Voglio stare con te, non voglio stare con te: l’ambivalenza nelle relazioni

Non riesco a capire se ti amo o no..
Innamorarsi dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Ma non per te. Stai da tempo con qualcuno e ancora non riesci a capire che cosa provi nei suoi confronti. Certe volte ti sembra di amarlo/a, altre volte non riesci a sentire nulla per lui/lei, se non un vago senso di soffocamento e di noia quando state insieme e ti chiedi se non sarebbe meglio per tutte e due lasciarsi. In fondo se ti senti così apatico/a significa che non sei innamorato/a , no? Solo che quando provi ad allontanarti, non riesci a resistere: ti manca troppo e poi  impazzisci all’idea di vederlo/a con un altro/a.
Forse non sei tu ad avere questa problematica ma  stai leggendo questo articolo per cercare di capire meglio il tuo partner che ti confonde con il suo comportamento ambiguo e contradditorio.

Tutte le relazioni sono un po’ ambivalenti
Molte persone pensano che già il solo fatto di chiedersi se si ama significhi automaticamente non amare, peggio ancora se si avvertono talvolta dei sentimenti negativi nei confronti del partner o se si notano  dei suoi piccoli difetti che però infastidiscono in modo insopportabile.
In fin dei conti se fosse la persona giusta non dovrebbe esserci alcun dubbio no?
Siamo  un po’ tutti vittime del pregiudizio culturale che ci vorrebbe innamoratissimi accanto ad un partner perfetto con cui avere un intesa quasi perfetta.
Le relazioni sono invece complicate, fragili e imperfette e persino quelle più solide come quelle madre/ figlio non sono esenti dall’ambivalenza ( coesistenza di sentimenti contrastanti e di desideri contradittori nei confronti dell’ altro e della relazione). Un  esempio classico di ambivalenza insito nella natura umana è il conflitto tra il bisogno d’affetto, sicurezza e appartenenza e quello di indipendenza e libertà.
Per esempio, una madre potrebbe adorare suo figlio ed essere soddisfatta della sua vita familiare ma qualche volta, nei momenti di maggior stanchezza, invidiare le amiche single che vivono una vita più libera e spensierata.
Inoltre anche nelle migliori relazioni dovremo sempre fare i conti con gli aspetti dell’ altro/a che non ci piacciono e che troviamo irritanti, pesanti, noiosi.
Possiamo amare qualcuno  con tutto il cuore ma anche non sopportarlo quando si comporta in un certo modo. E’ normale.
Quando non si comprende la propria ambivalenza, si finisce per credere che se non si pensa al proprio partner 24h /h o in certe situazioni si provano dei sentimenti negativi nei suoi confronti o addirittura si fantastica come sarebbe stare con un altro/a, allora non è  vero amore. Se fosse vero amore  non ci dovrebbero essere dubbi, no?

Come gestire l’ambivalenza
Il miglior modo per gestire l’ambivalenza è quella di osservarla, conoscerla e comprenderla. Spesso  ricevo  mail del tenore ” Certe volte guardo il mio fidanzato/a e mi sembra brutto/a e non mi piace più. Mi aiuti dottoressa, come posso non provare più queste emozioni?”. Risposta: non si può evitare di provare certe emozioni indesiderate ( noia, rabbia, paura, ecc) e non si può neppure provarne a comando certe altre (gioia, amore, attrazione).
Anzi, non c’è niente come pretendere di provare solo determinate emozioni per togliere alla relazione spontaneità e gioia e per appesantire ogni incontro con un eccesso di aspettative che certo non giovano al  rapporto.
Pretendere di sentirsi sempre innamorati o in sintonia con l’ altro/a è come pretendere che ci sia sempre il sole e avere paura che se un giorno piove, pioverà per sempre.
Fuori di metafora, per gestire l’ambivalenza bisogna accettare i dubbi, le paure, i sentimenti negativi che ogni tanto insorgono senza drammatizzare o  prenderli come la verità ultima sul rapporto ma solo come un indicazione di come ci sentiamo con il nostro partner in quel determinato momento.
Le emozioni sono per loro natura mutevoli, vanno e vengono, però possono essere degli aiuti preziosi se riusciamo a decodificare il loro messaggio ( es :” provo ansia quando c’è troppa  vicinanza emotiva, forse stiamo correndo troppo”, ” mi arrabbio tanto perché mi ricorda mio padre e ho paura di rivivere le stesse sensazioni”, ” mi fa sentire soffocato come mia madre, ho bisogno di mettere dei limiti”)

Quando l’ ambivalenza è troppa: non posso stare né con te né senza di te
Se è vero che un po’ di ambivalenza è sempre presente anche in una relazione solida e affettuosa, alcune relazioni sono dominate dall’ambivalenza.
Si tratta di rapporti complessi caratterizzati da continue rotture e riconciliazioni in cui si oscilla, nei casi più estremi, tra l’amore e l’odio verso l’altro che viene percepito come un nemico da cui difendersi.  Sono quelle che coppie che dopo essersi fatte reciprocamente molto male con tradimenti, ripicche, violenze verbali e fisiche tornano insieme follemente innamorati dicendo che non possono vivere l’uno senza l’ altra ( almeno fino alla prossima crisi).
Nei casi meno gravi nella relazione si alternano momenti di calore e condivisione emotiva ad altri di freddezza e distacco in cui non si riesce a riconoscere l’importanza dell’ altro che viene svalutato e visto soprattutto nei suoi difetti.
La conseguenza dell’ambivalenza è una forte sofferenza; chi l’avverte è imprigionato in un conflitto “non posso  vivere né con te né senza di te”.
Chi vive questo conflitto tende ad imputarne la colpa al  partner che “è fatto male” e crede che se lui/lei fosse diverso ( più interessante o premuroso o sexy o altro) non ci sarebbero questi problemi.
Il problema però non è mai l’ altro ma l’incapacità di ” tenere insieme gli aspetti positivi e negativi ” del partner, accettandone i limiti oppure di interrompere la relazione se ci sono dei difetti che non possiamo sopportare ( in fondo nessuno ci obbliga a stare proprio con quella persona !).
Chi è ambivalente non riesce né ad accettare il partner per quello che è ma neppure a distaccarsene.

