bianca, anche se è come combattere con una dipendenza. Ciò che mi crea più sofferenza è il ricordo della persona che era prima, il ricordo di ciò che eravamo… è mai esistito o è stato solo frutto della mia fantasia? Ci sono giorni in cui mi sento pazza. Per fortuna esistono i messaggi su whatsapp 😉 ottimo articolo comunque.

    Cordialmente,

    E.

    • Anna Zanon 20 Gennaio 2020 at 10:49 - Reply

      Quella fase che lei ha vissuto è reale ed è lo stesso motivo per cui molte persone non riescono a distaccarsi dal narcisista proprio perchè sperano che tutto ritorni bello ed esaltante come all’inizio. Ma non succede mai. I narcisisti sono capaci nella fase iniziale del rapporto di innamoramento, di grandissimi slanci, sono abilissimi nel far sentire il partner unico e speciale ma cercano l’adrenalina della conquista, l’eccitazione, l’emozione della relazione nuova e una volta che tutto si stabilizza si stancano facilmente. E come prima idealizzavano il partner poi ne vedono solo i difetti.
      Non passano mai alla fase successiva che è quella dell’amore.

  34. Lulu 21 Gennaio 2020 at 13:39 - Reply

    Salve dottoressa,
    La scrivo perché mi sono rivista molto in questi tratti. Le spiego, sono nata in una famiglia numerosa, io la terza figlia.. fin da piccola mi estraniavo e tenevo il muso a tutti, parlavo da sola e vivevo nel mio mondo. Credo di aver sofferto del disturbo ossessivo compulsivo perché mi fissavo molto e avevo pensieri intrusivi .. infatti verso i 6 anni, quando ho iniziato le elementari ho avuto un periodo di crisi ansiose e di pianto non si è mai capito perché .. Crescendo essendo una bambina molto distratta e che voleva sempre avere l’ultima parola, ho subito molti rimproveri da mio padre (gridava in modo piuttosto violento, dicendo che continuando così non avrei mai ottenuto nulla da vita, e cose così nonostante avessi ad esempio solo 9 anni). Diventando un adolescente ho iniziato a puntare sempre di più sul mio aspetto fisico, curandomi tantissimo e attirando l’attenzione di mille ragazzi, accantonando del tutto lo studio ad esempio (anche se coltivavo i miei interessi come la psicologia o leggere libri) . Inizia la prima relazione con una persona che mi ha sempre trattata benissimo e idealizzata tantissimo. Che dopo un interesse fortissimo iniziale, credendo di essermi innamorata, svanisce tutto ed ho iniziato a trattare male e a svilire .. negandogli anche rapporti sessuali per mesi, persino un suo bacio mi faceva ribrezzo,mi imponevo di amarlo , perché era davvero una brava persona, e pensavo di non trovare più qualcuno che mi amasse così .. alla fine lo lascio. Inizia così un periodo felice della mia vita, che dura un anno.. ma poi ‘rubo’ così il ragazzo della mia ex migliore amica e lo faccio innamorare (per dispetto a lei perché mi aveva fatta stare molto male) così inizia una relazione che dura ancora oggi con questo ragazzo.. anche se mi sto rendendo conto che non provo esattamente sentimenti genuini nei suoi confronti .. dentro di me so che non siamo fatti per stare insieme, ma non riesco a lasciarlo. Ho iniziato l’università e mi sentivo depressa e non all’altezza delle aspettative.. disorganizzata nello studio e nella mia vita fuori sede, così ho lasciato tutto… per paura di fallire, non ci ho nemmeno provato. Sono iniziati poi attacchi di panico e ansia, delle crisi malinconiche simili a quando avevo 6 anni, che però sono riuscita a superare da sola, con tanto lavoro su me stessa. Che posso fare dottoressa? So che dentro di me sono una brava persona ‘troppo buona’ ma poi riemerge questo mio lato che non riesco a capire.. rimane latente quasi, e riemerge nei periodi di stress o di cambiamento. Non riesco ad affezionarmi realmente a qualcuno, è come se mi desse fastidio vedermi talmente debole e dipendente da un partner. Mi piace l’inizio, l’eccitazione della conoscenza, e quando poi arriva il momento di conoscersi realmente sento un rifiuto farsi spazio dentro di me.

