Libro: Quando il primo amore uccide

 Fino a che punto si può arrivare per amore?  La risposta è contenuta in questa toccante autobiografia che narra  la storia di un “amore ” malato e autodistruttivo.
Barbara, la protagonista, è una ragazza di 17 anni che si innamora di un tossicodipendente che le nasconde la sua condizione di sieropositivo.
Quando Barbara apprende per caso della malattia del suo ragazzo decide di continuare a fare l’amore con lui senza precauzioni perchè vuole dividere tutto con lui  la sofferenza, la sieropositività  e anche la morte.
Purtroppo, nel giro di breve tempo Barbara viene contagiata ma non riesce ad interrompere la sua relazione che diventa sempre più degradante e umiliante.
Solo molti mesi dopo, Barbara troverà la forza di riscattarsi e di cominciare un percorso  di rinascita e di accettazione della sua condizione. 

 Morire per amore: la Sindrome di Samo
La sindrome di Samo è un disturbo molto singolare, che affligge soprattutto le donne, che induce chi ne è affetto a ricercare rapporti sessuali e d’amore non protetti con persone affette da malattie contagiose  gravi  come AIDS, epatite o sifilide.
Il nome della sindrome deriva dall’isola di Samo dove c’era un lebbrosario dove si è osservata per la prima volta questa patologia.
Il primo caso noto è quello di una ragazza molto graziosa che sposò un lebbroso e che cercò in ogni modo di farsi contagiare dal marito per potersi sentire ancora più vicina a lui, condividendo la sua lebbra.
Come spiegarsi un comportamento cosi autolesionista? In una prospettiva psicoanalitica  si può ipotizzare che, alla base del rapporto con la persona portatrice dell’affezione contagiosa, può esservi un forte legame affettivo ma spesso può sussistere una forma di sacrificio trascendentale, autolesionismo, tendenze suicidarie a connotazione eroica e socialmente giustificabili, immolazione e dedizione totale nei confronti della patologia trasmissibile, più che della persona malata.
Nel caso dell’ AIDS  si può osservare che “il virus paradossalmente diventa più che un nemico minaccioso, un prezioso alleato in questa ricerca di un rapporto simbiotico  e l’infezione è inconsciamente vissuta come un collante insostituibile che cementa la coppia in maniera estrema e impenetrabile al resto del mondo; il profilattico è vissuto come fattore intrusivo nel rapporto ed il desiderio di proteggersi come un tradimento al partner”. ( Sessualità e terzo millennio. Studi e ricerche in psicologia clinica)

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