Alle origini dell’ambivalenza: l’incapacità di fidarsi
Il primo requisito per vivere una vita sentimentale appagante non è avere la fortuna di trovare la persona giusta ma essere capaci di fidarsi: senza fiducia non ci può essere amore.
Se non si è in grado di credere in se stessi ( che si è una persona amabile e che merita amore), nell’ altro ( che ci vuole bene e non sta con noi per prenderci in giro) e nelle relazioni ( l’amore può durare e i nostri bisogni possono essere soddisfatti), le relazioni possono diventare molto difficili e complicate.
Alla base dell’incapacità di fidarsi ci sono delle ferite emotive molto precoci che hanno generato un attaccamento insicuro. Chi soffre di ambivalenza è cresciuto in un clima familiare poco accogliente, freddo o conflittuale in cui c’era una scarsa attenzione e rispetto verso i reciproci  bisogni emotivi.
Solitamente il matrimonio dei genitori non era felice, trasmettendo un immagine negativa delle relazioni di coppia.
E’ nella famiglia che impariamo che cosa significa l’amore, come sono le relazioni e se la nostra esperienza come figli è stata dolorosa, se ci siamo sentiti poco amati ( o “troppo” che è la stessa cosa), se abbiamo percepito che i nostri genitori stavano male insieme, non avremo tanta voglia di avere un rapporto stabile con qualcuno.
In questi casi anche se consciamente si desidera amare ed essere amati inconsciamente lo si teme perché il legame riattiva potenti paure di essere rifiutati, controllati, ridicolizzati quando si esprimono i propri bisogni oppure abbandonati.
Questo conflitto tra paura e voglia di amare genera un comportamento ambivalente in cui quando l’ altro è vicino, presente e amorevole predomina la paura della relazione ma quando l’ altro si allontana a predominare è il bisogno d’amore.
Se è il tuo partner ad avere questo problema
Forse stai leggendo questo articolo perché non sei tu ad avere questa problema ma il tuo partner che ti destabilizza con i suoi comportamenti ambivalenti e i suoi repentini cambiamenti di umore ( un giorno è l’uomo o  la donna più innamorato/a del mondo e il giorno dopo si ricorda a stento della tua esistenza)? In questo caso, soprattutto se la scelta di compagni con problemi ad impegnarsi è uno schema che si ripete nella tua esistenza, non è solo il tuo partner ad avere difficoltà con l’impegno.
Se i più grandi amori della tua vita sono quelli impossibili con persone già impegnate o inafferrabili, probabilmente hai un  problema di ambivalenza che non riconosci.
Solitamente chi non è in  contatto con la propria ambivalenza, desidera ardentemente l’amore e la coppia ma va ad innamorarsi ( e ci si aggrappa pure) alle persone che meno sono in grado di dargliele. Si tratta di una situazione che genera molta sofferenza ma che al contempo protegge da una sofferenza peggiore.
In genere si tratta di una problematica prettamente femminile: mentre gli uomini esprimono la loro ambivalenza in modo diretto, le donne lo fanno scegliendo compagni sfuggenti con i quali è impossibile costruire qualcosa.
Il problema è da ricercare nella propria famiglia d’origine e nel rapporto avuto con entrambi i genitori.
Molto importante è il rapporto con il padre che è stato poco presente e attento alla figlia se non apertamente  svalorizzante, creando quindi un imprinting negativo nelle relazioni con il maschile.
Spesso queste donne hanno avuto una mamma insoddisfatta del suo matrimonio, che ha sacrificato( pentendosene amaramente) le sue aspirazioni e sogni per i figli e un marito da cui non si sentiva valorizzata, o con cui aveva un rapporto conflittuale o di subordinazione.
Se la mamma si è aggrappata alla figlia per avere il sostegno emotivo che non riceveva dal coniuge e la figlia è diventata la confidente e la testimone dell’infelicità matrimoniale ed esistenziale della madre, crescerà con un immagine interna molto negativa della maternità degli uomini, delle relazioni di coppia e persino di sé stessa.
Questo farà sì che se consciamente cercano l’amore, inconsciamente ne sono spaventate perché non si aspettano molta felicità dalle relazioni di coppia quindi scelgono uomini ambivalenti con cui si può mantenere una distanza di sicurezza emotiva.

Come superare l’ambivalenza
L’introspezione potrebbe non bastare quando si tratta di risolvere un problema di ambivalenza radicata. In casi come questi è più indicata la psicoterapia.
Intraprendere un percorso terapeutico è consigliabile anche se stai da molto tempo con qualcuno che ancora non sa cosa vuole da te. Smetti di concentrare tutti i tuoi sforzi perché lui cambi e vada in psicoterapia, vacci invece tu e lavora sulle tue problematiche profonde che ti tengono imprigionata in una relazione insoddisfacente. Se lo farai ti puoi aspettare dei cambiamenti : reagirai in un modo diverso ai suoi  comportamenti ambivalenti e la relazione migliorerà oppure sarai tu a stancarti e magari comincerai ad essere attratta da un uomo diverso.

Il presente articolo ha una valenza di carattere informativo.

Purtroppo, a causa dell'elevato numero di commenti e di lettere che ricevo tutti i giorni, non riesco a rispondere a tutti (come vorrei) e a farlo in tempi brevi. Inoltre le risposte ai commenti sono molto sintetiche, considerata anche la natura pubblica del sito web.

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By | 2017-09-03T15:15:50+00:00 12 Agosto 2017|Amore e disamore|32 Comments

32 Comments

  1. Dany 18 Settembre 2017 at 10:03 - Reply

    Bellissimo articolo.
    Mi ritrovo perfettamente nella definizione di ambivalenza affettiva, quando ci si sente in perenne conflitto tra desiderio di amare e sentirsi amata ed incapacità a lasciarsi andare per schermarsi da eventuali delusioni o perdite.
    Mi chiedo se una persona con atteggiamento ambivalente possa superare questo conflitto, soprattutto se vive una relazione con un uomo non ambivalente ma sofferente per le continue oscillazioni che si ripercuotono sul rapporto.
    La capacità di fidarsi e di “correre il rischio” si acquisisce o si deve convivere con questo atteggiamento ambivalente?
    Grazie mille e complimenti per riuscire ad esprimere a parole gli stati d’animo spesso confusi che si provano.

    • Anna Zanon 21 Settembre 2017 at 10:23 - Reply

      Gentile Dany, la ringrazio per i complimenti. Io credo che se una persona impara ad riconoscere e ad accettare la propria ambivalenza e ha la fortuna di avere al suo fianco un partner capace di tollerare e contenere le continue oscillazioni, poco a poco si può acquisire la capacità di fidarsi. Ci vuole tempo ( sto parlando di anni).

    • Ci 16 Giugno 2023 at 17:11 - Reply

      Gentile dottoressa,
      Articolo molto interessante.
      Nella descrizione che ha dato dell,amore ambivalente rivedo molto della mia situazione. Sono una donna di 30 anni che ha avuto dei genitori freddi. Questa cosa mi ha causato dei problemi di ansia e depressione e delle difficoltà nelle relazioni. Attualmente sto con una persona che sento di amare, ma della quale allo stesso tempo non riesco a tollerare i difetti e ciò mi spinge a volerla lasciare. Sono già in cura da uno psicologo da anni, questo è più che altro uno sfogo. Mi sento dilaniata fra il mio sentimento e i continui dubbi che ho sulle cose che mi danno fastidio, che vertono soprattutto su delle differenze culturali e di istruzione fra di noi. Per ora non riesco ad uscirne. Grazie mille in anticipo

      • Anna Zanon 2 Luglio 2023 at 15:41 - Reply

        Buongiorno, quando non si riesce a risolvere un qualcosa bisogna accettarla. So che non è facile ma bisogna accettare di essere legata a qualcuno che ama ma che certe volte non sopporta proprio. Si chiama ambivalenza ed è purtroppo presente in ogni relazione umana di qualsiasi genere sia. Nell’amore c’è sempre un pò di odio. Provi pensare ad un amica o a qualcuno con cui è molto in sintonia, prova solo dei sentimenti positivi nei suoi confronti? Penso che anche la sua amica più cara certe volte la irriti, o la faccia annoiare o certe volte non sai in grado di capirla.
        E’ più difficile accettare i difetti del partner rispetto a quelli dei nostri amici e conoscenti perchè abbiamo troppe aspettative nell’amore, tendiamo ad idealizzarlo, soprattutto se siamo un pò insoddisfatti di noi stessi e della nostra vita, vogliamo che almeno quest’ambito della nostra vita sia perfetto, ci valorizzi anche agli occhi degli altri.