    • Anna Zanon 24 Gennaio 2020 at 09:02 - Reply

      Buongiorno, mai giudicarsi! La sua incapacità nell’affezionarsi realmente a qualcuno è una forma di difesa, una corazza che la protegge. Forse da piccola ha sentito che nessuno poteva capirla ed accettarla e che non poteva contare pienamente sui suoi genitori dal punto di vista emotivo e ha imparato a fare affidamento solo su se stessa. Quando ci si sente molto fragili ed insicuri all’interno si cercano spesso delle compensazioni all’ esterno, delle maschere che coprano le nostre insicurezze. Quindi si punta sull’ aspetto fisico, sull’ essere ammirati dagli altri per sentirsi più sicuri.
      Con il suo attuale ragazzo ha mai provato a confidargli qualche sua insicurezza? Soltanto lasciandosi conoscere e vedendo che qualcuno l’accetta per quello che lei è veramente, riuscirà ad aprire il suo cuore all’amore.
      Mi sentirei poi di consigliarle un percorso terapeutico

  35. Andrea 1 Giugno 2020 at 13:35 - Reply

    Buongiorno dottoressa,
    Mi sono trovato sul suo blog perché cercavo su internet delle spiegazioni a dei miei disagi di coppia.
    Sono un uomo di 34 anni, e convivo con la mia compagna. Ultimamente stanno succedendo episodi di violenza in casa da parte sua, con lanci di oggetti di ogni tipo, di calci alle sedie che vengono ribaltate e urla.
    I motivi sono pressoché banali, ma ci terrei a spiegarle la dinamica e le racconterò quanto successo oggi:

    Stamattina suona il portinaio per darmi un pacco per la mia compagna, lei non voleva aprire e quindi mi dice di andare, vado ad aprire. Lui mi parla di qualcosa che interessa alla mia compagna io cerco di ascoltare attentamente per riferire e poi il portinaio va via. Le torna, mi dice che stava dicendo di farlo aspettare, ma sia io che il portinaio non abbiamo sentito, e presa da una rabbia solitamente espressa in questi casi, comincia a chiamarmi “co*****e” a dirmi che non capisco niente, e dirmi che non servo a niente perché non l’ho ascoltata. Dato che è l’ennesima volta che mi descrive con queste parole, stamattina era il 2° episodio, decido che non me la tengo.

    Allora prima le chiedo di dirmi scusa, e lei mi dà delle scuse disinteressate, quindi, il dibattito che lei voleva chiudere perché secondo lei stava scherzando, e che io sono pesante perché me la prendo per queste cose, continua. Quindi l’escalation ha portato ad una sua sfuriata con lancio di oggetti, ma rispetto a ieri, dove ne ha avuta un’altra, oggi è successo che mi ha spintonato più volte urlando, mi ha tirato dei pugni su braccia e petto e quando sono andato nella camera per prendere la valigia (onestamente volevo andarmene) mi ha spinto da dietro buttandomi sul letto ed urlandomi “tu sei cattivo ed hai un problema”

    Ora, non vorrei abusare del suo tempo, perciò mi fermerei qui, io mi chiedo continuamente una cosa:

    Sono io che sono tossico, e che provoco in lei queste reazioni, oppure lei non vuole semplicemente accettare che non mi va di essere offeso gratuitamente e che quando succede non mi va affatto di farmela passare subito?
    Glielo dico continuamente che non mi piace essere schernito e verbalmente maltrattato, altrimenti io non ci sto, e questi sono i risultati. Concludo con una precisazione, ed è che non ho mai risposto alla sua violenza fisica perché ho paura di ferirla, ma credo che forse sono responsabile di violenza psicologica nei suoi confronti, perché se ci mettessi subito una pietra sopra forse queste cose non succederebbero, e soprattutto, ho dei problemi fisici che mi renderebbero muscolarmente “debole” perciò mi chiedo se è giusto che io continui ad investire in questa relazione.