  2. Ugo 9 Ottobre 2017 at 13:05 - Reply

    Dott.ssa Zanon buon pomeriggio .

    Le riporto quanto le ho scritto settimana scorsa relativamente al topic amore borderline .
    Sinceramente credo che quanto leggerà qui sotto possa rientrare pienamente in quanto ha descritto circa l’ambivalenza delle relazioni .

    E’da circa un mese che mi frequento con una ragazza .
    Io ho 39 anni mentre lei ne compierà a breve 35 .
    siamo entrambi indipendenti economicamente e viviamo per conto proprio .

    Ci conosciamo da circa 15 anni e per me è stato da subito un colpo di fulmine .
    E’ iniziata tuttavia solo un’amicizia.
    Un pò per insicurezza un pò per paura di un rifiuto non sono mai riuscito a dichiararmi apertamente .
    In quegli anni ero ovviamente molto diverso da oggi che mi reputo un uomo .
    Poi, come potrà ben immaginare, la vita, le situazioni, il lavoro etc, spesso separano le strade delle persone e per parecchi anni non ci siamo ne visti (se non per caso) ne sentiti .

    Quest’estate, forte di una frequentazione con una ragazza molto più giovane di me, mi sono riavvicinato a lei ed abbiamo ripreso a vederci ma sempre in amicizia .
    I complimenti spesi da lei su di me non si contano . Non si tratta solo della sfera estetica ma sopratutto di quella caratteriale . Per lei sono una persona speciale, integra , con dei principi saldi (tutto vero, mi creda) .
    Non nascondo il fatto di aver solleticato una sorta di gelosia, in quanto lei non si capacitava del fatto che comunque potessi frequentare una ragazza tanto più giovane di me .

    Quando, dopo un mese, termina la frequentazione con la ragazza più giovane (facilmente ipotizzabile), aumenta la frequenza degli incontri in amicizia con la ragazza attuale .

    Ad agosto, nella prima occasione in cui decidiamo di passare un week end insieme e fuori dalla nostra città, scoppia la passione .
    Come già sentivo da principio, ho la conferma il sesso è qualcosa di fenomenale (da ambo le parti) .
    Mai un momento di imbarazzo , totalmente appagante .
    Il post sesso ha momenti di grande , grandissima tenerezza , sopratutto da parte sua .

    Ora però vengono i problemi .

    Non mi mette nella condizione di dare continuità alla nostra relazione e mi limita con il suo comportamento nei miei gesti di generosità e di attenzioni .
    Ha molti paletti mentali o schematismi, è maniaca del controllo ed estramente razionale e calcolatrice .
    Le porto un esempio : quando la sera torna a casa dice che le sembra di entrare in una bolla e non riesce più a comunicare con il mondo esterno ; pertanto se la chiamo io , un amica , un parente non risponde.
    Al massimo risponde ai messaggi .

    L’unica volta che sono andato a casa sua, è perchè le ho fatto una sopresa , sorprese che a detta sua detesta in ogni forma .
    La cosa strana è che poi una volta in casa, mi ha praticamente sequestrato (in senso buono) volendo a tutti i costi che mi fermassi a dormire li con lei .
    Se avessi dovuto aspettare un suo invito, dovrei vedere ancora oggi casa sua .

    Nota importante : non sono una persona asfissiante da mille chiamate o messaggi al giorno .
    Anzi ad onore del vero sono più le volte in cui è lei a scrivermi .
    Mi reputo sicuro di me stesso e non tendo ad appoggiormi agli altri .
    Preferisco dare che ricevere perchè sono generoso e perche penso che l’uomo debba infondere sicurezza alla propria compagna, ma in un rapporto o relazione iniziale come questa
    devo sentirmi sicuro dei sentimenti dell’altra persona prima di lasciarmi completamente andare .

    Durante la settimana siamo molto impegnati entrambi, e, con il fatto che lei fa un secondo lavoro nel week end, è spesso un problema avere il tempo necessario per passare un pò di tempo insieme .
    Insomma la difficoltà principale è vedersi ma poi quando siamo insieme sono bei momenti intensi .

    Il quadro della ragazza è il seguente .
    E’ dall’età di 21 anni che vive da sola .
    Il rapporto con la madre è totalmente inesistente, in quanto a sua detta la madre è gelosa del rapporto con il papà/marito .
    Si sentono al telefono circa 1 volta al mese e solo se strettamente necessario passa a casa dei suoi genitori .
    Negli anni invece è riuscita a recuperare il rapporto con la sorella di poco più grande e con un carattere diametralmente opposto .
    Sorella molto tranquilla, lei invece un tornado .

    La figura del padre è una figura ingombrante . Quest’uomo è completamente innamorato della figlia ed è sempre stato gelosissimo dei suoi fidanzati .
    Non le ha reso un’adolescenza semplice . Super controllata, molti divieti , castighi e sopratutto tante botte per poi sopperire con qualsiasi tipo di regalo .
    Questo ovviamente credo abbia incrementato la voglia di trasgredire e di mentire raccontando parecchie bugie , temo anche oggi .

    Il padre, con il quale lavora, è ancora ossessionato da questa ragazza di quasi 35 anni e spesso a discapito delle attenzioni nei confronti della moglie e dell’altra sorella .
    In aggiunta questa ragazza continua ad avere una sorta di rapporto adolescenziale con il padre, tenendogli nascoste molte cose, come ad esempio che fuma sigarette o che va in vacanza con il compagno .

    Io la definisco una ragazza alpha .
    Tiene molto alla sua indipendenza, come è giusto che sia, è molto testarda e con una notevole personalità .
    Pur di mantenere la parola data o un obbiettivo sarebbe capace di qualsiasi cosa .
    E’molto maschile anche nelle sue passioni, macchine, moto, sebbene sia estramente femminile e fragile in parecchi frangenti .
    Devo dire che non ha molte amiche, alcune delle quali molto più vecchie (una di queste è forse il surrogato della madre che non ha mai avuto).
    Di queste ne ho conosciuto solamente due (nostre coetanee), le quali stravedono per me .
    Per le amiche è estramamente generosa sempre pronta a fare qualsiasi cosa nel momento del bisogno .
    E’prigioniera di troppe cose materiali (tenore di vita) che la obbligano di certo a non vivere bene perchè costretta a lavorare tanto
    e ridurre il tempo da dedicare a se stessa ed alle persone che le stanno vicino pur di mantenere quello che ha .

    Lei esce da una relazione (terminata ad inizio 2017) di 5 anni con un uomo molto più grande (ma estramente immaturo a sua detta) con due separazioni e 4 figli ; relazione che penso l’abbia fortemente segnata
    e nella quale credo abbia investito tante risorse ed energie .
    Per il poco che so è stata molto travagliata, con parecchi scontri anche fisici al punto che un giorno mi disse è normale in certi frangenti arrivare alle mani (cosa che non condivido affatto) .
    Una relazione che fin da principio si era palesata come impossibile ma che comunque è andata avanti per troppi anni .
    Una volta mi disse: il mio lavoro mi rende così insoddisfatta che per me il primo e vero lavoro è aiutare quest’uomo nei suoi problemi quando arriva la sera a casa .
    Non so se ne sia ancora innamorata, non credo, o forse perchè è l’ultima storia che avuto, ma è l’unica di cui ancora non ne parla volentieri .

    Più volte mi ha confidato di aver sbagliato troppo in passato e che teme che non riuscirà mai più a farsi una famiglia sua , perchè si sente vecchia .
    Io invece, che sono molto soddisfatto di me stesso e degli obbiettivi raggiunti, a detta sua, in quanto maschio e senza problemi particolari e nel pieno della maturità ho ancora molto tempo davanti (dal mio punto di vista opinabile).

    Ora lei vuole a tutti costi cambiare vita, lasciando la nostra città per trasferirsi .
    Vuole convincere il padre e la sorella a chiudere le due attività , perchè sa benissimo che da sola non potrebbe mai realizzare il progetto che ha in mente .

    La bella città in cui viviamo dice che la opprime .
    Odia tutto, le fanno schifo i posti che ha frequentato sino a ieri e la maggior parte delle persone; mi creda che se vedesse dove abita e quello che ha la prenderebbe per pazza .
    Probabilmente ha troppi ricordi negativi in questa città, ma chi non li ha e di certo non credo siano un buon motivo per ricominciare da zero a quasi 35 anni con due attività ben avviate .

    In tutto questo chiaramente mi sento messo da parte, non perchè penso che faccia male a coltivare questo progetto (che sebbene non condivida, non gli ho mai smontato), ma perchè mi sento come un passatempo per lei.
    Dice che se non fosse per me la sera dopo il lavoro non uscirebbe mai .
    E’ vero che è solo un mese che siamo diventati intimi dopo anni di conoscenza, ma nella mia visione delle cose e della vita mi sembra di vivere un rapporto immaturo indotto dal suo comportamento .
    Tutto quello che dovrebbe essere normale e spontaneo diventa difficile sino a che non siamo insieme .
    Sembra che la programmazione la stressi ; poi magicamente quando siamo insieme e si lascia andare anche grazie a qualche bicchiere di vino, la sua parte razionale viene sopraffatta da quella emozionale .

    Io penso che sia completamente bipolare .
    Lei tiene molto al mio parere in generale, dicendo che pensa per giorni a quello che le dico, ma fattivamente dimostra delle carenze nelle piccole cose che non fanno cresce il rapporto .

    Le porto l’ultimo esempio sperando che possa essere di aiuto .
    Qualche giorno fa l’ho portata in un posto , nella città in cui viviamo, che non conosceva affatto .
    Bel pomeriggio passo insieme . Ad onore del vero mi ha dato delle vibrazioni particolari (in senso buono ovviamente) per il modo in cui mi guardava .
    Questo posto le è piaciuto parecchio e la sera quando mi ha scritto sembrava quasi che le scocciasse ammetterlo .
    Io ho semplicemente scherzato su questo argomento e lei ha cambiato proprio atteggiamento ribadendomi l’intezione di cambiare città .
    Io le ho detto che l’importante è che sia felice ed è quello che le auguro per tutta la vita .
    Lei mi ha risposto che devo pensare a quello che serve (ha utilizzato proprio questa parola) a me ; che sebbene lei mi augura la stessa cosa (la felicità), non si sente di ringraziarmi per il mio augurio .
    Ovviamente è avvenuto per messaggio dopo le ore 20, ora in cui entra nella bolla e ha difficoltà a comunicare con il mondo .

    Dopo due giorni in cui mi sono dato alla “macchia”, mercoledì sera , mi ha scritto via messaggio perchè sentiva la mia mancanza e voleva vedermi venerdì sera. Tuttavia non siamo riusciti a vederci in quanto avevo già un impegno e sebbene l’avessi invitata a venire con me o raggiungermi dopo , è completamente scomparsa .
    Eravamo rimasti che mi avrebbe chiamato lei ; cosa che non è mai avvenuta .
    Io ho volutamente evitato di chiamarla e di scriverle nel resto del week end, sopratutto per un discorso di orgoglio .

    La tristezza di tutto questo è che neppure a 21 anni avevo delle relazioni così immature ed ambivalenti .

    • Anna Zanon 10 Ottobre 2017 at 11:11 - Reply

      Buongiorno, non credo che la sua ragazza sia bipolare o borderline.
      Mi sembra invece che sia ambivalente verso un legame che teme e desidera ( questo tratto non è solo dei border). Le cause vanno a riferirsi ad un rapporto eccessivamente intimo e soffocante con una figura paterna che mi sembra non sia stato elaborato ( gli nasconde delle cose) e che si trasferisce nel rapporto con gli uomini che frequenta.
      Per la sua ragazza, forse il rapporto con un uomo innesca la paura di dover perdere la libertà, di essere controllata e dominata come capitava con il padre. Se ci tiene, abbia pazienza e tolleri i suoi allontanamenti

  3. Ugo 10 Ottobre 2017 at 11:45 - Reply

    Dott.ssa Zanon , buon giorno .
    La ringrazio molto per il suo gentile riscontro .

    Conoscendo a priori questa situazione , non mi è mai sfiorata l’idea di provare ad esercitare alcuna forma di controllo, anche perchè non è nel mio carattere e sarebbe del tutto inutile .

    Mi armerò di tanta buona pazienza , sino a che sarà possibile .

    Le auguro una buona giornata .

  4. Jenny86 19 Novembre 2017 at 13:02 - Reply

    Gent.ma dottoressa, sono una donna di 31 anni e da 8 mesi circa frequento un ragazzo di 4 anni più giovane di me.
    Premetto che tre anni fa ho concluso una storia importante con un ragazzo col quale si parlava di matrimonio e che da un giorno all’altro mi ha lasciato, senza mai darmi spiegazioni…è sparito e basta. A seguito di ciò ho frequentato diversi uomini, ma andava sempre male (spesso erano loro ad allontanarsi) finchè non ho incontrato l’attuale ragazzo, Giacomo.
    Il nostro è sempre stato un rapporto conflittuale, sin dagli inizi abbiamo litigato spesso, mi sembrava incoerente, litigavamo anche per cose futili. Finchè ultimamente ho iniziato a sentire rabbia, insofferenza verso di lui: lo trovavo cambiato per via del pessimo lavoro che fa, più freddo e poi non sopportavo la sua testardaggine. e la sua “semplicità”. è una persona infatti che non ha studiato, è stato bocciato più volte, non gli piace andare alle mostre, leggere mentre io sono l’esatto opposto. Ho diverse lauree, adoro leggere, informarmi…lui è uno che ogni volta, o quasi, che gli dico qualcosa su un avvenimento o personaggio o attore per esempio, non sa chi è o cosa ha fatto, e questo mi disturba moltissimo.
    Inoltre è una persona che fa quello che vuole, se c’è da decidere qualcosa, lo fa da solo senza mai ascoltare i miei pareri. Tutto ciò mi ha fatto sentire arrabbiata, scocciata e meno desiderosa di passare tempo con lui, tanto è vero che l’ho lasciato più volte. Lui si mostra disperato e piange. Non riesco a capire se ho un problema di tipo relazionale a seguito della mia storia passata, mi arrabbio facilmente anche se lui in fondo è una persona molto buona anche se ha difetti come tutti. Mi ha dimostrato più volte di amarmi con gesti bellissimi, ma non li riesco ad apprezzare, anzi mi lasciano indifferente quasi!!
    é forse finito l’amore?o ho dei problemi relazionali che prima non avevo, dovuti forse alle mie relazioni fallimentari e deludenti?
    Prima di frequentare lui ero una persona (coi ragazzi) molto comprensiva, divertente e tranquilla mentre ora faccio caso ai dettagli, sono rabbiosa e insofferente.
    La ringrazio per l’ascolto,
    buona giornata