    • Anna Zanon 26 Giugno 2020 at 17:04 - Reply

      Si parla molto e giustamente di violenza sulle donne ma anche gli uomini- e questo è forse suo caso- possono essere oggetto di violenza psicologica e di manipolazione. Solo che per la cultura la vittima è sempre donna, quindi per gli uomini è difficile riconoscere di subire della violenza. Se una donna raccontasse di essere stata presa a pugni sulle braccia e sul petto dal suo compagno che l’ha insultata, tutti sarebbero inorriditi e consiglierebbero la denuncia. Perchè per lei dovrebbe essere diverso solo perchè è un uomo? Le reazioni della sua compagna sono eccessive e non giustificabili. La cosa peggiore di tutti gli abusi e le violenze è che si basano sulla manipolazione. La vittima crede di essere stata colpevole, di aver fatto qualcosa che ha portato la sua partner a fargli questo. Lei addirittura si chiede se è tossico! Violenze e mancanze di rispetto non sono mai accettabili

  36. Elena 8 Dicembre 2020 at 10:35 - Reply

    Buongiorno dottoressa,
    Lei ha descritto molto bene il mio ex amante. L’unica cosa che non ha fatto con me e’ stata la svalutazione, perche’ proprio non poteva e sapeva che mi sarei accorta che c’era qualcosa che stonava.
    Ho vissuto una situazione assurda, ho capito che era un narcisista alla fine, prima avevo solo sospetti verso cose che mi sembravano strane e cambiamenti in me che non avevo mai provato in relazioni precedenti. Adesso e’ finita ma ancora fatico a credere che esistano persone del genere, che possano comportarsi cosi’, a volte credo di essere pazza io. Eppure ho tutte le cose che ho scritto che dicono chiaramente che, dopo la fase di amore sconfinato, lui mi stava trattando male, che mi dava la colpa dei suoi problemi, che mi sottoponeva a silenzi che non meritavo, che mi mentiva.
    Lui e’ sposato da tantissimi anni, ha detto alla moglie del tradimento piu’ di una volta (le diceva che non ci sentivamo piu’ pero’ non era vero). Lei lo ha sempre perdonato elui che flirtava apertamente con me sui social, adesso fa il romantico e mette le loro foto assieme ecc. In piu’ offese velate dirette a me, uso frequente di parolacce e di espressioni di rabbia, acquisti compulsivi…
    Non so, e’ come se io fossi stata presa dentro a un tornado che non mi vuole lasciare giu’. Sto seguendo una terapia psicologica ma vedo pochi risultati, sto bene per alcuni giorni poi crollo di nuovo. Sono passati pochi mesi ma e’ come se io fossi morta dentro.
    Ma queste persone che lasciano tanta infelicita’ nelle persone che li hanno amati, riescono a essere felici o e’ tutta una farsa, come con noi?

    • Anna Zanon 16 Dicembre 2020 at 11:01 - Reply

      Forse è una magra consolazione. Ma i narcisisti non sono felici mai, dentro di sè si sentono vuoti e insoddisfatti. Possono provare il brivido dell’ adrenalina della conquista, l’eccitazione di una nuova storia ma presto arriva la noia e il vissuto di pesantezza. Non si faccia ingannare dalle foto felici che mette con la moglie o con altre, i social sono solo una rappresentazione artefatta della vita e della realtà.

  37. Elena 18 Dicembre 2020 at 16:18 - Reply

    Grazie Dottoressa,
    La sua risposta è la conferma di quello che sento nel profondo ma a cui faccio fatica a credere.
    So che lui è una persona infelice e depressa, con tante stranezze, lo sapevo da prima e di solito non credo in cambiamenti repentini.
    Adesso devo solo trovare il modo di fare qualche passo avanti, ma alla delusione per lui si sono aggiunte la disoccupazione e dei problemi di salute. Speriamo bene.
    Grazie ancora.

  38. simona mollo 27 Gennaio 2022 at 14:46 - Reply

    Avrei moltissimo da raccontare.. mio marito era esattamente quello descritto in questo bell’articolo.. averlo saputo prima.. ho amato e fatto tantissimo per lui.. alla fine dopi 11 anni ho dovuto letteralmente scappare.. pesavo 48 kg e stavo MALISSIMO.. fibromialgia, tristezza assoluta, attacchi di panico, attacchi di ansia, perdita di voglia di vivere, problemi di gestione casa-famiglia completamente da sola con aggravio di TUTTO quello che NON faceva lui… per fortuna non ho avuto figli.
    Spero nessuno cada + nella sua trappola “volontaria” succhia energia. MI ha distrutta emotivamente. mi sto riprendendo grazie al mio attuale marito empatico che mi aiuta in tutti i fronti ad acquistare nuovo vigore ed energia… che schifo queste persone!! E supportate da madre e figlia (primo suo matrimonio) molto simili a lui… ho perso 10 anni di vita e salute psicosomatica.

    • Anna Zanon 30 Gennaio 2022 at 16:19 - Reply

      Grazie per aver condiviso la sua esperienza che sono sicura sarà d’aiuto a molte persone. Se lei se la sente, perchè non ci racconta meglio la sua storia? Dove ha trovato la forza di interrompere un amore non sano? E quali meccanismi l’hanno portata a scegliere invece un marito empatico? Glielo chiedo perchè molte persone purtroppo continuano a commettere gli stessi errori in amore

  39. Giada 5 Aprile 2022 at 15:35 - Reply

    Gent. Le dottoressa
    Volevo farle una domanda: ho conosciuto una persona (uomo, mio maestro di canto) che pur dimostrandosi interessato alla mia conoscenza (mi chiamava spesso, passava del tempo con me alla fine del corso) non ha mai voluto concretizzare un vero appuntamento tra noi. Col covid la relazione è diventata epistolare con la promessa di vedersi appena possibile, ma anche stavolta quando è stato il momento si è fatto di nebbia, per poi ritornare a scrivermi tempo dopo come nulla fosse e promettendomi tutto da capo. Alla fine ho smesso di considerarlo. Volevo sapere se la spiegazione di tutto ciò può nascondersi dietro un indole narcisistica e come può avere vissuto il fatto di vedersi messo da parte.
    Grazie mille

    • Anna Zanon 3 Giugno 2022 at 13:51 - Reply

      Gentile Giada, può essere benissimo ma un altra spiegazione possibile è che fosse già impegnato. E che volesse pertanto flirtare oppure guardarsi in giro, magari per distrarsi da un periodo di pesantezza con la compagna, ma senza iniziare un’altra relazione.

  40. 3664545882 20 Agosto 2022 at 11:49 - Reply

    Gentile dott.ssaho letto con interesse il suo articolo, non so se la mia esperienza ha a che fare con un narcisista o borderline o non so cosa.
    Lo conosco telefonicamente tramite un mio amico 3 anni fa. per i primi due anni ci scambiamo due messaggi di auguri natale e pasqua, poi da natale 2021 iniziamo a sentirci almeno 2 volte a settimana con dei messaggi. Lui conosce le mie difficoltà economiche e inizia ad aiutarmi, mandandomi dei pacchi, dei regali e facendomi anche dei bonifici per l’affitto. Si prende cura di me. Iniziamo a sentirci al telefono qualche volta. Si stabilisce un rapporto di fiducia, di tenerezza, di empatia. La cosa cresce e da maggio a luglio 2022 scoppia l’innamoramento. Ci sentiamo tutti i giorni più volte al giorno messaggi. e lunghe telefonate. Lui fa molti progetti su di noi …è sempre molto empatico, presente, amoroso, si prende cura di me…siamo diventati un “noi” mi travolge con i suoi sentimenti e progetti, che mi piaccione ma sono troppo per due persone che non si sono mai viste. Continua a spedirmi regali, soldi, a preoccuparsi per ogni aspetto della mia vita, e decidiamo di incontrarci nella sua nazione peer una vacanza insieme di 15 giorni. Lui lavora in Italia 15 gg al mese e poi torna nella sua nazione e finora non era stato possibile incontrarci. il 10 agosto ci incontriamo a Fiumicino, inconttro bello perchè ormai ci conosciamo dopo tutti questi mesi al telefono ma non provo quello che provavo al telefono con quella intensità…ma lui mi piace , mi emoziona, e sono felice di averlo incontrato….io resto con i piedi per terra e lui continua a volare come faceva prima al telefono, ….noto subito alti e basi nel suo umore …lui continua a prodigarsi con me in tutti i modi, ad esternarmi i suoi sentimenti a dire che per lui è tutto bello come era al telefono….da parte mia provo tante emozioni ma non quell’innamoramento del telefono, ma voglio conoscerlo e stare con lui….continuo a notare cambiamenti nell’umore….lui è sempre molto dolce, mai aggressivo….a volte si trasmorma e diventa quasi freddo e con delle frasi buttate lì mi fa del male, ma mai aggressivo o insultante nei miei confronti….mi bacia mi abbraccia mi coccola, …poi alla prima nostra cena, si trasforma, parla parla parla, fa gesti strani col viso, diventa molto tatrale e si dimentica di me, nessuna tenerezza niente di niente….è un’altra persona…glielo dico e lui si sente offeso, ma si rattrista non diventa mai aggressivo….l’indomani parliamo di quanto successo e lui è moto disponibile al dialogo …è ritornatol’uomo adorabile che conosco….passsiamo una bellissima giornata e la sera a cena si trasforma di nuovo…diventa triste malinconico e dice delle frasi su di noi come se non gli importasse grancheè…. da questo momento iniziano per me le montagne russe….lui piange si dispera….un po’ mi vuole e una ora dopo non prova più nulla per me….mi dice che era solo una fantasia che si era creata al telefono e che io non rappresento la donna per lui….per poi piangere disperarsi…e poi dirmiche invece prova qualcosa per me…ma è confuso….prende consapevolezza che ha un problema di personalità….e inziano tre giorni in cuoi ogni ora cambia idea su di noi. piange si dispera mi dice di non tornare in italia di restare con lui…per poi tornare a dirmi che non prova nulla per me….io parto e torno a casa mia…al”areoporto lui piange….con chi ho avuto a che fare???? non so…non so più nullla…ho interrotto ogni contatto….lui mi ha detto che vuole continuare ad aiutarmi….il mio sogno si è infranto…credevo di avere trovato l’uomo perfetto e invece mi rendo conto che è disturbato. ma non ho mai notato in lui aggressività o insulti ma solo tanta umiltà si è preso sempre lui la colpa di tutto e non mi ha mai maltrattattata o svalutata. ad oggi non riesco a capire con chi ho avuto a che fare. grazie