    • Anna Zanon 21 Novembre 2017 at 11:05 - Reply

      Difficile dirlo..le consiglierei di approfondire con colloquio con uno psicologo che le permetterà di capirsi meglio

  5. Cristina 14 Febbraio 2018 at 07:28 - Reply

    Gent.ma dottoressa
    Ho trovato per caso il Suo articolo e mi piacerebbe raccontarLe la mia stories per avere un parere.
    Vivo all’estero da 7 anni , lasciato il nostril bel paese dopo una relazione di 9 anni finita nel peggiore dei modi
    Dopo un cancro del mio ex compagno ,per fortuna superato brillantemente dal punts di vista fisico ma non emotivo.
    Da quando soon approdata qui ho avuto svariati flirts dove Io davo sempre troppo senza ricevere un granche in cambio o diventavano poi amici del “cuore”.
    Questo fino a 3 anni fa quando ho conosciuto il mio attuale compagno.
    Con lui sin dall inizio avevo cercato di controllarmi nelle mie ostentazioni di affetto per paura di allontanarlo ma lui invece era proprio il contrario. Lui non mi faceva aspettare e penare per messaggi, incontri e telefonate.Lui era sempre presente, affettuoso continuava a farmi dolcissime sorprese, regalini ecc.
    Questo fino al week end , perched poi lui partiva e loofa ancora ora per stare con il figlio avuto da un precedente matrimonio finito da moltissimi anni.
    Lui all inizio era molto geloso e questo suo comportamento mi ha fatto allontanare diversi amici per paura Delle Sue violente esprrsssioni, Violente solo verbalmente mai fisicamente. A parte questI scontri inizali di assestamento tutti andava per il meglio. Siamo andati a vivere insieme e subito dopo suo fratello e’ venuto a vivere con noi perches ha trovato lavoro hella Nostra citta. Questo ha creator in me Tanta insicurezza perche mi sono iniziata a sentire messa da parte. Lui ha questo atteggoamento paterno Neri confronti Della sua famiglia in quanto hanno person I genitori da piccoli e lui che ha fatto carriera si sente sempre in Dovere di maatenere tutti…e a volte mi sento una figlia anche io.
    Il nostro rapporto non si sviluppa ed e’ rimasto fermo a questa convivenza forzata con suo fratello,I fine settimana da sola per he lui va da suo figlio e l’incapacita di fare progetti insieme .
    Simao andati ora in crisi e lui mi dice che non sa se vuole una fidanzata in futuro perche lui progetta di tornare nella sua citta Natale per stare vicino a suo figlio è dice che io odierei stare lì.
    Sì un po’ ha ragione perché lui ha tutto lì ed io non ho nulla, ho un buon rapporto sia con suo figlio che la sua famiglia e amici ma non mi sento mai a casa .
    Io ho cercato di allontanarmi dopo queste discussioni , litighiamo spesso ci sono giorni e giorni di silenzio ma poi ci promettiamo di provarci.
    Ora siamo all ennesimo tentativo ma qualcosa in me mi fa stare molto male perché non credo che nulla cambi nei suoi progetti che sono sempre senza di me. Lui non vuole altri figli , non vuole sposarsi vuole continuare a vivere un rapporto così e viaggiare in futuro. A me sembra tutto un sogno di un ragazzino perché con tutti i problemi è dovuto crescere troppo in fretta. Non so cosa fare perché non riesco a staccarmi ma questo suo atteggiamento mi fa stare male.ho creduto per anni di poterlo cambiare ma ora sono certa che non cambierà ma che vuole stare con me solo per il tempo che gli resta qui per poi andarsene e lasciarmi da sola. Ogni volta che io mi allontano lui continua a dirmi quanto mi ama ma poi i suoi atteggiamenti dicono il contrario . Lei cosa ne pensa ?

    • Anna Zanon 16 Febbraio 2018 at 10:54 - Reply

      Credo che sia molto importante fare che chiarezza sulle reciproche aspettative e sugli obiettivi futuri della vostra coppia magari facendovi anche aiutare da un terapeuta di coppia

  6. Cristina 18 Febbraio 2018 at 19:08 - Reply

    Grazie per la sua gentile risposta dottoressa .
    Io ho cercato molte volte di fare questa chiarezza senza mettere pressioni ma esponendo con chiarezza quello che io vorrei . Lui continua a dire che non lo sa e che ha l’ansia pensando al futuro.
    Non so più cosa pensare .
    Ci siamo decisi a darci una ultima possibilità ma io non credo che il miracolo possa succedere .
    Sono dispiaciuta ed indecisa anche sui miei sentimenti ma se penso di lasciarlo non ci riesco.

    Insomma un bel disastro

    La ringrazio ancora

  7. Michele 13 Giugno 2018 at 15:43 - Reply

    Io sono ora sposato ho 35 anni da poco fidanzato da 4 anni da premettere che sempre sofferto di ansia per un. Motivo per l altro avevo fissazioni paure di essere omosex pedofilo da piccolo avevo paura di smettere di respirare a scuola mi insultava no per i miei occhiali di essere timido mi mettevano da parte mi emarginavano per occhiali doppi crescendo mi sono operato agli occhi ed ho cominciato relazioni con molte donne tutto lo stesso problema quando decidevo di fidanzarmi le poche volte che ne sentivo bisogno mi stancavo le partner non mi dava più di niente cercavo altro senza tradire perché mi è capitato una volta ed i sensi di colpa mi uccidevano e stavo malissimo quindi troncavo relazione alla ricerca di una più bella una che mi dava molte emozioni fino alla mia attuale moglie che per averla o fatto di tutto 5 minuti per vederla facevo salti mortali poi la cosa è andata scemando a quel punto sono andato psicoterapeuta mi sono accorto che forse sono io il problema non lo lasciata e come se sono andato contro me stesso non potevo lasciarla lei con una figlia dopo quello che ha passato e quello che ho fatto per farla mia ho deciso di andare contro me stesso il mio dottore dice che ho bisogno di conferme ancora ora ho dubbi se la amo oppure no gli guardo i difetti e la sensazione di aver sbagliato e mi sto perdendo il grande amore quello delle emozioni provate in passato spero di trovare la mia pace interiore che non trovavo neppure da singol si il sesso stupendo però poi trovavo la donna che volevo legare come nel caso di mia moglie per poi finire come sempre dottoressa per favore vorrei un suo parere grazie

    • Anna Zanon 14 Giugno 2018 at 11:30 - Reply

      Gentile Michele, grazie per avere condiviso la sua esperienza. Non sempre è possibile inquadrare una situazione complessa sulle poche righe di una mail. Direi invece che visto che va da uno psicoterapeuta di parlarne bene con lui, capendo anche perché senta il bisogno di sentire un altro parere da parte di una perfetta sconosciuta..forse non è convinto di quello che le dice il suo terapeuta?