    • Anna Zanon 3 Settembre 2022 at 09:15 - Reply

      Buongiorno, penso che la distanza possa purtroppo impedire una vera conoscenza dell’ altra persona. Il vedersi e il sentirsi solo virtualmente senza avere la possibilità di frequentarsi crea un grande spazio per l’idealizzazione, per la fantasia di una relazione perfetta. Credo che entrambi siate stati abbagliati dalla fantasia di un amore perfetto, di una grande intimità emotiva ma senza avere avuto una reale conoscenza dell’altro nonostante le ore di telefonata.
      Quando vi siete incontrati dopo mesi di idillio virtuale vi siete resi conto di aver davanti uno sconosciuto o quasi e avete percepito la discrepanza tra le grandi promesse e i progetti fatti in chat e l’impatto dal vivo che probabilmente è stato diverso da quello che vi sareste immaginati.
      Forse per il suo compagno la discrepanza è stata particolarmente forte e si è sentito molto a disagio. Tenga presente che per alcune persone è meglio sognare una relazione perfetta che viverla.

  41. 3664545882 20 Agosto 2022 at 12:11 - Reply

    In tutto questo ci sono i suoi cambiamenti di umore, a volte mentre siamo abbracciati scoppia a piangere, mi racconta che ha sofferto per un anno di depressione, mi dice che le sue storie sono state tutte con donne che lo hanno sfruttatto per la sua generosità e non amato…a volte ha uno sguardo cattivo…ma non è mai aggressivo, piuttosto la sua è una aggressività passiva, perchè quando lui si trasforma e diventa quasi freddo nei miei confronti butta delle frasi con un tono molto duro ma mai aggressivo che sa esattamente che mi faranno male….per poi quando gli facccio notare questi suoi atteggiamenti, si rende conto che mi ha fatto del male e piange, mi abbraccia, mi chiede scusa, mi dice che non voleva….poi di nuovo freddo …un’altra persona, totalmente concentrato su di lui, istrionico, teatrale, smorfie strane del viso…come se si sdoppiasse….io faccio finta di nulla….poi con dolcezza gli dico del suo comportamento strano, freddo, imbarazzante per me….e lui è come se ritornasse in se e si rendesse conto che mi ha fatto del male e mi dice che non vuole perdermi….poi piange…poi ha un attacco di ansia e tachicardia, mi dice che mi avevva idealizzata in questa settimana…che ero solo frutto della sua fantasia, della fantasia che si era creata al telefono….io sono nel caos più assoluto…nei momentiin ci mi vede forte e risoluta mi dice che non prova nulla per me e dopo un po’ se mi vede fragile e confusa mi dice che prova qualcosa per me….questa altalena è durata 3 lunghi giorni…la nostra conoscenza fisica è durata una settimana, poi io sono tornata in Italia, …avevo intuito subito che c’era qualcosa di strano in lui, e mi ero bloccata anche ssessualmente, non sono riuscita a fare l’maore con lui….sono confusa amareggiata delusa…

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