  8. Michele 14 Giugno 2018 at 18:59 - Reply

    Gentile dottoressa lui dice che ho bisogno di conferme e mi fido però leggendo il vostro sito ed altri dove parlano di doc da relazione paura di amare di narcisismo sembra che ognuno di quelle patologie mi toccano

    • Anna Zanon 9 Luglio 2018 at 09:24 - Reply

      Caro Michele se sente di avere qualche problema nelle relazioni e credo che sia così altrimenti non sarebbe qui a leggere questo blog, potrebbe essere utile parlarne con uno psicologo per potersi capire meglio

  9. Luca Marzotto 6 Agosto 2018 at 14:50 - Reply

    Buongiorno dott.sa mi chiamo Luca e dopo aver letto il suo articolo le chiedo un consiglio visto che penso di aver vissuto\sto ancora vivendo una relazione ambivalente, ne soffro io e ne soffre la mia ragazza.
    Siamo insieme da quasi due anni e a gennaio 2018, dopo diversi litigi (alcuni anche molto “accesi” nei toni e nel patos), ho fatto l’iscrizione per il corso fidanzati per poi sposarci. Io premetto che sono innamoratissimo della mia ragazza pero’ lei non ha nessuna fiducia in me sebbene io voglia un matrimonio, una famiglia, dei figli ed essere accanto a lei per tutta la vita. A 37 anni penso di essere pronto per arrivare a questo passo. Lei ne ha 30 pero’ da piccola ha subito un distacco famigliare con i genitori, il padre e la madre si sono separati dopo diversi anni di liti e “violenze” da parte di lui verso di lei. Poi la mia ragazza in età adulta si è sposata con un uomo che l’ha tradita ripetutamente e dopo averci riprovato diverse volte lei lo ha lasciato in quanto lui è ricaduto nel suo “vizietto”. Si sono separati e recentemente divorziato. Dopo la separazione (qualche mese dopo) io e XXX ci siamo conosciuti e io mi sono quasi subito innamorato di lei, dopo qualche mese le ho chiesto di venire a vivere a casa mia e lei pero’ ha rifiutato rispondendomi che era troppo presto (x me non lo era).
    Dopo una vacanza molto bella a gennaio nella primavera iniziano i primi litigi fondamentalmente sulla sua gelosia\possessività e mancanza di fiducia nei miei confronti, lei mi colpevolizzava che non volevo niente di serio dal nostro rapporto. Io un po alla volta mi sono chiuso in me stesso allontanandomi dagli amici e famiglia cercando di farle capire che lei per me era l’unica mia ragione di vita, ho cercato di rassicurarla in ogni maniera, ma più ero presente più avevo la sensazione che alzasse i livello dei suoi bisogni emotivi; io piano piano mi spegnevo sempre di più…
    Ci siamo anche rivolti a un terapista di coppia e dopo i primi incontri lei ha espresso il desiderio di interrompere la terapia per farla direttamente individualmente con lo psicoterapeuta, io acconsentì (ore me ne pento) ma lei da li a poco interruppe anche la terapia perchè avevo fatto l’iscrizione al corso fidanzati. Lei disse al dottore che voleva vedere come andava e sospendere tale terapia.
    Come anticipato decido di iscriverci al corso fidanzati perché intenzionati a sposarci e avere dei bambini, lei pero’ (convivevamo da quasi un anno) dopo qualche mese (a marzo) va via di casa (a un mese e mezzo dall’inizio del corso)”accusandomi” che le avevo dato solo “l’accontentino” e che non avevo voglia di sposarla e fare una famiglia.
    Aggiungo che in precedenza era andata via di casa altre 7-8 volte per motivi analoghi sempre riferiti alla mancanza di fiducia in me. Io cado nel panico più totale, mi sento impotente e quasi non credo alle sue parole, il corso fidanzati tra un litigio e l’altro lo abbiamo iniziato a metà aprile ma discutevamo di continuo proprio per queste sue “accuse” su di me … che non volevo niente di serio…che l’avrei tradita..che l’avrei fregata..ecc
    Alla fine concludo il corso fidanzati da solo in quanto lei non vuole più venire perchè pensa non sia il clima adatto per parteciparVi.
    A metà maggio io completamente frastornato e primo di soluzioni le dico “forse dovremo lasciarci, non sono l’uomo giusto per te, non ti soddisfo ecc”. Io premetto che tutto questo l’ho detto con un dolore enorme nel cuore, perchè comunque l’ho sempre amata e anche in quel frangente il mio amore non era svanito pero’ mi sentivo impotente.
    Malgrado tutte le accuse di mancata mia serietà e superficialità, del fatto che lei mi accusasse di tradimenti fregature ecc io ho non l’ho mai tradita ne mai trascurata durante la nostra relazione. Ho cercato di essere presente al 100% ma non ci sono riuscito. Lei mi accusava ultimante che non facevamo più l’amore come agli inizi del nostro rapporto e io le ho detto perché stavamo troppo insieme e le litigate mi “raffreddavano” sempre di più, anche su questo lei non mi credeva, pensava non fosse possibile questo e si è arrabbiata in quanto non si sentiva amata\desiderata ecc..
    Ora io vorrei riprovare a riconquistarla ma dopo che l’ho lasciata sono uscito con gli amici quasi tutte le sere per “cancellare” il dolore che provavo dentro, sono stato con un altra donna ma lei compresa e tutte quelle con cui parlavo mi facevano “schifo”. Recentemente mi sono presentato fuori dal luogo di lavoro di xxxx le ho detto scusa xx “ti amo” e voglio stare con te ho capito che non posso vivere senza di te, “sono stato con un altra donna”. .. insomma le ho raccontato tutto… ma lei xxx mi accusa di averla lasciata per andare quest’altra.
    Io dott.sa le assicuro che non è questa la motivazione anche perchè non ho mai avuto nessuna attrazione per nessuna ragazza durante la relazione con xxx, lei è una ragazza che adoro, mi piace da morire e in intimità siamo perfetti come mai (sia io sia lei non abbiamo mai avuto un’intesa così intensa).
    Ho fatto questa sciocchezza forse per rivendicare il mio amor proprio, il mio essere uomo, o solo per cercare di dimenticarla non lo so fattostà che ora lei dice che non si “fidava di me prima tanto meno ora…”
    La mia ragazza è ancora innamorata di me ne sono sicuro, lo vedo da come mi parla e guarda e si arrabbia con me ma la paura di me e di soffrire la tiene lontana da me.
    Cosa posso fare? Io farei di tutto per la nostra relazione ma non so più che fare, mi sento come un elefante in un negozio di cristalli, qualunque cosa faccia mi sembra di fare danni.

    • Anna Zanon 16 Agosto 2018 at 14:42 - Reply

      Gentile Luca, a me sembra che purtroppo la sua ragazza abbia un grosso problema con la fiducia, un problema che NON DIPENDE DA LUCA ( l’ho scritto volutamente in maiuscolo) ma dalla sua storia passata traumatica.
      Se la sua ragazza non elabora il suo vissuto con una terapia, da sola purtroppo non credo possa farcela, non riuscirà mai a fidarsi di nessuno e rovinerà tutte le sue relazioni. Mi creda, lei si rimprovera di aver rovinato tutto ma non è così. xxx per quanto amore possa ricevere non si fida: infatti lei ha fatto il possibile per darle sicurezze ed è arrivato sino al punto di isolarsi dagli amici ( !) ma nulla di quello che ha fatto è servito a tranquillizzarla e a calmarla.
      Se anche lei si riconciliasse con xxx e vi sposaste, il matrimonio non la renderebbe più sicura perchè è un problema psichico interno che non dipende da come gli altri si comportano. Invece se mi posso permettere di darle un consiglio, perchè non fare qualche colloquio con uno psicologo per togliersi questo senso di colpa?

  10. Tristezza81 5 Settembre 2019 at 09:35 - Reply

    Gentile dottoressa,
    complimenti per il suo articolo.
    Io e il mio (ex) ragazzo rientriamo entrambi nelle storie familiari descritte. Però nessuno dei due era ambivalente, anzi. Eravamo una coppia solida e affiatata, abbiamo vissuto insieme per un anno e ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Da circa otto mesi a questa parte, però, c’è stata una crescente ambivalenza da parte sua nei miei confronti. Sembra che i motivi siano soprattutto familiari. Rimasto orfano di padre a 12 anni, è andato a lavorare a 19 (e ancora lavora, per fortuna: ora ne ha 36) e si è fatto carico della mamma e della sorella minore che, oltre a non aver voluto mai lavorare, ha dato alla luce una bambina pur essendo praticamente single.
    Da questo evento lui non si è mai completamente ripreso, e per non pesare anch’io su di lui ho cercato lavoro all’estero, chiedendogli poi di seguirmi e di provvedere insieme alla sua famiglia ” a distanza”.
    Lui ha oscillato per mesi tra l’accettare le mie soluzioni pratiche con entusiasmo e lo sprofondare nella depressione per varie “ansie di sciagura” e sensi di inadeguatezza “non posso mantenere due famiglie”, “io vengo dalla povertà, questo posto è tuto ciò che la mia famiglia ha”. Sono stata costretta a tornare a vivere dai miei mentre preparavo la partenza, ma non ho mai interrotto i contatti con lui, perchè ero convinta che nonostante i problemi mi amasse, e, grazie a quest’amore da coltivare con pazienza, alla fine saremmo in qualche modo riusciti a fare insieme una famiglia.
    Dalla nostra ultima riconciliazione, però, lui ha espresso sempre più il desiderio di sentirmi di meno, motivato dal fatto di doversi concentrare sulla sua famiglia. Razionalmente l’ho accettato, ma mi sentivo allontanata e rifiutata. E’ una fase difficile anche per me e sono snervata da mesi di incertezza. Mi sono arrabbiata del fatto di non sentirlo almeno una volta al giorno, gli ho fatto una scena per telefono. Il giorno dopo ho deciso di andarlo a trovare, non rispondeva al citofono, aveva il telefono spento, e quando lo ha riacceso mi ha risposto sgarbatamente. Per me è stato uno schock, lui sempre così dolce, fino alla sera prima mi scriveva di amarmi tantissimo. Gli ho chiesto tra le lacrime dove fosse e mi ha risposto a brutto muso di essere partito da diversi giorni. Mi aveva mentito, senza motivo (aveva già un’altra volta fatto un viaggio senza di me e non ne ho fatto un problema), aveva organizzato tutto per mentirmi e mi aveva mentito per diversi giorni di fila.
    I giorni precedenti mi aveva detto che i suoi “lavori” con la famiglia e con se stesso stavano andando bene… che a volte gli veniva la tentazione di spegnere il telefono per non avere la tentazione di chiamarmi… che ero l’unica persona di cui si fidava… e ora, a due giorni di distanza, mi sento dire: “vuoi capire che devi lasciarmi da solo, non devi cercarmi, io faccio quello che voglio”.
    L’ho lasciato e credo che non riuscirei mai più a fidarmi di lui. E’ pazzo, ma i sentimenti tra noi a me sono sempre sembrati così veri… e credo che lui soffra tra atroci sensi di colpa e la disperazione di non riuscire mai a cambiare la sua vita. Gli ho detto tante volte di farsi aiutare da un bravo psicologo, ma non lo prende nemmeno in considerazione, Sembra che non voglia venir fuori da questo dolore, ma se così fosse non ci avrebbe nemmeno provato per così tanto tempo con me. Mi sembrava felice anche lui quando eravamo insieme, ora io tra due mesi comincerò una vita migliore ma mi rimane il senso di colpa di averlo lasciato indietro, oltre la nostalgia e lo sconcerto per un amico e amante stupendo che di colpo mi ha tirato un cazzotto in faccia.
    E’ finita veramente? Esiste una giustificazione per quello che ha fatto? Perchè è arrivato a odiarmi così tanto, proprio mentre mi scriveva ogni giorno di amarmi e voler vivere con me?
    Grazie

    • Anna Zanon 17 Settembre 2019 at 16:03 - Reply

      Buonasera, mi dispiace molto per quello che mi racconta. Credo che il suo ragazzo abbia un nodo non risolto con la sua famiglia d’origine. Come capita a molti ragazzi che sono rimasti orfani di padre da giovane è diventato l’uomo di casa e non si è sentito di lasciare la sua famiglia per iniziare una nuova vita con lei in un altro paese. Io credo che abbia provato un senso di forte senso di ansia all’idea di ” abbandonare ” la sua famiglia e un insopportabile senso di colpa e che l’abbia lasciata così male proprio perchè il vostro legame era così forte che per distruggerlo doveva fare terra bruciata.

  11. recent 7 Dicembre 2019 at 11:55 - Reply

    Frascella, J., Potenza, MN., Brown, LL., Childress, AR. Carving addiction at a new joint? Shared brain vulnerabilities open the way for non-substance addictions. In: Uhl, G., editor. Addiction reviews. New York Academy of Sciences; New York: 2010.

    • Anna Zanon 20 Dicembre 2019 at 09:56 - Reply

      Interessante, vuole spiegarci meglio il suo post?

  12. Elisa 12 Giugno 2020 at 21:57 - Reply

    Buonasera dottoressa. Con il mio ragazzo ho sempre avuto un rapporto ambivalente in quanto inizialmente avevo timore di prendermi troppo di lui e mettevo in atto dei comportamenti difensivi per non dimostrarlo troppo, ultimamente però le cose sono cambiate e sento che lui si sta avvicinando molto a me. Il problema è che quando sento che si avvicina troppo a me mi viene da staccarmi, da allontanarmi perché mi vengono dubbi su quello che sento per lui. Cosa mi porta a reagire così? È forse una paura di lasciarmi amare o semplicemente non lo amo abbastanza?

    • Anna Zanon 26 Giugno 2020 at 16:35 - Reply

      Poche cose come l’amore sono in grado di stimolare le nostre paure più profonde..

  13. Elena 7 Febbraio 2021 at 17:01 - Reply

    Buongiorno Dottoressa,
    Ho una relazione con un uomo da due anni e da quando mi sono innamorata di lui é uscita una forte insicurezza in me stessa, in quello in cui credo e voglio. É come se mi annullarsi per piacere a lui. Il problema é che non riesco ad essere me stessa ed ad esprimersi e sono spesso passiva, triste, compiacente, timorosa di dire quello che penso, di contraddirlo. É come se avessi un blocco. Inoltre spesso mi capita di sentirmi vuota in sua presenza, nel senso che non riesco ad elaborare pensieri perché é come se non li trovassi
    in quel momento in me. Mi rendo conto di tutto questo ma non riesco a sbloccarmi e questo mi genera tanta frustrazione e tristezza. Il mio ragazzo si é reso conto che non sono spontanea con lui e questo è stato il motivo delle due rotture che abbiamo avuto in questi due anni di relazione. Mi dice che si sente solo con me, che non sente di potersi appoggiare a me e che non riesce ad avere dei confronti con me perché non lo contraddico mai. Inoltre mi ha detto che non sente la mia presenza nel senso che io sono con lui fisicamente ma non esprimendomi ed essendo passiva é come se non ci fossi. Come faccio a superare questo enorme blocco che ho? Si può risolvere? a cosa potrebbe essere dovuto? Io mi rendo conto che a causa di questo la nostra relazione non possa evolvere, che si faccia fatica a creare intimità e complicità. Lo amo e ho paura di perderlo definitivamente.
    Grazie dottoressa
    Un saluto

    • Anna Zanon 28 Febbraio 2021 at 18:28 - Reply

      Gentile Elena, il suo modo di essere nella relazione con il suo ragazzo è compiacente. Nasce cioè dalla paura di non essere accettata, per cui quando è con lui, non è se stessa ma si sforza di essere la ragazza dei suoi sogni. Il suo ragazzo fortunatamente si è accorto di questo e ne risente perchè sente che la vostra relazione manca di autenticità. Lei si chiede quale sia l’origine di questo problema. Di solito questo problema nasce nell’infanzia e nella relazione con i genitori ..chissà forse lei ha sentito che veniva accettata solo se era buona e brava e non dava problemi?
      Penso che potrebbe esserle utile qualche colloquio con uno psicologo per rafforzare un pò l’autostima.

  14. Doriana Sparano 12 Agosto 2021 at 12:00 - Reply

    salve dottoressa…io sono stata con un ragazzo che in quasi due anni di relazione, ogni tanto aveva momenti di crisi in cui metteva tutto in discussione e non sapeva se mi amasse o meno e soprattutto chiedeva distacco , cioè aveva bisogno di distaccarsi da me o chiedeva anche continuamente più spazi e li rivendicava e metteva anche dei limiti. Questo lo riscontravo anche nei rapporti fisici, cioè all’ inizio tutto ok. poi quasi se ne dimenticava di avere rapporti con me e non li avevamo sempre. Parliamo di una sua ambivalenza? mi riferisco al mio ex partner. Questi momenti di crisi erano preceduti da fredddezza e distacco che gia riuscivo a percepire e mi saliva l’ansia e la paura che fosse un altro momento. Fino poi all’ultimo avuto a fine maggio che poi è sttao quello decisivo perchè mi ha lasciato. Con pianti e disperazione mi chiedeva una pausa che poi in realtà è diventata rottura.

    • Anna Zanon 17 Agosto 2021 at 10:15 - Reply

      Gentile Doriana, mi dispiace. Purtroppo certe persone non sono psicologicamente “attrezzate” al rapporto di coppia ed è impossibile stabilire con loro una relazione sana per quanto ci si provi.

  15. Anke 27 Giugno 2022 at 14:43 - Reply

    Gentile Dottoressa,

    Mi aiuti! Leggo del doc da relazione, leggo di ambivalenza e mi sembra che soffro di entrambi. Sono sposata da 10 anni con un uomo che conosco da 20. Abbiamo due bellissimi bimbi. Lui è buono, bravo, intelligente e penso sia questo che mi è piaciuto di lui. All’inizio della relazione dicevo sempre che non funzionerà mai perché siamo troppo diversi (nazionalità diverse) ma non ho mai avuto il corraggio di chiudere perché comunque mi sentivo bene e importante in sua presenza. Mi fido di lui al 100% e penso che lui mi ami. Non è il mio tipo ideale fisicamente e questo ora è uno dei punti che mi fanno venire dubbi. Comunque 2 anni fa (fino a li tutto abb. normale) dovevamo andare via il weekwend da soli (non era la prima volta) e io ho sentito una sorta d’ansia al pensiero di quwsto weekend. Da li mille domande e dubbi… significa che non lo amo? Ma mi piace veramente? Mi concentro sulle mie sensazioni quando sono con lui e continuo a pensare, ripensare e vorrei tanto capire con certezza se tutto questo significa non amarlo!? Ma da due anni non arrivo ad una risposta decisiva e non ce la faccio più. Sono stata in cura da una psicoterapeuta che però dava solo peso ad un mio trauma del passato legato al trasferimento improvviso in un altro paese. Ora dal nulla mi prendono questi dubbi, quando sono tranquilla sono felice con lui ma poi basta poco per far tornare i dubbi. A volte mi sembra di amarlo e a volte penso che sia addirittura brutto. Ma mi sembra di avere due personalità, una che lo ama e l’altra no. Mi aiuti per favore? Ho tanto bisogno di capire che cosa significa tutgo questo, non lo amo veramente o è un problema psicologico?

    • Anna Zanon 28 Giugno 2022 at 09:53 - Reply

      Cara Anke, l’amore può coesistere con alcuni momenti in cui il nostro partner non ci piace, ci annoia ,o persino, ci irrita o ci delude. Il “doc da relazione” (che altro non è che una forma di pensiero ossessivo) nasce quando non accettiamo queste emozioni negative e pensiamo che non debbano esserci e che la loro presenza è il sintomo che non amiamo più. Provi a restare in contatto con queste emozioni umane (dopo 20 anni!) e permetta loro di esistere senza giudicarle e senza angosciarsi. Scriverò a breve sul sito un articolo su questo argomento.

      • Anke 1 Luglio 2022 at 08:24 - Reply

        Grazie di aver risposto, gentilissima! Ho letto tanti dei suoi articoli (stamattina anche l’ultimo) e quelli mi tranquilizzano per un po’ ma poi le brutte sensazioni e pensieri continui purtroppo tornano comunque. È veramente difficile lottare contro tutto questo. Esiste un modo per capire definitivamente se effettivamente si tratta di una forma d’ansia/ossessione oppure è il semplice disamore che non riesco ad accettare? Tante volte mi sembrano tutte scuse che trovo per non dover affrontare qualcosa che mi fa paura.
        Grazie mille, buon lavoro

        • Anna Zanon 5 Luglio 2022 at 08:20 - Reply

          Le consiglierei un colloquio psicologico per cercare di capire meglio

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